Father

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Capitolo cinque: Padre

Hope non sapeva cosa dire. Dopo tutte quelle aspettative e preoccupazioni, erano entrami lì.

Anche lui era silenzioso, la stava guardando semplicemente. I suoi occhi brillarono e tutti capirono che erano bagnati dalle lacrime.

Stava guardando sua figlia. La sua erede. La sua carne e il suo sangue.

"Sei tornata."

Hope annuì lentamente, non confidando nella sua voce che non avrebbe retto.

Con solo tre passi si avvicinò alla ragazza che inizialmente pensò fosse arrabbiato, ma la prese semplicemente tra le sue braccia, nascondendo la faccia tra i capelli di sua figlia.

E Hope lo abbracciò forte, per riflesso, aggrappandosi al suo giubbotto di pelle e notò qualcosa.

Sentiva qualcosa adesso che era a New Orleans. Qualcosa era scattato.

Si sentiva a casa.

Zia Rbekah e Zio Elijah uscirono qualche minuto dopo,  Klaus era sempre lì, sempre abbracciato a lei.

Non riusciva a chiamarlo "padre". Non ancora. Aveva paura di usare quella parola, così non ne usò nessuna.

Era facile chiamare gli altri "zio" e "zia", ma le parole "padre" e "madre" erano troppo forti per lei da usare.

Lui si staccò dopo quelli che dovevano essere stati dieci minuti e prese Hope dalle spalle, guardandola.

I suoi occhi balenarono sul soffitto e lei capì che stava trattenendo le lacrime. L'Ibrido Onnipotente stava piangendo, per lei.

Sorrise debolmente ed espirò.

"Wow." Incontrò i suoi occhi. "Sei anche più bella di quanto mi ha detto Rebekah."

Un piccolo sorriso arrivò velocemente alle labbra di Hope.

"Grazie." Uscì come un sussurro. "Lei dice che è perché non assomiglio a te."

Sentendo la mia voce, sorrise sotto i baffi, prima di ridere un po'.

"Ora," cominciò, "Vorresti incontrare tua madre?"

Hope annuì eccitata e un po' spaventata.

Quindi Klaus mise una mano sulla parte inferiore della sua schiena e la spinse delicatamente alla porta, nel corridoio e giù per le scale, dirigendola verso quella che sembrava la cucina.

Tuttavia, invece di trovarci Hayley, trovarono un uomo che Hope scoprì più tardi chiamarsi Marcel. E Marcel salutò Klaus con un sorriso.

"E questa chi è?"

Klaus sembrò raddrizzarsi. Ovviamente, Marcel stava scherzando. Sapeva esattamente chi Hope fosse e la salutò scompigliandole i capelli.

"Marcel ti ha salvato la vita il giorno in cui sei nata." Disse Klaus.

Le mie sopracciglia si alzarono. "Io, oh. Voglio dire - io..." Hope prese un respiro profondo. "Grazie. Non ne sono tanto sicura, ma penso che sia la risposta più appropriata."

Marcel mostrò un sorriso bianco e Klaus sembrava pendere dalle sue labbra. Non voleva perdersi una sola parola.

"Marcel," Klaus cominciò. "Sai dove sia Hayley?"

Marcel annuì e indicò dietro di lui.

"Se ne è appena andata."

Gli occhi di Klaus balenarono. "Con chi?"

Marcel sembrò calibrare tutte le sue reazioni prima di rispondere. "Jackson."

The Twisted Life Of Hope Mikaelson (Traduzione Italiana)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora