Capitolo 4

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La notte, Svetlana, l'aveva passata in una sudicia camera con un letto scomodissimo e una piccolissima finestra da cui non entrava neanche un raggio di sole.

Assomigliava molto ad una stanza di un carcere, anzi no, li almeno aveva un bagno e una finestra molto, molto più grande.

Aveva la schiena distrutta a causa del materasso scomodo, e due occhiaie ad incorniciarle gli occhi stanchi.

Si alzò e si diresse, a passo svelto, davanti alla porta.

<<Fatemi uscire, ora!>> continuava ad urlare.

<<Bieber, cazzo. So che sei qua dietro. Apri!>> urlò ancora, battendo forti pugni alla porta metallica.

<<Calma piccola. Non c'è bisogno di agitarsi tanto.>> rispose una voce maschile fuori.

<<Non c'è bisogno di agitarsi tanto? Davvero? Sono chiusa in questa topaia, senza finestra e tu mi dici che non c'è bisogno di agitarsi tanto? Cosa cazzo ti sei fumato, Bieber?>> sputò fuori, lei battendo dei pugni ancora più forti.

Un gemito di dolore uscì dalla sua bocca quando diede un pugno ancora più forte.

<<Tutto a posto lì dentro?>> domandò divertito il biondo.

<<Ovvio, tutto a posto.>> rispose indifferente lei.

La porta si aprì di botto, facendo entrare un Justin divertito.

<<Ti sanguina la mano.>> gli fece notare.

<<Oh, già. Chissà perché.>> rispose lei, alzando di un ottava il tono della sua voce.

<<Non alzare la voce con me, puttana!>> urlò lui, mollando uno schiaffo sonoro sulla guancia della ragazza.

Svetlana, cadde al suolo rovinosamente tenendosi la guancia arrossata.

<<E ora...andiamo a divertirci. Che ne dici?>> disse lui ridendo.

***

Svetlana era nella camera del biondo da poco più di cinque minuti, e già la odiava con tutto il suo cuore.

A terra si potevano ancora vedere delle macchioline di sangue.

<<Indossa questo. Ora!>> impose lui, ponendo un vestitino striminzito blu a Svetlana.

<<Davvero?>> chiese lei con una smorfia di disgusto sul viso.

<<Si. Cambiati qua.>> rispose lui, alzando la voce.

Svetlana, iniziò con il togliersi la maglia nera, posandola per terra.

Sapeva che quello era il momento giusto per attaccarlo e andarsene.

Non si sarebbe mai messa un vestitino così corto.

Prese la pistola dallo stivale e con il manico di essa, lo colpì sul collo. Sperando di aver colpito almeno una vena.

Justin, cadde al suolo con un tonfo, e Svetlana si affrettò a cercare qualche notizia nei fogli posti sulla grande scrivania messa in mezzo alla stanza.

C'erano migliaia di fogli, in molte lingue diverse.

Ne prese uno e lo lesse.

'Russia, 8/04.

Importazione il 10/04

Esportazione il 16/04

La merce dovrà essere portata al porto più vicino. Un camion provvederà a prenderla.

Il pagamento avverrà subito dopo la consegna.'

Si trattava di droga, ne era consapevole.

Doveva subito avvisare il Capo.

Si assicurò che Justin fosse ancora li, privo di sensi. Ma non fu così.

<<Mi stavo cercando?>> domandò una voce bassa dietro di lei.

Justin, poggiò un coltellino alla base del collo della ragazza, e le circondò la vita con un braccio.

Il respiro le si smorzò in gola, spalancò gli occhi e socchiuse la bocca.

<<Di addio alla tua inutile vita.>> sputò arrabbiato, incidendo la carne della piccola ragazza.

-SPAZIO AUTRICE-

RAGAZZI, VERAMENTE VI RINGRAZIO PER I VOTI.

E SIAMO AL QUARTO CAPITOLO.

COMMENTATE, SE VI VA, E VOTATE. ❤️

BUONA LETTURA :).

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