Capitolo 10

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Svetlana si era incamminata nel bosco, era quasi alla fine e dagli alberi fitti intravide un motel. Era molto trasandato, lasciato a marcire in quel posto così cupo e umido. 'Posto perfetto per nascondersi.' Pensò avvicinandosi.

La ragazza si guardò intorno alla ricerca di qualcuno o qualcosa che potesse dirle dov'era, l'indirizzo magari.

Si sentì toccare leggermente, girò la testa di scatto e la vide. Di nuovo la stessa persona con il cappuccio.

<<Seguimi.>> sussurrò, avanzando.

<<Aspetta! Chi sei?>> disse Svetlana, inseguendola.

Non ricevette risposta e decise di non domandarle altro.

Arrivarono davanti al Motel. Non c'era nessuno. Era disabitato. Mai stato più toccato da molti molti anni.

<<Perché siamo qui? È disabitato!>> disse Svetlana corrugando la fonte.

<<Troverai molte cose interessanti, o forse no.>> sussurrò la persona.

Entrarono nel Motel, dentro era anche peggio di fuori. C'erano fogli sparsi sul pavimento impolverato, mobili antichi e un centinaio di quadri tutti rappresentanti la stessa cosa: L'urlo, di Munch.

Una leggera melodia s'innalzò nell'aria disgregando il silenzio che si era creato. Era una melodia tistre, priva di emozioni.

Si guardò intorno alla ricerca della persona, ma di lei nessuna traccia.

Il Motel era fatto a due piani, Svetlana decise di salire di sopra.

Le scale, rovinate, erano poste davanti alla reception. Le salì lentamente.

Arrivata in cima guardò a destra e a sinistra. Intorno a lei c'erano solo porte, tante porte, tutte con dei graffi o delle scritte.

Il telefono vibrò.

Da: SCONOSCIUTO

"1,2,3,4...quale porta è quella giusta?

Quante porte si aprono con quella chiave?

Tic toc.

-J"

Era di nuovo lui. Un nuovo messaggio e altre porte.

'Quando finirà questo giochetto?' Pensò Svetlana sospirando.

Prese la chiave dal giacchino nero che indossava e si avviò alla prima porta.

Infilò la chiave nella serratura, provò a fare un giro ma senza risultato. Riprovò ancora una volta e poi si arrese.

Non si apriva. Era inutile.

Passò all'altra porta. La numero 2. Ma neanche questa si aprì.

Continuò così fino alla porta numero 11.

Entrò nella stanza buia. Le serrande erano chiuse e incorniciate da delle tende nere, che rendevano la stanza cupa e tenebrosa.

Svetlana prese il suo telefono e accese la torcia, illuminando gran parte della stanza.

C'erano moltissimi computer e aggeggi tecnologici dei quali non sapeva l'esistenza.

Pensava fosse disabitato, ma si dovette ricredere.

Il cigolio di una sedia la fece sussultare. Cominciò a girarsi intorno e ad illuminare ogni angolo della stanza alla ricerca di qualcuno.

Appena vide una sedia si fermò, si avvicinò e continuò ad illuminare.

Si vedevano dei capelli spuntare dall'orlo della sedia.

Appoggiò la mano su di essa e la girò di scatto.

Un manichino le si presentò davanti.

Sul petto si trovava una scritta rossa.

"Acqua.

Nessuno mi trova. Nessuno mi cerca.

Il divertimento continuerà finché avrò voglia.

Trovami.

-J"

'Il divertimento continuerà finché avrò voglia'

'Non finirà mai.' Pensò Svetlana.

La porta si chiuse creando un rumore sordo non piacevole.

Si girò spaventata e corse davanti alla porta, cercando di aprirla.

Più provava più non si apriva.

Ci rinunciò.

Si sedette a terra e aspettò.

***

SALVEE!

SONO DI NUOVO IO. FINALMENTE SONO RIUSCITA AD AGGIORNARE.

SONO FELICEE.

OKAY. HO DECISO DI FARE UN PO' DI PUBBLICITÀ A CHI VUOLE.

MANDATEMI UN MESSAGGIO PRIVATO CON IL TITOLO DELLA FAN FICTION.

LA PUBBLICITÀ LA METTERÒ AD OGNI CAPITOLO. NELLO SPAZIO AUTRICE.

P.S. SE POTETE PASSATE A LEGGERE L'ALTRA MIA FAN FICTION 'Problems || Luke Hemmings'.

GRAZIEE. VOTATE E COMMENTATE SE VI VA. :).

CIAO!

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