Prologo

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Quando ero piccolo mia madre spesso mi raccontava di eroi valorosi, senza macchia e senza paura, che solcavano i mari e salvavano il loro Regno dagli attacchi che gli ormai estinti giganti spesso sferravano contro gli uomini.
Mi raccontava di principesse che attendevano di essere salvate dal loro futuro sposo e re.

Ogni racconto iniziava allo stesso modo, "c'era una volta".

E se da piccolo ancora non ne capivo il motivo ora invece lo so.

Semplicemente quei principi, quelle principesse, quei giganti non esistono più e mai più esisteranno.

O almeno, non in questo Regno.

Il Regno di Shingashina è un Regno pacifico, racchiuso e protetto dalle alte montagne della catena montuosa Wall Maria, chiamata così in onore alla Santa Vergine che secondo le leggende costruì le tre catene montuose, Wall Maria, Wall Sina e Wall Rose, a difesa degli ultimi esseri umani, rifugiatisi dai giganti.

Ma non sono altro che questo, leggende.

Stupidissime leggende.

I giganti non esistono, non credo siano mai esistiti, anche se molti sostengono il contrario.

Le principesse sono solo donnacciole che vendono il loro corpo per divertimento o per denaro, come misere puttane. Sono schizzinose, isteriche e viziate, altro che coraggiose e intrepide.

Non che i principi siano da meno.

Se si vestissero da donne è sicuro che confonderei i due sessi.

I principi però devono prepararsi a governare, quindi ad eseguire pratiche burocratiche e ad accontentare il popolo senza sfavorire gli aristocratici.

Ma prima di tutto questo devono prendere moglie.

Per assicurarsi una discendenza, certo, ma anche per unificare più regni.

Cose che mai avevo sperato di fare e che, in qualità di secondogenito, non spettavano a me, ma a mio fratello Zeke.

Si vocifera fosse figlio illegittimo del re, Grisha.

Non che questi fatti non fossero comuni ma nessuno osava contestare la sua eredità anche e soprattutto perché, in caso contrario, sarei dovuto salire io al trono.

E nessuno era entusiasta all'idea.

Io, sempre così perso nei miei pensieri, con la testa tra le nuvole.
Io, che sognavo di belle donzelle da salvare e giganti da sconfiggere.
Io, che di fronte alla dura realtà della morte mi ero rifugiato nelle mie stanze, disperato.
Io, che da quando ero nato avevo quel carattere a volte docile altre aggressivo, e che non mancavo mai ad una rissa con la gente del paese.
Io, con pochi pregi, e tantissimi difetti.

Molti nel Regno stimavano la mia bellezza e la mia femminile grazia, si vociferava che nei Regni più lontani, quelli vicini al mare, in molti invidiassero il mio aspetto, così delicato eppure così robusto, come dovrebbe essere quello di in vero uomo.

Accadeva spesso che principesse da regni remoti arrivassero al mio palazzo e chiedessero la mia mano, appoggiate dai genitori solo per la prosperità del mio Regno.

Ogni volta ero gentilmente costretto a declinare.

Non per volere mio ma dei miei genitori che, a mia insaputa, consapevoli dei pericoli che un viaggio come il loro poteva comportare, mi avevano promesso in sposo alla principessa del Regno di Trost, Mikasa Ackerman.

Ragazza dall'esotica bellezza e dal severo ed austero carattere, secondogenita, come me, di una famiglia ricca ed importante.

Il perché di questa scelta non lo seppi mai.

Donami te stesso - Ereri/RirenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora