Fortunatamente, Svetlana era ancora viva.
Le aveva inciso una 'J' alla base del collo.
<<Ora tutti sapranno che sei mia.>> le disse lui, con un ghigno sul volto.
La ragazza non capiva il suo cambiamento d'umore. Prima arrabbiato e poi...non lo sapeva nemmeno lei. Voleva ucciderla, ma invece le ha fatto solo un'incisione.
Justin la riportò in camera sua e chiuse la porta a chiave.
Svetlana tirò fuori dal reggiseno il cellulare. Lo teneva sempre li. Pensava fosse più sicuro.
Doveva chiamare il Capo per parlare della sua scoperta.
<<Pronto?>> rispose una voce dall'altra parte del telefono.
<<Capo, sono Svetlana. Ho scoperto alcune cose che dovrebbe sapere.>> disse mordendosi il labbro.
<<Vai avanti.>>
<<Domani arriverà al Porto Bistrol* una grande quantità di droga.>> parlò lei velocemente.
<<Manderò Matt e Luke a perlustrare la zona. Questa volta lo prenderemo.>> disse urlando dall'altra parte.
<<D'accordo. Arrivederci Capo.>> disse chiudendo la chiamata, senza aspettare una risposta.
La porta si aprì di colpo creando un forte boato.
Entrò un Justin molto arrabbiato, mascella contratta, sopracciglia corrucciate, labbra che formavano una linea e mani chiuse in due pugni.
<<Con chi stavi parlando?>> chiese lui guardando Svetlana in modo truce.
<<C-con nessuno.>> rispose intimorita lei.
<<Allora? Quel cellulare? Pensi veramente che sia così stupido?>> domandò alzando la voce.
La ragazza si ammutolì.
<<Rispondimi.>> disse lui, prendendo dalla tasca il bisturi che aveva usato prima.
<<No, certo che no.>> ripose velocemente lei, alla vista dell'oggetto metallico.
<<Lo sai che non si dicono le bugie?>> disse lui avanzando verso il letto.
Prese Svetlana di peso e la portò in bagno.
Riempì la vasca fino all'orlo e ci infilò la testa della ragazza.
Nessuno doveva mentirgli. Nessuno.
Svetlana opponeva resistenza, senza successo.
Di ossigeno non c'è n'era abbastanza per lei.
Le palpebre erano pesanti, si sentiva mancare.
Justin, la tirò su prima che svenisse. Ma ormai era fatta. Svetlana era ormai priva di sensi, inginocchiata davanti alla vasca bianca.
***
Qualche ora dopo, si risvegliò. Non era in quella topaia della sua stanza, questa era molto meglio.
Era molto colorata, pareti color arancione, con una striscia di verde chiaro a metà.
Era luminosa, una maestosa finestra si trovava a sinistra della stanza.
Il letto su cui si trovava era molto morbido, le lenzuola erano di colore rosso fuoco.
<<Ben svegliata bella addormentata.>> cantinelò lui, ridendo di gusto.
Svetlana grugnii infastidita prima di provare ad alzarsi.
Ovviamente era legata alla spalliera del letto.
Justin continuava a ridere, facendo innervosire ancora di più la ragazza.
<<Smettila di ridere, cazzo.>> urlò lei, ammutolendo il ragazzo.
Justin si alzò e si diresse vicino alla scrivania. Aprì un cassetto e ne tirò fuori un coltello da cucina.
Si avvicinò al letto e lo posizionò sulle gambe di Svetlana.
<<Quello di ieri non era niente, in confronto a quello che ti farò ora.>> rispose serio lui.
Justin, iniziò a fare dei piccoli tagli sulle sue gambe che man mano diventavano sempre più profondi.
Svetlana non urlava ne piangeva. Il Capo le aveva insegnato a non far trasparire alcuna emozione, le aveva insegnato a far sentire meno dolore possibile.
Forse, quei insegnamenti non erano solo parole buttate lì. Erano molto di più. Svetlana ci stava riuscendo, stava sopportando il dolore, non lasciava trasparire nessuna emozione dal suo viso.
Il suo sguardo era fisso nel vuoto.
Le sue gambe, e il lenzuolo, erano impregnate di sangue, del suo sangue.
Justin tolse la lama da dentro la gamba di Svetlana e buttò per terra.
Slegò Svetlana e la portò in bagno. Aprì l'acqua per riempire la vasca e, intanto che si riempiva, iniziò a spogliarla.
Appena, Justin, afferrò la maglia nera, Svetlana si scansò. Non riusciva a reggersi in piedi e quindi, di conseguenza cadde.
<<Non ti voglio fare del male, non ora almeno.>> rispose lui.
Svetlana non rispose, si limitò a guardarlo dritto in quei occhi color nocciola.
Annuii e si tolse l'ultimo indumento sul suo corpo.
Non si sentiva affatto in imbarazzo, e questa cosa la disturbava parecchio.
Justin la prese in braccio e l'adagiò lentamente nell'acqua calda.
La ragazza, stremata, rilassò tutti i muscoli del corpo.
Justin prese una spugna, un pò di bagnoschiuma e incominciò a lavare Svetlana lentamente e con movimenti dolci.
Svetlana era sul letto del ragazzo, coperta da un lenzuolo blu scuro che si intonava sia ai lividi che aveva, sia alla maglia che stava indossando.
<<Riposati, ti farà bene.>> le disse dolcemente Justin, che si distese vicino a lei e abbracciò Svetlana da dietro conducendola sempre più vicina al suo corpo.
La ragazza non capiva nessun suo cambiamento d'umore. Prima un pazzo psicopatico e ora era così premuroso.
Non lo sopportava. Odiava le persone così.
Dopo pochi minuti chiuse gli occhi e si abbandonò nelle braccia di Morfeo.
*Porto Bistrol: nome puramente inventato.
-SPAZIO AUTRICE-
VI RINGRAZIO PER I VOTI E I COMMENTI. ❤️.
E SIAMO AL QUINTO CAPITOLO.
CREDO CHE ARRIVERÒ FINO AL CAPITOLO 30 SE NON QUALCOSA DI PIÙ. LO DECIDERÒ PIÙ AVANTI
LA FINE DELLA STORIA C'È L'HO GIÀ IN MENTE. ADESSO DEVO SOLO SCRIVERE GLI ALTRI CAPITOLI.
ORA VI LASCIO.
BUONA LETTURA :)
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Are you my spy?
ФанфикSvetlana, giovane spia dell'ADB. Obbligata a distruggere Bieber, Justin Bieber. Justin, giovane spacciatore e criminale conosciuto in tutta New York. Arriverà...