Capitolo 5 - Ritorni

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Terminato il pranzo, Sophie si apprestò al bancone per saldare il conto, mentre l'amica fece una scappata fugace al bagno per darsi un'ultima sistemata, prima di porgere "l'arrivederci" all' affascinante sexy boy, come l'aveva chiamato lei.
Il ragazzo in questione, scrutò il viso della mora con sguardo curioso, analizzandone i lineamenti, tanto da metterla in soggezione.

«Hai uno sguardo famigliare, sai? Dove potrei averti già vista?» Domandò quasi più a sé stesso che alla ragazza.
Anche lei aveva avuto la stessa impressione e, come lui, si chiedeva perché il suo volto non gli fosse nuovo. Sentiva che la risposta era nascosta nei meandri della sua testa, ma in quel momento il cervello non volle collaborare per aiutarla.

«Non saprei, non sono mai venuta nel vostro locale prima di oggi. Ti faccio i miei complimenti per come lo avete migliorato. Mi auguro che le persone che lo frequentano siano migliori di quelle che giravano qui un tempo.»
A quell'affermazione, occhi blu scoppiò in una fragorosa risata, facendo sorridere la persona che l'aveva scatenata.

«Nemmeno tu sei una fan degli snob che bazzicavano questo posto da quel che vedo. Tranquilla, il livello si è alzato nettamente, anche se qualcuno di loro si presenta ancora da queste parti. Non vogliamo rendere lo Starlight una specie di circolo privato, aperto solo ai boriosi. Abbiamo dato un tocco di glamour, ma la semplicità e il divertimento sono le basi del nostro progetto.»
Il viso di Matteo si rilassò a quelle parole, dimostrando quanto amasse il proprio lavoro e quanto fosse fiero di quello che aveva realizzato.

«Potrei pensare di venirci più spesso allora, dopo tutto è anche merito vostro se il mio stipendio è regolare ogni mese.»
Il ragazzo la guardò incuriosito per quell'affermazione, divertendo Sophie per l'espressione buffa che gli si era dipinta sul volto.
«Io e la ragazza con cui hai quasi pomiciato poco fa lavoriamo nello studio commercialistico a cui vi siete affidati tu e i tuoi soci.»
Le gote del ragazzo diventarono subito rosse per l'imbarazzo provato a quell'affermazione.

Fu Giorgia a interrompere quello scambio di battute tra i due, palesandosi con una studiata andatura accattivante.
«Soph, io ho fatto. Gliel'hai già proposto il nostro aiuto?»
La bionda si posizionò davanti all'amica per osservare più da vicino il ragazzo, che aprì la bocca con fare sorpreso, distogliendo lo sguardo dalla ragazza davanti a sé e puntandolo verso la mora.

«Ti chiami Sophie? Sophie con la pihacca?»
Incuriosita da quella domanda si limitò ad alzare le sopracciglia, inconsapevole se rispondere o meno.
«Sì, si chiama Sophie con la pihacca; c'è qualche problema per caso?» Fu l'amica a rispondere per lei, adirata per l'interesse del ragazzo verso l'altra.

Come se si fosse ripreso da una notizia sconvolgente, Matteo tornò a fissare la persona che le aveva posto quel quesito, con fare divertito.
«Oh no, nessun problema. Allora, quale sarebbe quest'aiuto che vorreste propormi?»
Giorgia si voltò interdetta verso l'amica, cercando di capire se anche lei fosse confusa per la reazione del ragazzo. L'altra, si limitò a risponderle con un'alzata di spalle, disorientata anch'essa da quella domanda, ma soprattutto dal sorriso consapevole e divertito che gli era spuntato sul volto.

La bionda tornò a puntare le sue iridi verdi in quelle azzurre di lui per proporgli i suoi servigi.
«Io e la mia amica lavoriamo per lo studio commercialistico a cui vi siete affidati, quindi, stavo pensando... visto che siamo qui, se ti serve puoi dare a noi la documentazione del mese, così da non dover perdere tempo a portarcela.»
La ragazza accompagnò le sue parole con un movimento spontaneo della mano che andò a finire su quella di lui con finta nonchalance.

Matteo fissò le dita lunghe e affusolate di lei, portandosele poi alla bocca per farle un baciamano che la fece arrossire.
«È un pensiero molto gentile, splendore...» Distolse lo sguardo da quello di Giorgia, allungandosi leggermente sulla destra per osservare velocemente l'altra ragazza con un ghigno divertito, tornando poi a guardare la prima.
«Ma purtroppo il mio socio ha preso questa mattina le fatture da portarvi. Doveva passare da alcuni fornitori prima, ma mi ha assicurato che entro sera vi avrebbe consegnato il tutto.»
Le due non capivano cosa ci fosse di così divertente in quella frase, ma il biondo non lasciò loro il tempo di teorizzare troppo.

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