Libro Uno, Capitolo Tredici, "Legame"
Precedentemente;
Mio padre strinse la sua presa sul mio braccio e tutto mi sembrò accadere a rallentatore mentre le luci si frantumavano sul pavimento.
Sentii puro terrore che mi attraversava quando le luci si spensero e rimasi nell'oscurità più totale.
Delle urla rimbombarono per la stanza e io sentivo il cuore martellarmi nel petto.
Non riuscii a pensare a un momento dove avessi provato più terrore.
Una mano mi prese il polso, e prima che me ne potessi accorgere, la mia bocca si aprì in un urlo involontario.
"Papà!"
Mi morsi la lingua dopo aver verbalizzato quella parola.
Non avrei dovuto dirla, ma è stato istintivo.
Chiudendo forte gli occhi, sapevo che non avrebbe fatto molta differenza.
Mi sembrarono minuti agonizzanti dopo quando sentii uno scoppio da dietro di me e la mano che impugnava il mio polso mollò la presa.
Sorprendentemente nuovo paio di mani mi presero.
Invece di uccidermi, come mi sarei aspettata, mi tirarono a loro.
Fui travolta da un abbraccio di Niklaus; mi strinse sul suo petto, calmamdomi
"Va tutto bene, amore. Sono qua, sono qua." Parlò in modo veloce per calmarmi, come se non fossimo nel mezzo di un'imboscata.
Nascosi la faccia nel suo petto, cercando di non piangere per lo spavento.
C'erano ancora delle urla che facevano eco. Facevano eco tutto intorno a noi. Tutto sparì, tuttavia. Mi sentivo intorpidita.
Un minuto o due dopo le luci si accesero e sentii i lamenti confusi delle persone.
Non mossi la mia faccia, la tenevo semplicemente nascosta nella sua giacca.
Avevo intuito che stesse ispezionando l'area ed ero contenta che non sembrasse dell'idea di allontanarmi da lui.
Se apparivo come mi sentivo, allora potevo capire perché stesse cercando di calmarmi.
"Cosa posso fare per te, Hope? Cosa vuoi fare?" Mi chiese, allontanandosi momentaneamente così che i suoi occhi potessero incontrare i miei.
Quando finalmente parlai, la mia voce tremava tanto quanto il mio corpo.
Scossi la testa. "Voglio andare a casa." Mi corrucciai mentre il suo sguardo si addolcì. "Papà, voglio tornare a casa."
Annuì immediatamente. "Andiamo, piccola."
Mi avvolse tra le sue braccia e mi accompagnò fuori dalla porta, ignorando tutti quelli che cercavano di fermarlo per parlarci.
Una volta arrivati fuori mi tirò su - un braccio dietro la mia schiena e un braccio sotto le mie ginocchia - e corse verso casa.
Quando entrammo, Marcel ci bombardò di domande.
Mio padre gli mandò uno sguardo, uno che gli diceva che si sarebbe occupato di lui dopo, poi si ritirò su per le scale con me ancora tra le sue braccia.
Arrivò alla sua camera, mi mise sul letto. Mi guardai intorno mentre lui si rintanò in bagno.
Un minuto dopo uscì dal bagno e si era cambiato. Io stavo ancora tremando.
Mi passò una sua maglietta a maniche lunghe.
"Tieni, non voglio che tu indossi il vestito più del necessario."
Annuii e presi la maglietta.
Lui andò nell'angolo della stanza, girato di spalle per lasciarmi cambiare.
Quando ebbi finito, si avvicinò a me e spostò le lenzuola, rimboccandomi le coperte.
Non potei fare a meno che sorridere internamente per quanto quel gesto mi fece sentire una bimba piccola.
Si piegò in avanti e mi baciò la fronte, senza dire niente mentre si avviava per uscire dalla stanza.
"Papà, vieni a sdraiarti con me?" Ero stanca e spaventava, non mi importava ciò che dicevo.
Un piccolo sorriso apparì sulle sue labbra e lui annuì, facendo il giro del letto e stendendosi vicino a me.
Avvolse un braccio attorno a me e io mi girai per guardarlo in faccia, nascondendo la testa nel suo petto.
Chiusi gli occhi, cercando di addormentarmi.
Un pensiero scoppiò nella mia testa e aprii la bocca per parlare a bassa voce.
"Ho una famiglia." Non sembrava vero all'inizio. "Grazie, per essere mio padre"
Mentre cominciavo ad addormentarmi, sentii un'ultima frase.
"Grazie, Hope, per essere mia figlia."
NDT
Non ci sarò per almeno due settimane, quindi ho pensato di aggiornare.
Ah, ho anche pensato che sarebbe carino firmare i capitoli quindi...
- Gaëlle
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The Twisted Life Of Hope Mikaelson (Traduzione Italiana)
FanfictionLA CONTORTA VITA DI HOPE MIKAELSON. LA STORIA NON È MIA, IO LA TRADUCO SOLTANTO. TUTTI I CREDITI VANNO A feministic (ANCHE LA COPERTINA) CHE MI HA DATO IL PERMESSO DI TRADURLA DALL' INGLESE ALL' ITALIANO. I DO NOT OWN THE STORY, I'M ONLY TRANSLATING...