Capitolo 4

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Berlino, 3 settembre 1939

Il ritorno a casa non era stato poi così disastroso come Kathrein aveva immaginato.

Come previsto, sua madre aveva predisposto che fosse tutto impeccabile per il ritorno della sua unica figlia e suo padre si era visto poco e niente in giro. Troppo impegnato in affari importanti che lo rilegavano nel suo ufficio, a malapena aveva presenziato alla cena della sera precedente.

Ma a Kathrein andava bene così, ormai avevano troppo poco da dirsi e la lontananza aveva solo fortificato il ghiaccio tra di loro in quegli anni.

Ovviamente nessuna parola su Diedrich o sul loro fidanzamento era stata proferita e lei aveva preferito lasciar fluttuare nell'aria quella bolla di sapone che, prima o poi, sarebbe comunque scoppiata.

Il giardino sembrava risplendere di una luce nuova. Kathrein era immobile davanti alla finestra della sua camera e non poteva fare a meno di ammirare i giochi d'acqua sprizzati dalle fontane.

Un tempo, quando era solo una bambina, adorava correre in quello spazio così verdeggiante. Ricordava ancora la sensazione di libertà e leggerezza che la avvolgevano mentre correva in contro a suo padre quando tornava da lavoro o a sua madre che la osservava piena di premure seduta sul cornicione del lago.

Un giorno suo padre le aveva portato dei pavoni da un lungo viaggio in India e le aveva concesso di giocarci per qualche ora al giorno, a patto che dopo non facesse capricci per seguire le lezioni del precettore.

A Kathrein venne da sorridere a quel pensiero, rammentando quanto avesse infastidito quelle povere bestiole che, adesso, apparivano stanche e affaticate.

Il tempo non aveva risparmiato nessuno in quella casa e i cambiamenti erano ben visibili dai comportamenti di ciascun membro della famiglia Bergmann.

Heinfried non aveva più molto tempo da dedicare ai suoi doveri di padre e marito e negli anni, se Kathrein ne aveva attutito il colpo, Elsbeth ne era stata profondamente scossa e ciò aveva avuto ripercussioni sul suo modo di essere.

Aveva smesso di occuparsi dell'arredamento di una casa che sembrava condividere con nessuno se non con se stessa e la servitù. Aveva smesso di andare dal parrucchiere tre volte a settimana per compiacere un marito che neanche le prestava più attenzione.

Eppure non molto tempo prima, Heinfried aveva amato sua madre con un'intensità di cui Kathrein non lo riteneva nemmeno capace. Sebbene il loro matrimonio fosse già assicurato da un contratto siglato tra suo nonno ed Heinfried stesso, suo padre aveva fatto di tutto per conquistare anche il cuore di Elsbeth. Sua madre, da sempre considerata una delle donne più belle di Germania che spesso aveva posato per le propagande del Reich stesso, era capitolata ai suoi piedi e, da quel giorno, sparirono tutti i possibili pretendenti intorno a lei.

Non seppe dire con esattezza Kathrein per quale motivo tale sentimento così disarmante fosse svanito nel nulla, né perché una riserva naturale così pura come il loro amore si fosse esaurita e sfiorita nel vento.

Ad ogni modo, verso i suoi quindici anni, i loro rapporti avevano iniziato a raffreddarsi e Kathrein aveva visto sua madre rimanere bloccata in momenti nostalgici che non sarebbero mai ritornati.

Da quel poco che suo padre le aveva detto a cena, ricordò che quel giorno sarebbe arrivato un treno di soldati che rimpatriavano dopo lunghi mesi in Italia. Non aveva chiesto se fosse il reparto di Diedrich e lui non gliel'aveva accennato, ma in cuor suo sperò che fosse così.

Perciò, quel giorno, decise di vestirsi e recarsi in città, dove avrebbero alloggiato i militari in attesa di ricevere altri ordini e ripartire.

I segreti del Terzo ReichDove le storie prendono vita. Scoprilo ora