Cap. 9 Giorno 2

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Il vecchio letto era stranamente comodo e le lenzuola profumate. Chiuse gli occhi e inspirò profondamente per immagazzinare quel dolce profumo il più a lungo possibile prima che l'aria umida e ammuffita della stanza lo risucchiasse facendolo sparire per sempre. Voleva tenerlo a sè più che poteva, come se da esso dipendesse la sua vita. Cosa avrebbe fatto se quel soffio fosse svanito? Le lacrime uscirono dalle palpebre chiuse e lei espirò, aprendo gli occhi.

Un ragno tesseva la sua trappola, sperando che un insetto ci capitasse proprio in mezzo, lei seguì con attenzione il suo incessante lavoro; chissà a cosa stava pensando?I ragni potevano pensare? Lui sapeva di sicuro come uscire di quì e lei avrebbe tanto voluto che le svelasse questo segreto, ma il ragno aveva finito il suo lavoro e scappò lontano, per non essere visto.

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Andrea sedette alla sua scrivania, congiunse le mani osservando il telefono.

Doveva chiamare la biblioteca di Verona e dirle che l'antico libro a lui affidato era scomparso.

Per un attimo accarezzò l'idea di raccogliere tutto ciò che aveva e scappare lontano sotto falso nome, invece fece un lungo sospiro e alzò la cornetta.

"Come sarebbe a dire che è scomparso?!" s'immaginava Agnese, la responsabile della biblioteca dove lui aveva lavorato per quattro anni e dove aveva imparato molto,con quel viso tondo, sempre sorridente e disponibile con chiunque e i dolci occhi grigi dietro a piccoli occhiali, anch'essi tondi... ci scommetteva che ora non sorrideva affatto, anzi! "Noi ci siamo fidati di te, Andrea!" con quel 'noi' intendeva 'io' naturalmente, ma il fatto di aver deluso più persone faceva sicuramente molto più effetto che averne delusa una sola "Sai cosa significa aver perso quel libro?! Ti rendi conto che la nostra città era orgogliosa di quel manufatto così antico?!" ecco fatto: ora aveva contro tutta la città di Verona! 

"Agnese, lo so, me ne dispiace profondamente, ma è stato rubato, non l'ho perso.. e le indagini sono a buon punto..e poi.. il libro è assicurato, no?" si rese conto di aver decretato la sua fine solo dopo aver pronunciato l'ultima di quelle infauste parole.

"No, scusa, ma tu stai paragonando un libro UNICO, scritto a mano dal valore storico e culturale immenso, con dei volgari soldi?!" s'immaginò la dolce Agnese trasformata in un drago pronta a sputare fuoco su di lui, il più reietto degli esseri umani.

"No, io.. scusa"

"Mi hai profondamente deluso Andrea" la donna riattaccò e Andrea rimase per un attimo con la cornetta in mano; non era vero, quel 'io' faceva molto più effetto del 'noi'.


"Si?!" tuonò il commissario alzando la cornetta, odiava essere interrotto mentre stava facendo il cruciverba! Lo aiutava a fare il punto della situazione durante un'indagine; le parole crociate riuscivano a liberare la mente dalla confusione e a concentrarsi su un unico punto.. a patto che non venisse disturbato dal telefono.   

"Scusi commissario, ma c'è un certo Andrea Cadonin che chiede di lei, dice che è urgente"   

del Pero aggrottò le sopracciglia, che altro era successo? 

"Bene,passamelo"

"Pronto? Commissario?"

"Si, mi dica Andrea"

"Commissario, come stanno procedendo le indagini sul libro?" del Pero sospirò.

"Senta Andrea, posso capire che per lei sia una cosa terribile, ma una persona è stata rapita. Temo abbia la priorità"

"Certo, capisco, ma vede a Verona.."

"Se le fa piacere parlerò io con loro e vedrò di calmarli un pò, va bene?"

"Oh, grazie commissario! Mi farebbe un grande piacere!"

Mise giù la cornetta e rimase perplesso a pensare "Certo è strano. Prima sparisce un libro, poi una ragazza che, in qualche modo è connessa ad esso" se il nostro commissario avesse saputo della sparizione del vestito, forse si sarebbe soffermato di più a quella strana coincidenza, ma il pensiero come era arrivato se ne andò e lui riprese a fare il cruciverba.


"Si, mi rendo conto" Andrea, dopo aver chiamato il commissario, ci pensò su e aveva composto il numero di Tania ed ora la donna lo stava ascoltando con pazienza sacrificando la sua pausa pranzo "Ma il commissario sa il fatto suo, vedrai che lo ritroverà"

"Posso capire  che può sembrare un'esagerazione la mia, ma se avessi sentito Agnese.." 

"Lo so, è una cosa davvero orribile per voi" in realtà a lei non interessava nulla di quel libro ammuffito e logoro, voleva solo tornare alla sua insalata di riso e alla rivista che stava leggendo, ma era lusingata che lui l'avesse pensata, quindi sopportò eroica quella voce che le dava sempre un certo effetto.. anche se era triste e un pò disperata.

Dopo averlo un pò risollevato, si mise a pensare ai due casi e giunse alla stessa conclusione del commissario, ma lei non mandò via quel pensiero: erano collegati. Non sapeva come nè perchè, ma con ogni probabilità chi aveva rubato il libro, aveva anche rapito Annalisa.

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Chissà che ore erano? Aveva fame. Quand'era stata l'ultima volta che aveva mangiato? Non se lo ricordava. Seduta sul letto guardava i suoi piedi nudi e sporchi e ripensò a quando, da bambina giocava scalza nei campi saltando dentro le pozzanghere e tornando sempre a casa tutta sporca di fango, sua mamma la guardava, si metteva le mani nei capelli e la sgridava "Quando imparerai a comportarti come una bambina e non come un maschiaccio??! Corri immediatamente a lavarti! E guai a te se sporchi qualcosa!" il ricordo di sua madre la fece di nuovo piangere ( quante lacrime poteva avere ancora?) e desiderò ardentemente una bella doccia che le lavasse via quel tremendo odore di muffa che sembrava ormai averle riempito le narici; e la paura che non la lasciava mai.. oh si, quella prima di tutto! Voleva che l'acqua le spazzasse via quella tremenda, sorda paura che non l'abbandonava mai.

Il mistero del drago bluDove le storie prendono vita. Scoprilo ora