Ho capito che a 18 anni arrivare a casa dai propri genitori con un anello di fidanzamento al dito non li rende molto contenti, la mattina seguente mio padre mi aveva letteralmente segregata in cucina per "parlare" di quello che era capitato la sera prima, quindi era da quasi mezz'ora che eravamo chiusi in cucina
-Ma santissimo Dio Samantha! Cosa ci sarà dopo?! Non state insieme nemmeno da un anno e oltre ad essere incinta ti ha addirittura chiesto di sposarlo? Jocelyn e Sebastian sono stati insieme cinque anni prima che lui le chiedesse di sposarla...- io cercai di controbattere che anche Jo era rimasta incinta prima del matrimonio ma mio padre sembrò leggermi nel pensiero e sbuffò facendo uno strano gesto con la mano -...so bene che tua sorella è rimasta incinta prima del matrimonio ma ti ripeto che sono stati insieme cinque anni e saranno sei ancora prima che si sposino, penso che un figlio sia più che lecito...-
-Papà so bene che a te queste cose non vanno proprio a genio ma di sicuro non farò del male a mio figlio, mi dispiace ma davvero non ho bisogno di questo...- misi una mano davanti alla mia pancia appoggiando il palmo sul piccolo e ormai visibile rigonfiamento cercando di proteggerla da qualcosa di inesistente
-Ma questo lo so Samantha, per l'amor di dio, non ti direi mai di fare del male a tuo figlio, sai bene cosa ne penso, l'unica cosa che voglio dirti in questo momento è che a mio parere è troppo presto...ovviamente potrete sposarvi, ma tra un paio di anni, se non di più...tu sai quante coppie non riescono a stare insieme per più di un anno? Che si lasciano per una semplicissima litigata?-
In quel momento il mio cervello si era fermato all'ultimo pezzo della frase, stava sul serio dicendo che secondo lui io e Vince non saremmo potuti durare più di un anno?
A sentire quelle parole l'unica cosa che il mio corpo aveva deciso di fare era piangere, sentii il naso e gli occhi pizzicarmi, la mia gola seccarsi facendomi deglutire a vuoto un paio di volte e cominciai a torturarmi l'interno guancia cercando di far smettere la sensazione di pizzicorio... e probabilmente gli ormoni o il fatto che anche Jocelyn mi aveva avvertito che non l'avrebbero presa bene fece si che reagii alzandomi di colpo facendo cadere la sedia e camminai velocemente verso camera mia chiudendomi la porta alle spalle
-Samantha...- mio padre stava cercando di chiamarmi ma feci finta di niente, rimasi seduta sul letto per un tempo indefinito, sentendo solamente le voci dei miei genitori e quando finalmente decisi di alzarmi misi la giacca e dopo aver preso la borsa e le cuffiette scesi le scale e uscii dalla porta cominciando a camminare a passo spedito senza meta verso un luogo impreciso, con la musica a tutto volume nelle orecchie non feci caso a dov'ero arrivata, appena alzai lo sguardo dalla strada i miei occhi caddero su un piccolo bar dall'apparenza molto carino, le finestre erano grandi ed erano tutte attorniate da vasi di fiori colorati, l'insegna aveva un'enorme tazza da tea fumante e subito dopo la scritta: Tea Cup House, non l'avevo mai notato gironzolando per New York ed effettivamente tra gli Starbucks e gli enormi negozi con le insegne a neon non si sarebbe mai visto.
Entrai e subito un dolce odore di biscotti invase le mie narici facendo brontolare la mia pancia, non avevo fatto colazione, il mio stomaco e forse anche il bambino si stavano facendo sentire, mi sedetti su uno dei tavoli e in nemmeno mezzo minuto una ragazza con un grembiule rosa e azzurro pastello arrivò sorridente a prendere le ordinazioni, -Ciao, benvenuta nella Tea Cup House, cosa vuoi ordinare?- vedere il suo sorriso mi fece sorridere -Ciao, avete dello Yorkshire Tea? E con qualche dolcetto al cioccolato per favore- lei subito annuì trascrivendo tutto nel taccuino degli stessi colori del grembiule per poi andarsene salutando alcuni clienti che erano appena entrati dalla porta facendo suonare la campanella.
Dopo un paio di minuti la stessa ragazza arrivò con il vassoio in mano -Spero che il tea e i dolcetti siano di tuo gradimento- disse appoggiando anche i dolcetti io ringraziai e assaggiai una di quelle pastine e, Dio, avevano un sapore delizioso!
Rimasi dentro a quel negozio anche dopo che ebbi finito il tea e i pasticcini, mentre guardavo la gente entrare e uscire cominciai a pensare a tutto quello che mio padre mi aveva detto, sapevo bene che in parte aveva ragione forse era davvero troppo presto per queste cose, che tutte insieme avessero scombussolato quello che a lui piace chiamare "L'ordine universale delle cose"...la mia marea di pensieri venne interrotta dalla voce di una delle cameriere che mi stava chiamando -Signorina, mi scusi, ma il suo cellulare sta suonando da un paio di minuti- io sobbalzai sentendo che il mio cellulare stava effettivamente suonando e quando lo tirai fuori vidi che Vince mi stava chiamando, leggermente riluttante accettai la chiamata
-Hey Vince, che succede?- chiesi con cercando di sembrare più calma possibile, anche se il mio cuore stava battendo in modo a dir poco furioso
*Che succede? Samantha davvero mi stai chiedendo che succede?! Porca troia è da quasi un'ora che io, tua sorella, tuo fratello e i tuoi genitori, stiamo cercando di chiamarti e tu non rispondi! Sei incinta, cosa succederebbe se ti sentissi male e noi non sappiamo dove sei?* io sbuffai e mi alzai dal tavolo avvicinandomi alla cassa per pagare -Non dovete preoccuparvi, so badare benissimo a me stessa, avevo voglia di stare un po da sola e così è stato...- passai le banconote alla ragazza dopo aver letto la cifra dal piccolo display azzurro, nello stesso momento sentii Vince fare un respiro profondo e la voce di qualcun altro in sottofondo che gli chiedeva qualcosa;
*Va bene, se volevi stare da sola almeno potevi dircelo, o dirlo solo a me, giusto perché qualcuno sapesse dov'eri...quindi per cortesia, adesso sapresti dirmi dove sei così ti vengo a prendere?* io ormai, dopo aver salutato le cameriere, ero uscita dal negozio e mi ero incamminata fino ad uno dei tanti Starbucks - Sono davanti a Starbucks della Cinquantaduesima strada...- dissi sbuffando, sentii dall'altro capo del telefono Vince tirare un sospiro di sollievo *Okay, allora rimani ferma la che arrivo!* e con questa frase chiuse la chiamata facendomi sbuffare...
Chissà come mai alla fine era sempre colpa mia!
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Mi sono Innamorata del Prof.
Teen FictionLui sorrise malizioso e si avvicinò ancora di più "L'ho capito che ti piaccio" disse con un leggero ghigno posando i suoi occhi azzurri sui miei "Ma non dica cavolate!" risposi alzando gli occhi al cielo e arrossendo "Invece si, te lo leggo negli o...