7. I can't resist

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Quando Joshua tornò a casa, non ebbe quasi il coraggio di guardare in faccia Jeonghan, ma non ebbe neppure il coraggio di negargli un altro appuntamento il giorno seguente, sempre a casa sua.

Se ne andò e, una volta girato l'angolo della strada, si mise le mani tra i capelli, accasciandosi contro un muro e iniziando a piangere.

Una signora che passava, con le buste della spesa in mano, lo guardò con fare compassionevole, chiedendogli se avesse bisogno d'aiuto; lui si limitò a scuotere la testa con fare negativo, rivolgendole un sorriso forzato.

Tutto ciò che stava facendo era profondamente sbagliato.

Non avrebbe mai nemmeno dovuto rivolgere la parola a quel ragazzo dai capelli lunghi che, solo ora se ne rendeva conto, gli aveva completamente rapito il cuore e annebbiato la mente.

Però ormai aveva peccato

E non era possibile tornare indietro.

Il giorno seguente pioveva e Joshua si presentò davanti alla porta di Jeonghan, con un piccolo sorriso sulle labbra.

"Buongiorno" gli disse sorridendo il più grande, chinandosi quel che bastava per lasciare sulla sua fronte un piccolo bacio.

Joshua arrossì, ancora non era abituato a quel genere di attenzioni e, soprattutto, ogni volta che ne riceveva e ne dava si rendeva conto dei suoi peccati.

"Ti piacciono i videogiochi?" Chiese ad un tratto il ragazzo dai capelli lunghi

"Sono una frana"

"Perfetto, anche io; vediamo chi è peggio?" concluse quindi Jeonghan, sventolando una piccola scatola contenente un gioco per la PlayStation molto in voga al momento.

Joshua acconsentì ridacchiando ed entrambi si sistemarono sul morbido tappeto del salotto, armati di joystick e cibo svariati snack.

Contro ogni previsione di Joshua, in realtà Jeonghan era molto bravo nei videogiochi: gli aveva mentito!

Si girò con fare indignato verso di lui:

"Mi hai mentito! In realtà sei bravissimo con i videogames!"

Mise un finto broncio.

Jeonghan si sporse verso di lui, gli baciò prima la punta del nasino, poi le labbra, quasi impercettibilmente.

Si ritrasse e gli fece la linguaccia.

"Può essere"

Joshua assunse una finta espressione scandalizzata

"Tu... tu!" Esclamò, pungolando con il dito il petto dell'altro ragazzo e spingendolo finché quello non si ritrovò sdraiato a terra.

"Io?" Ghignò Jeonghan, afferrando Joshua per i fianchi e portandoselo a sedere in grembo.

Il più basso cominciò a tirare piccoli e giocosi pugnetti all'altro, che non voleva saperne di lasciarlo andare.

Jeonghan si alzò a sedere di scatto, avvicinandosi repentinamente a Joshua e lasciandogli soffici baci su tutto il viso, finché il più piccolo non posò le labbra sulle sue.

Decisero di godersi il momento assaporandosi lentamente, niente avrebbe potuto metter loro fretta.

Labbra soffici si scontravano e denti le mordevano e tiravano delicatamente, lingue si intrecciavano e respiri si fondevano in un unico e solo soffio d'amore.

Le mani di Joshua erano intrappolate a palmo aperto sul petto di Jeonghan e, in quel modo, era in grado di sentire il battito accelerato del ragazzo.

Sorrise teneramente nel bacio.

Quello significava che a Jeonghan importava di lui, non era solo uno da una botta e via.

Tutti i dubbi che aveva prima scomparvero.

<<Chissenefrega di tutto>> pensò, abbandonandosi alle sensazioni del momento; voleva solo avere quel ragazzo al suo fianco anche in futuro, non solo in quel momento.

Jeonghan fece scivolare le dita sotto all'oro della maglia dell'altro, posando le sue mani aperte sui suoi soffici fianchi; Joshua emise un basso gemito del quale un po' si vergognò.

Non passò molto tempo prima che si ritrovassero entrambi senza vestiti, le loro pelli a contatto provocavano quasi scintille.

Quel pomeriggio lo passarono a scambiarsi frasi e parole dolci, a baciarsi e a fare l'amore.

Perchè era così che a Jeonghan piaceva vederla.

Lui con Joshua stava facendo l'amore.

Non era sesso, non era un semplice atto dedito a placare le voglie della carne, era molto di più.

Jeonghan si sentiva connesso con Joshua non solo fisicamente, anche mentalmente e spiritualmente.

Si era preoccupato di cercare di far stare il più piccolo il meglio possibile, aveva quasi pregato perché egli non sentisse alcun dolore e stesse solo incredibilmente bene.

Ogni gesto compiuto quel giorno fu pieno di una dolcezza infinita e meticolosa, che proveniva dal profondo del cuore.

Arrivarono al culmine insieme, abbracciandosi e sussurrando l'uno il nome dell'altro.

Jeonghan coccolò Joshua finché quello non cadde tra le braccia di Morfeo, si affrettò poi a pulirlo e a coprirlo con le soffici lenzuola del suo letto.

Alla fine si immobilizzò a guardare il ragazzo: dormiva con un piccolo sorriso sulle labbra, le ginocchia piegate e quasi strette al petto, le mani vicino al viso in una posa che di solito assumevano i bambini per sentirsi più al sicuro nel loro letto.

Non riuscì a resistere, afferrò la sua amata reflex e scattò a Joshua un'infinità di foto, prima di finire di sistemarsi e coricarsi di nuovo al suo fianco, abbracciandolo e coccolandolo come avrebbe voluto fare per sempre.

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Scusate se non ho descritto la scena nei particolari come nelle mie altre ff, ma temevo di poter rovinare il momento che ritengo estremamente romantico~

In ogni caso, spero che il capitolo vi piaccia!

Un bacino~

Vostra,
Diamond

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