14.

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È una giornata monotona come tutti gli altri giorni ormai.
Sono sempre chiusa in casa, mentre Jimin a volte esce, lasciandomi appunto sola oppure facendo venire Jin, visto che lo definisce il più affidabile del gruppo.

Sono stesa per terra, nel freddo pavimento, che scarabocchio disegni a caso in un foglio.
A interrompere ciò, è la presenza di Jimin, che si siede al bordo del divano, proprio dietro di me.
"Cosa fai?" Chiede provando a sbirciare.
"Nulla di particolare, faccio disegni a caso, visto che mi annoio più del solito." Scrollo le spalle sedendomi a gambe incrociate di fronte a lui.
"Interessante.
Stasera andiamo a una festa?" Chiede improvvisamente.
"Mh? Come scusa?" Spalanco gli occhi.
"Aish, ma ci sei o ci fai? Andiamo a una festa stasera.
Hai presente cos'è vero?!" Chiede sarcastico.
Lo odio quando fa così.
"Uh, una festa dove verrò rapita come la scorsa volta?" Inarco un sopracciglio.
"Cosa? No! Questa volta lo impedirò!
Starai con me tutto il tempo, ci stai?"
"Jimin non mi va di andare ad una stupida festa!" Dico alzandomo in piedi.
"Okay. Ci ho provato con le buone.
Andiamo e basta, se non vuoi che succeda qualcosa di brutto.
Ricorda, qua le decido io le cose." Fa l'occhiolino, roteo gli occhi al cielo.
**
Cher, sei pronta?" Grida Jimin dal piano di sotto.
"Sì Jimin, sono pronta." Grido a mia volta infastidita.

Non ho per niente voglia di andare a una stupida festa, ne tanto meno di andarci con lui.
In questi giorni è veramente fastidioso e cattivo, quindi non lo sto tollerando più di tanto.

Mi do un'ultima occhiata allo specchio.
Ho messo dei semplicissimi skinny jeans neri e un maglioncino stretto rosa, ai piedi indosso le all star alte bianche.
Tanto per far capire quanta voglia ho.
Scendo le scale e lo trovo stranamente con il telefono.
"Visto che mi hai messa tanta furia, andiamo?" Roteo gli occhi al cielo.
"Io faccio ciò che voglio. Chiaro?" Si avvicina a me.
Indietreggio con i passi fino a schiacciarmi al muro.
Mugola un "mh" e poi esce da casa, dove lo seguo.
Saliamo in macchina e ci dirigiamo a quella che sarà sicuramente una noiosissima festa.
Entriamo nel locale e subito individuiamo gli altri sei ragazzi.
Ci sono una ragazza sedute sulle gambe di Taehyung e una seduta sulle gambe di Namjoon, non posso non notare lo sguardo triste di Jin, vedendo quella scena, dopo ciò che mi ha detto, noto più spesso le cose.
Vado a sedermi accanto a lui, visto che lo vedo abbastanza solo e triste.

"Qua è tutto una merda, e cavolo, Namjoon facendo così fa rendere ancora tutto più schifoso." Dice lui abbassando lo sguardo.
Non so come ho fatto a sentire ciò con tutto questo chiasso.
"Jin, hai mai provato a parlarne con lui di questa cosa?" Chiedo io giocherellando con i miei capelli.
Si gira di colpo verso di me, per poi fare una risata amara.
"Non è la soluzione giusta.
Insomma, per lui sono come uno stupido giocattolo, quando non ha le sue puttanelle, viene da me, posa le sue morbide labbra sulle mie, dicendo che gli mancavo tanto." Scuote la testa ridendo falsamente.
Chiudo le labbra in una fessura, non sapendo più cosa dire.
"So che non sai cosa dire, ma è okay, perché neanche io so più cosa dire Cher." Dice il moro appoggiandomi una mano sul ginocchio.

"Cher andiamo a ballare." Jimin prende per una mano e mi trascina in pista.
"Cosa? Ma io non so ballare!" Scoppio a ridere guardandomi intorno.
"Credi che sappiano ballare qui dentro?" Inarca un sopracciglio, provocandomi ancora più risate.
"Ehm, no?"
"Allora nessun problema." Avvolge la braccia intorno alla mia vita e inizia a "ballare" (se così si può definire.)

"Jimin ho sete, vado a prendere qualcosa da bere." Dico dopo 10 minuti che siamo in quella pista.
"Vabbene, ma fa presto bambolina." Fa l'occhiolino, quel nomignolo mi ha fatto arrossire troppo.

Arrivo lì al bancone dove chiedo una bevanda qualunque al barista.
Accenno un grazie, e torno da Jimin.
Ma ciò che vedo, mi fa gelare il sangue.
Non ci voglio e non ci posso credere.
Jimin è lì, in quella maledetta pista, dove 5 minuti prima nemmeno, aveva le braccia intorno alla mia vita, che bacia una ragazza.
Riesco solo a vederla di spalle, ha lunghi capelli neri.
Butto per terra il drink pieno di qualche strano liquido, e con tutta la forza che ho, corro fuori da quel bar.

Perchè? Perché ho avuto questa reazione?
Alla fine io sono solo un "divertimento", chissà cosa mi accadrà una volta che si stancherà di me.
E io che pensavo che potesse cambiare, o meglio, me lo hanno fatto credere i suoi amichetti, che sicuramente sono uguali a lui, forse alcuni anche peggio.

"Cher? Che cazzo stai facendo?!" Mi sbraita Suga contro.
"Oh beh, dato che il tuo amico Jimin aveva da limonare con una tipa, mi sentivo un pò d'intralcio, tu che dici, mh?" Scuoto la testa.
"Andiamo dentro." Mi tira per un braccio.
"Così mi fai male cretino!"
Scrolla le spalle con menefreghismo.
Oh, che cosa bella quando tutti iniziano a far vedere i veri se stessi.
"A-aspetta Suga, io non voglio tornarci la dentro..." Mi fermo di botto, facendo quasi cascare il ragazzo dai capelli verdi menta davanti a me.
"Cosa? Perchè?" Si acciglia leggermente.
"Ecco, vedi..." Abbasso e inizio a modermi il labbro.
"Su! Parla!" Mi incita con un tono forse un pò troppo brusco.
"Uf, okay. Jimin stava pomiciando letteralmente con una ragazza, e mi ha dato un pò noia." Sento le guance diventare rosse.
Il ragazzo davanti a me scoppia in una risata, e io non posso fare altro che guardarlo male.
"Ahh, e va bene, vieni con me. Ci occuperemo di Jimin domattina principessa." Gira dall' altra direzione, cioè verso il parcheggio.
"Hai bevuto per caso?" Chiedo una volta saliti in macchina.
"Un pochino! Ma non preoccuparti, alla guida sono molto bra-" Non fa in tempo a finire la frase, che va subito a sbattere contro i cassonetti della spazzatura.
Mi metto una mano sulla fronte e scoppio a ridere.
Dopo aver ricevuto un'occhiata di fuoco, esce dal parcheggio, guidando così e così.

Entriamo in quella che dovrebbe essere la sua casa.
Mio Dio, è un orrore.
Nel salotto, ci sono siringhe sparse ovunque.
Sbuffo tristemente.
"Andiamo a dormire, ti presto una mia maglia." Mi porta in camera sua, dove mi lancia una felpa enorme.
"Esci però." Dico indicandogli la porta.
Alzando le mani in segno di resa, esce dalla stanza chiudendosi la porta alle spalle.
Dopo 5 minuti però, rientra.
Fortunatamente sono già cambiata.
Entriamo nel letto, io girata verso la finestra, e lui verso di me, infatti poi mi tira verso di se, abbracciandomi per la vita.
"Suga, perché ti droghi?" Chiedo improvvisamente.
"Perché è come una via di scampo, Cher. Ma ti prometto, che da domani, non ne farò più uso. Buonanotte." Dice lasciandomi un bacio sui capelli.
Annuisco, pur sapendo che non può vedermi.
**
Scusate per l'assenza e per il capitolo orribile.

I Love You || ❁Park Jimin❁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora