Prologo

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Sospirando si avviò al suo armadietto, fregandosene delle risatine e delle prese in giro che gli studenti gli riversavano addosso. Oramai era abituato e alcune volte non ci faceva neanche caso. Alcune volte. Altre ci dava davvero peso alle cattiverie che la gente gli diceva e non sapeva neanche perché. Sapeva di essere sbagliato. Insomma, era l'unico omosessuale in quell'istituto. O almeno l'unico dichiarato. Sapeva di essere il più sfigato di tutta la scuola e alcune volte si chiedeva come mai non era riuscito a conquistare un po' di popolarità in cinque anni passati in quei corridoi.
Louis Tomlinson, diciottenne sfigato, era preso di mira da praticamente tutta la scuola.
Per fortuna era il suo ultimo anno lì, poi sarebbe andato all'Università e sperava che lì non capitasse nuovamente la storia dello "sfigato quattrocchi". Si chiedeva cosa ci fosse di male nel portare gli occhiali. Insomma, non era mica colpa sua se non ci vedeva bene, diamine!
Sospirò e sorrise quando notò Liam appoggiato al suo armadietto.
"Louis!" lo salutò l'amico, ricambiando dolcemente il sorriso e abbracciandolo.
Louis si strinse a lui e chiuse gli occhi, beandosi di quell'abbraccio. Liam era il suo migliore amico, si conoscevano da quando entrambi portavano ancora il pannolino. Aveva diciassette anni, un anno più piccolo di Louis, ma questo non aveva mai avuto importanza per nessuno dei due.
Liam era uno dei pochi che non lo prendeva in giro o che non lo spintonava nei corridoi.
Si erano promessi di non tradire mai la fiducia dell'altro ed entrambi erano sempre stati di parola.
"È andata bene la lezione di psicologia?" chiese premuroso il più piccolo, spostandosi per permettere al suo amico di aprire l'armadietto.
Louis gettò il libro di psicologia in esso e prese fra le mani quello di matematica "Si certo" mormorò, richiudendo l'anta.
"Secchione" Liam gli lasciò un buffetto sul naso e Louis ridacchiò. Sapeva che stava scherzando, sapeva che non l'aveva detto per prenderlo in giro, solo per infastidirlo un po', come facevano di continuo uno con l'altro d'altronde.
"E invece a te? Com'è la nuova professoressa di geografia?" chiese Louis, iniziando a camminare.
Liam lo affiancò e fece spallucce "È leggermente fastidiosa, cioè, la sua voce è leggermente fastidiosa" disse, un cipiglio fra le sopracciglia.
Louis aggrottò la fronte confuso "In che senso?"
Liam sospirò teatralmente e si tappò il naso con due dita "Salve ragazzi, sono la professoressa Scout" cantilenò con la voce nasale, facendo scoppiare a ridere Louis che "Oh dio, davvero parla in questo modo?" chiese.
"Già" Liam parlò nuovamente col naso tra le dita, facendo ridere più forte il ragazzo al suo fianco.
Poi lo sguardo di Louis venne catturato da qualcos'altro, o meglio, da qualcun'altro.
Harry Styles, spalle larghe, gambe lunghe e sexy, labbra rosse e carnose e occhioni verdi da cerbiatto. Harry Styles, il ragazzo più popolare della scuola. Harry Styles, la cotta stratosferica di Louis da quando era entrato in quella scuola.
Harry non era come tutti gli altri popolari, era diverso. Non picchiava o infastidiva i più piccoli, non spalleggiava nei corridoi. Era un normale ragazzo di diciotto anni che si faceva gli affari suoi, solare, allegro. Certo, alcune volte faceva baldoria, affiancato dal suo amico biondo "Niall l'irlandese" ma era comunque un teenager, era normale. E Louis era completamente innamorato di quel ragazzo da cinque fottuti anni appunto per questo. Perché era diverso.
Il primo lato negativo di tutta quella situazione era che la sua cotta per il riccio era così evidente che ormai tutti se ne erano resi conto, anche il diretto interessato ma sembrava che non gli importasse. Lo prendevano in giro ogni volta che si presentava l'occasione.
Il secondo era che Harry era dannatamente etero.
In poche parole? Non aveva speranze.
Come al solito si incantò nel guardare quello splendido ragazzo. Quelle fossette, quel sorriso....
Era sicuro di stare per sbavare ma si ridestò grazie ad una voce maschile che gridò "Guardate Tomlinson com'è ammaliato" facendosi sentire per tutto il corridoio.
Tutti gli studenti iniziarono a ridere e Liam digrignò i denti mentre cingeva con un braccio la vita del suo migliore amico. Voleva almeno provare a dargli conforto.
"Smettila di guardare Styles in quel modo, Louis. Sei uno sfigato e gli sfigati non hanno nessuna possibilità con i popolari"
Louis socchiuse la bocca e arrossì quando si accorse dello sguardo di Harry su di lui. No, no, no, no!
Quello era il primo sguardo che il riccio gli riservava e no, non doveva essere a causa di tutto quello!
Abbassò immediatamente lo sguardo e corse verso i bagni, ignorando i richiami di Liam. Era stato così imbarazzante! Okay, Harry sapeva della sua cotta, ma che bisogno c'era di fargli fare quella figura di merda davanti a lui? Non si erano mai spinti fino a quel punto.
Si chiuse in uno dei cubicoli e si sedette sulla tavoletta chiusa del bagno, lasciando campo libero alle lacrime. Era sempre così difficile, ogni anno la stessa storia. Perché non veniva lasciato in pace? Cosa c'era di male nel portare gli occhiali? Cosa c'era di male nell'amare lo studio? Cosa c'era di male nell'essere gay? Cosa c'era di male nell'amare una persona?
Era un semplice essere umano, aveva occhi, naso, bocca, orecchie, tronco, braccia, gambe e tutto il resto come gli altri. Tutti gli insulti che aveva dovuto ascoltare fino a quel momento non avevano fatto altro che fargli odiare se stesso. Perché era già da cinque anni che si sentiva sempre più sbagliato, sempre più fuori posto. Nessuno era come lui, quindi era lui l'intruso.
Quei pensieri peggiorarono solo le cose e si ritrovò a singhiozzare mentre si stringeva le gambe al petto. Voleva andarsene, ma le lezioni? No, poteva essere anche un rammollito, ma lui ci teneva allo studio, ci teneva al suo futuro.
Sentì delle voci provenienti dall'antibagno e così cercò di bloccare i singhiozzi, ottenendo scarsi risultati.
"È il mio migliore amico, ci vado io" sentì dire e quella era la voce di Liam. Con chi stava parlando?
"Lo so, okay, ma mi dispiace davvero tanto per quello ch'è successo e mi sento in colpa, lasciami parlare con lui" e quella voce era.... Harry? Harry Styles? Cosa ci faceva Harry fuori con Liam? No, aspetta un secondo. Ha detto di volergli parlare perché era dispiaciuto per l'accaduto e no, dio no! Non poteva farsi vedere dalla sua cotta in quello stato. Era già convinto di non avere possibilità, figuriamoci se lo vedeva conciato come un piccolo bambino piagnucolone!
"Come faccio a fidarmi di te? Non ti è mai importato nulla di lui fin ora, non ti sei mai interessato di tutto questo! Certo, ovvio, tu sei popolare" sentì dire da Liam e lo immaginò agitare le mani in segno di provocazione e presa in giro. Quello gli fece spuntare un piccolo sorriso, ma proprio piccolo.
"È il fatto di essere popolare che a me non interessa, pensavo che ormai lo avessero capito tutti!" sbottò il riccio ma non sembrava arrabbiato. Piuttosto, sembrava infastidito.
Passarono alcuni secondi in cui ci fu solo silenzio e Louis abbassò la testa, credendo che il ragazzo di cui era innamorato se ne fosse andato stizzito.
"Va bene, okay, ma ti do cinque minuti" sentì dire da Liam e il liscio si coprì il viso con entrambe le mani. No, Harry non era andato via e il suo migliore amico gli aveva dato anche il permesso di andare da lui. Non bastava la figuraccia che aveva fatto qualche minuto prima?
"Ti prego, ti prego, ti prego" sussurrò Louis, sperando che la campanella che segnava l'inizio di una nuova lezione suonasse.
Non voleva parlare per la prima volta con Harry in quelle circostanze, no!
Sentì bussare e dopo poco la porta si aprì.
Abbassò la testa, maledicendo se stesso per non aver chiuso a chiave. Dio, dio, Harry era lì. Harry aveva chiuso la porta ed era entrato nel cesso. Cazzo!
"Ehi Louis?" mormorò delicatamente il riccio, abbassandosi sui polpacci.
Louis non accennò ad alzare la testa, non voleva farsi vedere con le lacrime ancora fresche che scivolavano sulle sue guance, gli occhi lucidi e il naso rosso.
Non accennò neanche a rispondere con un monosillabo, così Harry si morse il labbro e gli afferrò delicatamente il mento, alzandogli il viso, sussurrando un "Ehi guardami"
Louis tirò su col naso e incastrò il suo sguardo in quello verde del ragazzo davanti a lui.
"Mi dispiace per quello ch'è successo. Davvero, non dovrebbero prenderti in giro solo per una cotta. Diamine, sono abbastanza grandi, dovrebbero sapere che neanche all'asilo si fanno queste cose" Harry cercò di rassicurarlo mentre gli asciugava le lacrime dalle guance.
Harry lo stava guardando, Harry gli stava parlando, Harry lo stava toccando. Gli stava asciugando le lacrime, gli stava accarezzando le guance.
"Sono uno sfigato" iniziò Louis con un sussurro "È praticamente una regola prendermi in giro ed è praticamente una regola quella che dice che lo sfigato deve subire tutto" le sue guance si colorarono ma i suoi occhi non si staccarono da quelli del riccio.
Quest'ultimo aggrottò la fronte "Non sono regole" disse quasi come se fosse la cosa più ovvia di questo mondo "E tu sei uno che segue le regole?" chiese poi.
Louis ci pensò per un attimo, poi scosse la testa "No, ma quelle della scuola si"
Harry rise morbidamente e Louis abbassò la testa per nascondere un sorriso. Harry stava ridendo, per qualcosa che lui aveva detto. Gli stava regalando un sorriso, una risata.
Grazie a quel suono si sentì molto meglio ed ebbe il coraggio di rialzare lo sguardo, non mascherando il suo sorriso.
"Buono a sapersi!" disse allora Harry "Perché sai, potrei invitarti alla festa che do a casa mia, domani sera"
Louis spalancò gli occhi. Harry lo aveva appena invitato a casa sua? Cioè, ad una festa a casa sua?
"Ma gli sfigati non vanno alle feste dei popolari" mormorò quasi meccanicamente.
Harry sorrise "Ma tu non segui le regole fuori dalla scuola" gli fece notare, alzando un sopracciglio in segno di sfida.
Louis sorrise, un sorriso vero. Dio, si stava accorgendo solo in quel momento del perché amasse così tanto quel ragazzo.
"Quindi, verrai e farai vedere a tutti che sei fottutamente gay, che hai una fottuta cotta per me e che nonostante questo, sei fottutamente normale!" sbottò scherzosamente il riccio e Louis scoppiò a ridere, constatando che mai aveva riso così con qualcuno. Solo con Liam o con la sua famiglia.
"Ci stai?" chiese conferma il riccio, sorridendo dolcemente.
"Va bene" Louis annuì, perché ehi, anche lui era un liceale e voleva divertirsi!
"Ah e porta anche il tuo amico, Liam. Mi piace quel ragazzo, ha le idee molto chiare e in più sarei più tranquillo a non saperti da solo, se magari ti perdo di vista"
Cosa? Voleva tenerlo d'occhio? Volevo stare con lui alla festa?
Si morse un labbro per trattenere un sorriso e annuì "Okay, glielo dirò"
"Perfetto!" esultò il riccio "Allora vi aspetto domani" gli fece un occhiolino prima di alzarsi e uscire fuori.
"Ti avevo detto non più di cinque minuti!" gli ricordò Liam e Harry ridacchiò "Amico, sta calmo! È tutto tuo adesso" disse, prima di uscire dal bagno mentre la campanella suonava.
Louis uscì dal cubicolo e si lavò la faccia al lavandino nell'antibagno.
"Cosa ti ha detto?" chiese Liam, incrociando le braccia al petto in attesa.
"Be', nulla, mi ha consolato, si" annuì il maggiore, pulendosi la faccia con un fazzoletto di carta.
"E..?" lo incitò Liam, sapendo che non era tutto.
"Ha invitato entrambi alla sua festa domani!" strillò peggio di una femmina Louis, saltellando fino al suo amico e abbracciandolo.
Era felice.

Angolo autrice: Saaalve ragazze! Eccomi qui con una nuova storia! Per chi non mi conosce già, sul mio profilo potete trovare "I love you", sempre Larry Stylinson.
Ripeto le avvertenze:

1- Non mi interessa se le visualizzazioni e i voti sono pochi, continuerò a pubblicare lo stesso fin quando la storia sarà finita.
2- Non ci sarà un vero ordine di giorni per la pubblicazione, lo farò solo se ho tempo, non ci saranno giorni prestabiliti comunque.
3- Accetto voti, commenti buoni o cattivi che siano e per favore se avete intenzione di bestemmiare e insultare vi prego di non farlo.
4- Accetto anche che vogliate fare pubblicità.
5- NON VI PERMETTETE A RUBARMI LA STORIA PERCHÉ GIURO CHE VI FACCIO PASSARE I GUAI. SE VI PIACE COSÌ TANTO DA VOLERLA RISCRIVERE SU ALTRI SOCIAL VI PREGO DI CHIEDERE IL PERMESSO A ME. VALE LO STESSO PER LE TRADUZIONI. E SE DOVESSE CAPITARE, VOGLIO TUTTI I DIRITTI.

Detto questo, spero sia chiaro il concetto. Mi auguro che vi piacerà questa storia quanto vi è piaciuta "I love you"

E detto anche questo, ci vediamo domani con il Capitolo 1

Eighteen [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora