Lies

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Diario di una ragazza fragile

Mi chiamo Emily e ho 16 anni. Ho perso la madre da piccola e da allora vivo con mio padre,un alcolista. La mia vita da allora è inutile..molto spesso ho la sensazione di essere diversa,di vivere in una gabbia che mi tiene nella sua morsa e non mi da la possibilità di scppare da questa routine...

Oggi è  un normalissimo giorno come tanti. Mi sono svegliata con le bestemmie di mio padre,ci siamo insultati fino a poco prima di uscire di casa e come al solito ho mal di testa. Decisi di non andare a scuola,tanto non si sarebbero neanche accorti della mia mancanza i miei compagni. Per loro sono inesistente...

Posai lo zaino,praticamente vuoto,sul terreno. Mi sedetti appoggiando la schena al tronco di quell'albero secolare e misi la testa tra le mani. Pulsavano le tempie,un dolore lancinante,insopportabile. Ogni giorno era sempre più forte e non sapevo perché,non avevo la febbre. Quando capitava iniziavo a vedere tutto sfocato e gorgogliava lo stomaco. Ormai c'ero abituata ma comunque non riuscivo a sopportare il dolore,in nessun modo...quando finalmente riuscii a rialzarmi mi guardai attorno. Mi piaceva quel posto,ci venivo spesso,per calmarmi. C'era un albero enorme altissimo,tutt'intorno muschio,erba e qualche tronco secco. Ogni tanto se mi nascondevo e restavo in silenzio per un po' arrivavano anche dei cerbiatti. Erano bellissimi e maestosi. Proprio mentre ci pensavo una di quelle bestie sbucò e iniziò a brucare senza accorgersi della mia presenza. Rimasi immobile...si stava avvicinando...avevo il cuore a mille,era davvero bellissimo. Gli occhi marroni tondi e il muso umidiccio. Una foglia scricchiolò poco lontano e l'animale si allontanò di corsa,peccato mi mancava pochissimo per riuscire a toccarlo. Mi rimisi lo zaino sulle spalle e tornai a casa,tanto mio padre a quest'ora non c'era.

Aprii la porta e un suono assordante mi fece tremare i denti. Così acuto da rompermi i timpani. Mi portai le mani alle orecchie ma non servì,l'intensità del suono non diminuì. Mi abbassai a terra appoggiandomi sulle ginocchia. Ero china per terra con le orecchie tappate. Il rumore durò pochi secondi che mi parvero interminabili e poi tutto tacque. Avevo per caso perso l'udito? E cos'era stato a produrre un tale fastidio?

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