Prologo

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Era visibilmente tesa, le gambe molli e la gola secca. Si guardò più volte allo specchio, rassicurandosi mentalmente sul fatto che fosse piuttosto carina e decisamente provocante quella sera. Era quello il maggiore dei suoi problemi; sarebbe riuscita a non cedere sotto il suo sguardo?

Sì, voleva che lui la vedesse in maniera diversa da tutte le altre, tutte quelle che era abituato ad avere ai suoi piedi. Anche lei lo desiderava, ma voleva essere di più di una delle tante per Francesco, voleva essere quella ragazza.

La vibrazione del suo telefonino la destò da quei pensieri, riportandola alla realtà. Sullo schermo apparve il suo nome, seguito dal breve sms:
"Sono sotto casa tua".

Sophie si specchiò un'ultima volta nella sua piccola, ma accogliente stanza: i leggings neri di pelle erano aderenti e seguivano perfettamente la linea dei suoi fianchi sinuosi, il corpetto di pizzo nero, con una leggera scollatura a balconcino, metteva in risalto i suoi, seppur piccoli, seni tondi e alti, uno stivaletto nero lucido col tacco la alzava di qualche centimetro, nascondendo lievemente la sua bassa statura. Le lunghe ciocche nere erano mosse e ricadevano morbide sulla schiena, la frangetta era stata spostata di lato sulla destra del viso, così da non oscurarne i penetranti occhi. Aveva scelto il solito trucco, ovvero matita nera, eyeliner e mascara, facendo così risaltare quelle profonde e lucenti iridi verdi. Aveva evitato accuratamente il rossetto, sapendo che le sue labbra sarebbero state impiegate in faccende ben più interessanti del puro e semplice dialogo.

Si diede una spruzzata di profumo e indossò il suo cappottino nero, pronta ad affrontare il freddo di quella sera di gennaio. Mise il cellulare nella tasca della giacca, spense la luce e uscì dalla sua stanza.

«Ciao, io esco.» sussurrò orpellata, osservando la donna alla sua destra, seduta comoda al tavolo rettangolare nel centro della sala.

«Non fare tardi!»
La voce apprensiva della madre la fece bloccare sulla soglia dell'ingresso.

«Mamma, ho più di vent'anni, sono ormai grande per queste raccomandazioni. Comunque, il mio amico domani lavora, quindi non tornerò tardissimo! Ciao.»

Fece un cenno di saluto con la mano, dandole le spalle, mentre prendeva le chiavi di casa per poterle riporre accuratamente nella tasca libera del cappotto.
Scese le scale del piccolo condominio aggrappandosi alla ringhiera, sperando di poter trovare in quell'oggetto inanimato un altro tipo di appoggio, quello che le sarebbe servito per affrontare quella serata con lucidità.

L'aria fredda investì Sophie non appena mise piede fuori di casa, ricacciando in un cassetto le preoccupazioni.
Fece qualche passo, raggiungendo la sua macchina, una BMW Serie 4 nera, e il ragazzo che la stava aspettando all'interno.

Bussò al finestrino dal lato passeggero e vide Francesco girarsi verso di lei e sorriderle, mentre azionava il pulsante di sbloccaggio delle portiere.
Il suo cuore saltò un battito, quando notò quel sorriso illuminargli il viso, creando delle adorabili fossette, pensando a quanto fosse bello e a quanto gli fosse mancato in quelle settimane.

Salì sull'auto e ricambiò il sorriso, inchiodando i suoi grandi occhi verdi in quelli marroni di lui, vedendoci una sabbia dorata, una spiaggia al tramonto e il mare a fargli da cornice.

Distolse per prima lo sguardo, sentendo il cuore battere all'impazzata per quel contatto visivo.
«Ehi...Ciao.»

«Buonasera, bellezza. Sei molto carina stasera.»
Lei si sentì avvampare per l'imbarazzo di quel complimento, cercò di deglutire e rispose un timido «grazie», allungandosi poi verso di lui e schioccandogli un leggero bacio sulla guancia.

Dopo essersi riseduta comodamente sul sedile si allacciò la cintura e, senza guardarlo direttamente, gli chiese dove l'avrebbe portata.
«Conosco un posto tranquillo, sempre se non hai cambiato idea.»

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