Stare lontani fa male

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Non c'è la stavo facendo, non potevo e non volevo lasciarla andare. In fondo erano ancora le 4:20, potevo ancora restare con lei.
"Ehi Mia che dici se ci stendiamo sulla sabbia?".
"Riki tu sei pazzo forse? Vuoi che ci sporchiamo tutti?".
"Si ammetto di essere folle, però sarebbe divertente".Mia scoppia in una risata che contagia anche me.
Incredibile, dal pianto siamo passati alle risate.
"Allora ci stendiamo su questa sabbia?".
"Si ahahah".
Ci siamo stesi davvero sulla sabbia.
Riccardo e Davide si divertivano ad osservarci da lontano.
Era bello stare stesi sulla sabbia fresca, con Mia accoccolata sul mio petto.
Sicuramente ascoltava i battiti del mio cuore.
"Mia mi mancherai".
"Anche tu Riki ma tanto ci sentiamo domani vero?".
"Si piccolina ormai siamo amici noi".
Il mio cuore e la mia testa, non la pensavano alla stesso modo.
Ma cosa potevo fare?Una relazione a distanza in un rapporto più profondo, come l'amore non avrebbe mai potuto funzionare.
Eravamo troppo lontani.
Un' amicizia, niente di più.
"Ora devo proprio partire, ciao Mia".
"Ciao Riki".
L'avevo lasciata.
Ero andato via.
Con lei, era andata via anche la mia allegria. 
Mi sentivo distrutto, a pezzi, stavo malissimo.
Erano già volate due settimane, due settimane da quando l'avevo conosciuta.
Ci sentiamo ogni giorno, mattina pomeriggio e sera.
Mi racconta delle sue giornate, e finalmente ho scoperto quale liceo frequentava.
Si era diplomata da poco in estetista e parrucchiera.
Ora avrebbe voluto fare l'universitá,
ma con un indirizzo diverso.
Stava provando ad entrare nella facoltà di indirizzo musicale.
Ma non era prettamente una facoltà solamente a livello teorico, ma anche pratico.
Avrebbe studiato la storia della musica, ma anche lezioni di canto e di vari strumenti musicali a sua scelta.
Nel frattempo lavorava sia come estetista, che come parrucchiera.
Il suo obbiettivo era concentrarsi sia sul lavoro, che sullo studio.
Ero veramente colpito.
Anche io gli raccontavo degli instore, della mia stanchezza in generale.
Non c'era giorno in cui non sentissi la sua mancanza.
Mi sentivo vuoto, incompleto senza di lei, senza Mia.
A volte piangevo nel cuore della notte.
Non potevo continuare così, dovevo vederla, in qualunque modo.
Avevo deciso sarei andato io da lei.
Lei non poteva proprio raggiungermi, lavorava tutti i giorni.
Avrei spostato le interviste per quel giorno.
Mi importava solo e soltanto di lei.
Volevo farle una sorpresa, quindi non le avrei detto nulla.
Sicuramente non aspettandosi il mio arrivo, sarebbe impazzita.
Impazzita di gioia.
Avevo prenotato l'aereo per Lecce una settimana prima.
Chissà come avrebbe reagito, scoprendo che avevo rimandato i miei impegni per lei.
La sera prima della mia partenza, Mia mi aveva chiamato alle 2:00 di notte, con la videochiamata whatsapp.
"Riki mi manchi troppo, non riesco a sopportare questa distanza, mi fa male".
"Mia Rose Stryder mi manchi da impazzire, non riesci a dormire?.
"No pensavo a te".
"Ma non mi dire, casualmente pensavo a te anch'io".
La vedo spenta, triste.
Allora decido di cantarle Perdo le Parole.
"La corsa con te in braccio, fatta per le scale, confondere lo zucchero al posto del sale, e ridere di niente che poi, ci porta a foto di noi ad un selfie venuto male.." 
Accenna un sorriso, di quelli che mandano fuori di testa.
"Se fossi qui con me, la prima cosa che farei sarebbe abbracciarti, mi manca questa cosa... non sai quanto".
"Invece lo so eccome, manca anche a me quel contattato speciale fra noi due"...
"Riki questa distanza mi uccide".
"Uccide anche me".
"Ti voglio bene".
"Anch'io piccolina".
Dirsi in faccia le mancanze dell'altro faceva ancora più male.
Per fortuna fra poche ore, questa agonia sarebbe finita.












































































Il Coraggio di AmareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora