Capitolo 8

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<<Gli sbirri, cazzo.>>

Svetlana si sorrise mentalmente, finalmente lo prenderanno questa volta.

<<Va a nasconderti nella cabina armadio.>> disse lui indicando la stanza vicino al bagno.

Svetlana obbedì.

<<Stai qui e non fiatare.>> sussurrò chiudendola nell'armadio.

La ragazza sospirò sonoramente, prima di accucciarsi per terra, sul parquet freddo.

***

Passarono secondi, minuti o forse ore, non lo sapeva.

Era seduta per terra da troppo tempo, e il sedere le faceva male.

Decise di alzarsi e di aprire la porta, fortunatamente non chiusa a chiave.

Aprì la porta della camera e uscì, cercando di fare meno rumore possibile.

<<Bieber, se prova a fare un altro passo la uccido.>> disse uno dei due poliziotti.

<<Lei è in arresto per traffico di droga e prostituzione di ragazze sia minorenni che non. Qualsiasi cosa dirà sarà usata in tribunale contro di lei. Le consiglio vivamente di stare zitto.>> continuò l'altro, ammanettando Justin.

Un sorriso da maniaco contornò le labbra del ragazzo.

<<Non vi libererete così in fretta di me.>> disse lui alzando lo sguardo verso Svetlana.

La ragazza lo guardava con gli occhi sbarrati, sia dalla preoccupazione che dal sollievo.

Si, sollievo. Finalmente non doveva più rivestire quel ruolo da puttana che Justin gli aveva dato.

Un sorriso di sfida si aprì sul volto di Svetlana.

"Ci vediamo all'inferno, Bieber." Mimò con le labbra lei.

Il ragazzo, capendo, scosse la testa e un sorriso malizioso contornò le sue labbra.

<<Ci vedremo presto, puttana.>> urla Justin.

I poliziotti alzarono lo sguardo e la videro in cima alle scale.

Gambe rinchiuse in delle bende, lividi, tagli e un pallido viso.

<<Chiama un'ambulanza, John. La portiamo all'ospedale, venga.>> disse un poliziotto tendendo una mano nella sua direzione.

Il sorriso svanì dalle labbra di Svetlana.

Avrebbero fatto domande, troppe domande, alle quali, di sicuro non sapeva come rispondere. Ma almeno sarebbe stata lontano per un po', e questo era un vantaggio.

La ragazza annuii lentamente prima di scendere le scale e affiancarsi al poliziotto.

<<Come si chiama?>> domandò il poliziotto.

<<S-Svetlana.>> borbotto la mora.

<<Nome originale.>>

<<John, smettila di parlare e portiamo Bieber alla centrale.>> disse l'altro poliziotto.

***

Erano passate due settimane da quando Justin era stato arrestato, due settimane da quando Svetlana era libera.

<<Ottimo lavoro Svetlana, davvero. Grazie a te ora Bieber è in prigione.>> si complimentò il Capo, stringendole la fragile mano.

<<Grazie Capo.>> sussurrò la mora.

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