Capitolo 19 - Ehi, bionda, sto parlando con te!

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Il cuore di lui intraprese una lesta marcia quando riuscì a scorgere i suoi smeraldi lucenti in quella calca ammassata e un sorriso gli nacque spontaneo sul volto. Quel gesto non passò inosservato alla sua interlocutrice, voltatasi anch'essa verso la ragazza che aveva catturato l'attenzione del bruno, riconoscendola unicamente perché fissava Francesco con sguardo rabbioso, trovando la situazione esilarante.

Sophie notò il risolino di quella bionda provocante che si allargò sul suo bellissimo viso triangolare, sollevandole gli zigomi, e sentì la collera crescerle dentro.
Era gelosa; gelosa di un ragazzo che però non era il suo.

Sentì sul suo fianco una forte stretta, che la costrinse a voltarsi, trovandosi alle sue spalle il proprio fidanzato.
La ragazza agì d'istinto, senza pensare alle motivazioni sbagliate che la muovevano a compiere quel gesto; appoggiò le mani dietro al collo di Daniele e lo baciò con veemenza, cingendo tra le dita la sua chioma bruna, mentre lui la strinse saldamente dai fianchi.

Francesco sentì una potente fitta al petto, come se un coltello lo stesse lacerando lentamente per prolungare la sua pena. Un mix di emozioni attraversarono il suo corpo: delusione, tristezza e rabbia. Si ritrovò spettatore accidentale di quella scena, inconsapevole che lo avrebbe dilaniato così profondamente vederla tra le braccia di un altro uomo.
Era conscio che ci fosse qualcuno nel suo cuore, ma immaginarlo era più digeribile che vederlo.

La mora si staccò da quell'abbraccio, sorridendo a Daniele e accarezzandogli la guancia crespa per via della barba. Un tocco leggero e veloce.
Sì volto verso Francesco, questa volta con sguardo trionfante, mettendo in mostra la perfetta dentatura bianca, osservando il volto corrucciato di lui.

Si sentì forte perché gli aveva appena dato la dimostrazione che non era più quella fragile ragazza di sette anni prima, troppo benevola per ribattere a tono ai suoi comportamenti da seduttore incallito, ma una donna sicura, che sapeva colpire e fare male.
Non era certa della reazione di lui, ma vedere quell'espressione risentita la fece gongolare, appagata dal fatto che anche Francesco fosse, in qualche modo, geloso di lei.

«Quando hai finito di sbaciucchiarti il tuo bello, puoi rispondere alla mia domanda?»
Le parole di Giorgia, pronunciate con tono scocciato, la ridestarono da quei pensieri, portando quindi la sua totale attenzione verso l'amica. Il viso della bionda era teso, contrariato. Le mani al petto e la bocca piegata in una smorfia laterale fecero capire a Sophie che la ragazza fosse in attesa da un bel po' di tempo.

«Sì, per me un Coca Malibù!» affermò, cercando di stemperare quella tensione con un sorriso tirato e sistemandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Appena l'amica le diede le spalle, la mora tornò a puntare gli occhi su Francesco, il quale non la stava più osservando, ma era impegnato a preparare dei cocktail per altri clienti.

La bionda con cui lui si stava intrattenendo prima le passò a fianco, sorridendole, per poi allontanarsi verso le scale che davano al piano superiore.
Sophie seguì ogni suo movimento con attenzione, finché non sparì dalla sua vista.

«Non ci pensare neanche!» La voce di Daniele la fece sussultare e automaticamente si portò una mano sul cuore, come se quel gesto potesse aiutarla a riprendersi dallo spavento.
Si voltò verso di lui con un'espressione confusa dipinta sul volto, facendo così capire al ragazzo di proseguire quella frase, dandogli un senso logico.
«Il guardaroba è all'inizio del secondo piano, così abbiamo dato un'occhiata alla sala. Lì sopra è peggio che qua sotto! La gente balla tutta ammassata ed è impensabile che una claustrofobica come te possa sopportare una calca simile.»

Definirla claustrofobica era un po' esagerato. Lei prendeva tranquillamente gli ascensori e la metropolitana, si chiudeva nei camerini senza problemi e non temeva l'avventurarsi nelle grotte.
Odiava però essere circondata da troppe persone in luoghi ristretti e le calche che non le permettevano di muoversi liberamente.

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