Dopo quella notte non sognai piú nulla, nessun incubo, nessun sogno niente di niente.
Rimanevo nel letto a fissare il soffitto temendo di sognare di qualcosa di terribile, qualcosa da farti venire i brividi.
Ma nulla.Uscivo di casa e andavo a scuola, poi tornavo e mi chiudevo nella mia stanza a pensare a quella dannata profezia e il suo significato.
Toc toc...
"Hey angelo! Apri ti devo parlare!" era Shane.
Aprii la porta.
"Cosa vuoi?"sbuffai
"Se mi fai entrare ti racconto tutto" sorrideva.
E quel sorriso beffardo che aveva sulle labbra mi preoccupava.
Lo feci entrare.
"Carina la tua camera!"disse mentre scrutava la stanza da cima a fondo.
Si mise a sedere sul mio letto.
"Allora?"chiesi insistente.
"Per prima cosa volevo vedere come stavi, sei strana da settimane, mangi e poi vai via, quando vai a scuola sei silenziosa e poi non vedi l'ora di tornare qui, mi nascondi qualcosa"disse con una faccia seria.
Scoppiai a ridere.
"Che te ridi, non è divertente!"sbuffo il ragazzo.
"La tua faccia e il tuo tono, è serio!"esclamai ancora con le lacrime agli occhi.
"Ma va... Sai mi sto preoccupando" disse imbronciato.
"Ora non fare l'offeso, non c'è nulla che non vada in me, sono solo stanca ultimamente e poi mio padre mi sta attaccato come una calamita" cercai di mentire.
"Non mentire con me!" ringhiò.
"E tu non urlare in casa mia" urlai.
"Ma se sei tu che urla! Odio essere mentito spudoratamente in faccia, tu hai paura! E scoprirò di cosa!" spiegò duramente.I suoi lineamenti del viso si fecero duri, lo sguardo spento e i muscoli erano tesi, sentivo che era irritato e furioso, il suo cuore batteva più veloce e il sangue scorreva rapidamente nelle vene.
"Io non ho paura!" sussurrai.
Ma era troppo tardi, era già uscito lasciando la porta spalancata.Shane sapeva della mia profezia, glielo avevo raccontata io stessa la notte in cui la sognai ma comunque volevo capire, volevo sapere perché io e non qualcun altro.
Rimasi a guardare la soglia della porta per qualche secondo, dopodiché scesi le scale e corsi di fuori.
Camminavo a passo veloce, volevo schiarirmi la testa e tutte le cose che volevo gridare contro quel idiota.
Camminai lungo una strada, la ghiaia so muoveva sotto ai miei piedi, il vento soffiava e i rami degli alberelli si piegavano come fruste.
Qualcosa non andava.
Solitamente quel posto era pieno di persone, vecchietti che giocavano a carte davanti alla bottiglieria del paese, adolescenti che si divertivano, mamme con i figli ma oggi era tutto desolato, i negozi chiusi e nessuna traccia di persone.
Senza farmi prendere dal panico decisi di tornare indietro.Feci qualche passo, sentii un ruggito.
"Che scappi"disse una voce roca e profonda.
"No, vado solo a casa che mia nonna mia aspetta" dissi con voce tremante.
"Invece secondo me volevi spiegarmi perché cammini sola soletta su questa strada pericolosa"disse lo sconosciuto.
"Primo io non ho paura di te e secondo non sai con chi hai a che fare"ringhiai.
"Piccola, certo che so chi sei si no non starei qui per ucciderti."disse con voce mielosa.
"Uccidermi? Perché?"Domandai confusa.
"Sei una minaccia per me, ma se non vuoi essere uccisa diventerai mia"ringhiò.
"Io non saró né tua né di qualcun altro" sbuffai.
Decisi che era arrivata l'ora di combattere e smettere di essere paziente.
"Ora mia hai stufato ragazzina!"urlò lo sconosciuto."Abrah! Tu non le torci neanche un pelo!" urlò Shane.
Rimasi sbalordita.
Era venuto nonostante lo avessi trattato Male e gli avessi urlato contro era venuto per salvarmi.Gli dovevo un favore se uscivo fuori sana e salva da questo casino.
Quella notte non me la dimenticai.
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Buon pomeriggio!
Spero che questo capitolo vi piaccia!
il continuo con Abrah sarà nel prossimo capitolo.Vi saluto 😘
libero_le_ali
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Beautiful Moonlight
WerewolfVivo in due mondi contemporaneamente e completamente diversi tra loro. Vivo alla luce del sole come chiunque altro su questo pianeta ma vivo anche di notte tra la mia gente, tra i miei simili e tra tutte le creature invisibili agli occhi umani. Sono...