18.

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Sono le tre di notte, e io giustamente non riesco a dormire.
Ma noto che anche Jimin, che è di fianco a me, ha il mio stesso problema, mentre gli altri sei se ne dormono beatamente.

In queste sette ore di viaggio io e Jimin ci siamo rivolti si è no due parole, quindi ne approffito adesso, anche se vedo che è intento a guardare un film con le cuffiette.

"Jimin, hey." Gli sventolo una mano in faccia per farmi notare.

"Uhm? Si dimmi." Si sfila le cuffiette dagli orecchi per poi guardarmi.

"Niente. Mi annoio, e boh." Dico scrollando le spalle.

"Ti annoi, gli altri sei dormono, e vuoi parlare con me, non è così?" Inarca un sopracciglio per poi ridere.

"Più o meno sì." Ridacchio pure io.

"Parlami di te." Chiede improvvisamente.

"P-parlarti di me? Sai già un pò di cose, non è che ho una da ricordare o ancora peggio significativa." Probabilmente sto diventando rossa per l'imbarazzo.

"Dimmi ciò che vuoi.
Cosa ti piace e cosa non, le tue esperienze, suvvia, tutto ciò che vuoi." Sorride flebilmente.

Prendo un sospiro per poi iniziare a parlare:
"Beh, come già sai mi chiami Choi Cher, padre coreano e madre americana, ho una sorella, la quale sicuramente non gliene importerà minimamente di dove sono ora e di cosa faccio.
Il mio compleanno è il 28 dicembre, ma non mi è mai importato più di tanto.
Il mio colore preferito, anzi i miei colori preferiti sono il nero e il rosa chiaro.
Amo la musica e odio le feste come puoi aver già notato.
E poi boh, ti sto annoiando vero?" Dico tutto in un fiato.

"Affatto." Scuote la testa come a dire no "parlami della tua famiglia, se vuoi."

"La mia famiglia, mh, mio padre è morto che già ti ho detto, e mia madre si è trasferita in America quando avevo 15 anni, lasciandomi sola con mia sorella in quegli anni diciannovenne.
Eravamo una famiglia legata, fino a quando mio padre non morì, da lì cambiò tutto.
Mia mamma non poteva sopportare una cosa del genere quindi ha insinuato che andarsene via da sola avrebbe migliorato tutto.
Fra me e mia sorella non scorre buon sangue, se non lo hai capito."
Abbasso lo sguardo.
"Ora è il tuo turno parlarmi di te." Sorrido leggermente.

"Non ancora Cher, ti dirò poi il mio passato." Poggia una mano sulla mia.

Annuisco silenziosamente per poi guardare fuori dal finestrino.
Wow, devo dire che è qualcosa di magnifico, non ci avevo mai fatto caso prima d'ora.
Dopo aver guardato fuori per dieci minuti abbondanti, mi giro verso Jimin e lo trovo lì che dorme, come il resto dei sei.

Se prima volevo assolutamente tornare a casa, ora non mi interessa più.
Anche se Jimin è un bipolare, rapitore e stronzo, mi fa stare bene, certo, sono più le volte che litighiamo e che mi minaccia, ma non mi importa più, voglio restare con lui, anche se probabilmente si sarà stancato di me e una volta ottenuto ciò che vuole, mi lascerà al destino di tutte le altre.
La cosa è molto triste, ma ora non voglio essere negativa, visto che fra cinque ore scenderemo da questo aereo per ritrovarci nella magnifica Parigi.
Non pensadoci due volte, chiudo gli occhi per poi lasciarmi avvolgere dal sonno che sta prendendo parte.
**
Vengo svegliata da delle voci, ma cos?
Guardo l'ora dal mio orologio che segnano esattamente le sette e sedici di mattina.

Mi giro per vedere chi crea questo baccano e trovo Suga e Jin svegli.

"Buongiorno a voi." Dico fissandoli.
Quando notano che sono sveglia, subito sorridono entrambi.

"Ti abbiamo svegliata?" Chiede il moro facendo un sorriso preoccupato.

"Ehm si, ma non importa, tanto non ho più sonno." Mento.
Ho troppo sonno, ma oramai.

"Oh bene, stavamo facendo nomi cose città, vuoi giocare?" Suga sventola un foglio e una penna, annuisco, quindi il ragazzo dai capelli verdi menta mi lancia le due cose, e iniziamo a giocare per due orette, cioè fino a che non atterra l'aereo.

Jimin scende dalle scalette prima di me, per poi porgermi la mano per aiutarmi a scendere.
La stringo e scendo.
"Grazie" Dico sorridendoli.

"Non c'è di che, baby." Sorride a sua volta.
Quando mi chiama in quel modo arrossisco d'istinto, aish non va bene così.

"Avete otto giorni per fare queste smancerie, proprio quando scendete dall'aereo?!" Esclama Hoseok rimproverandoci.
Ridacchio leggermente.

Dopo aver preso le valigie, usciamo dall'aeroporto.
"Non ci resta solo che chiamare un taxi per poi andare in hotel, e successivamente andare a fare una girata." Dice Jin digitando qualcosa sul telefono, probabilmente il numero del taxi.

"Come sei genioso Jin, menomale abbiamo la mente nel gruppo." Tae avvolge un braccio intorno alle spalle di Jin, posso notare l'espressione un pò infastidita di Namjoon.

"Oh, m-ma io non faccio granché.
Piuttosto Nam, parlerai tu l'inglese per noi, vero?" Chiede Jin guardandolo in modo dolce.
Il ragazzo di fronte a lui annuisce.

"Bene, ho chiamato due taxi.
Quindi dividiamoci quattro e quattro.
Direi di fare:
Jimin, Cher, io e Namjoon in un taxi Tae, Jungkook, Suga e Hoseok in un altro."
Annuiamo tutti.
**
L'hotel è proprio di fronte alla Torre Eiffel, quindi, meglio di così non possiamo chiedere.

"Hai prenotato le stanze per l'ultimo piano, giusto?" Chiedo speranzosa a Jimin mentre aspetta il nostro turno per la chiave.

"Uhm no, al primo piano." Diventa serio.
Abbasso lo sguardo un pò triste.
"Ma scherzo sciocca, ovvio che ho prenotato le stanze all'ultimo piano, cioè all'ottavo, sennò che gusto c'era?!" Sorride per poi arrivare davanti al bancone per ritirare la chiave, con l'aiuto ovviamente dell'inglese di Namjoon.

Prendiamo l'ascensore per poi ritrovarci appunto nell'ultimo piano.

"Dunque, in totale abbiamo tre stanze, decidete voi come organizzarvi." Dice Jungkook scrollando le spalle.
È diventato molto taciturno questo ragazzo.

"Direi di fare:
Jungkook, me e Jin, Suga, Hoseok e Namjoon e Jimin con Cher, sapete, siamo pur sempre nella città dell'amore." Dice Tae facendo una faccia maliziosa ma ricevendo occhiatacce da me e il ragazzo con cui condividerò la camera.

Inserisco la chiave nella serratura, per ritrovarmi davanti una stanza bellissima.
Le pareti sono dipinte di un grigio chiaro, come il letto matrimoniale che è accanto alla enorme porta a vetro, chissà perchè proprio quello.
Ha una scrivania, un armadio e qualche quadro appeso e una porta posta accanto alla scrivania che sicuramente porterà al bagno.

Poso le valigie e apro subito la porta a vetro, di cui c'è un piccolo ma bel terrazzo.
La vista della torre eiffel è a dir poco mozzafiato.
Sorrido felicissima.

Sento una mano toccarmi la spalla e Jimin venirmi accanto.
"Ti piace principessa?"

"Veramente troppo."
Ci guardiamo, per poi unire le nostre labbra in un dolce bacio.

"Devo subirmi questo ogni volta che esco dal terrazzo?" Grida Hoseok seguito dalle risate di Namjoon.
Ci giriamo e notiamo che anche loro sono sul terrazzo della propria stanza.

Jimin caccia il dito medio verso quei due e poi mi abbraccia.
"Sono solo invidiosi." Ridacchia stringendomi di più a se.

Spero che tutto ciò non finisca mai...

I Love You || ❁Park Jimin❁Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora