6. Il tenebroso con l'amico simpatico

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Jessica

Gli allenamenti di football sono fantastici. Ragazzi che corrono sul perimetro del campo, altri che fanno flessioni e altri ancora che fanno una breve pausa chiacchierando e sorridendo. Quel primo giorno di scuola non lo avrei mai più potuto scordare per questi motivi. Tuttavia, eravamo arrivati quasi alla fine e vedevo perfettamente il nervosismo di mio fratello, che si muoveva sugli spalti e lanciava occhiate svogliate a tutti. Lo capivo perfettamente: si stava pentendo.

Evan era solito a non fare le cose senza prima una profonda riflessione. Quando ha chiesto ai gemelli di portarlo al campo di football, sono rimasta scioccata. Non aveva mai voluto sfoggiare la sua bravura nelle altre scuole. Qualcosa oggi deve averlo convinto. O magari l'incontro con qualcuno.
Automaticamente, gli occhi mi caddero su tutti i fratelli Rossi fino a concetrarsi su Chiara. Stava guardando con interesse il campo, più precisamente un ragazzo alto con i capelli castani. Aveva sulla maglia il numero 'tre' e il cognome 'Brown'. Feci passare lo sguardo dalla ragazza al ragazzo per un paio di volte, poi mi alzai e mi sedetti accanto a lei.

《Vedo che hai una certa preferenza per un certo Brown.》
Le dissi piano per non farmi sentire dagli altri mentre un sorriso divertito mi occupava le labbra. Lei mi guardò accennando una risata.
《Mi hai beccata, temo. Si... si chiama Julian Brown. È il mio ragazzo.》
Mi sorrise. La guardai e poi guardai il ragazzo.
《Beh, da lontano sembrerebbe un bel ragazzo, alto e magro.》
《Si ed è la seconda persona più simpatica che conosco. Inoltre si adatta alle persone e si trova bene con tutti.》
Metabolizzai le sue parole per memorizzare le caratteristiche di Julian e farmi un'idea su di lui. Poi pensai alla sua prima frase.
《Se il tuo innamorato è il secondo, chi è il primo? Intendo...il più simpatico.》
Lei mi sorrise. Il suo sguardo cadde per qualche secondo su Evan che stava guardando a terra mentre uno dei gemelli, credo Riccardo, gli parlava. Poi, Chiara guardò il ragazzo biondo che prima si era presentato a mio fratello come il capitano della squadra: Rusty Ryder.

《Rusty è assolutamente la persona più simpatica che si possa conoscere. Ti fa sbellicare, sono fortunata ad averlo come amico.》
Sorrise guardando Rusty come se fosse ancora più prezioso di Julian.
《È il tuo migliore amico, vero?》
Lei annuì e mi sorrise.
《Io e Rusty ci conosciamo dall'asilo. Lui mi è sempre stato accanto e non potrò mai ringraziarlo abbastanza. È quella persona di cui ti fidi e sulla quale puoi sempre contare. Sai cosa intendo, no?》

È stato come se non avessi avuto il cuore per i due secondi più lunghi della mia esistenza. Distolsi lo sguardo da lei. Le labbra mi tremavano leggermente e i miei occhi guardavano il niente.
《Si, Chiara. Purtroppo so cosa vuoi dire.》
Lo dissi lentamente. Mi faceva male ripensare al mio passato. Ryan e Oliver ne erano la causa.

Erano due gemelli, come me ed Evan. Ryan l'Angelo e Oliver il Demone. Ryan era sempre al mio fianco, il mio migliore amico. Gli avevo rivelato il piano mio e di Evan nei confronti di Ethan Marcus Jones, la nostra ultima anima, l'ultima persona. E lui mi aveva tradita. Aveva detto tutto ai famosi Dio e Lucifero. Ci misero fretta, ma riuscimmo comunque a concludere il nostro piano. Perdendo però ogni cosa.

Chiara mi guardò, forse decidendo se dirmi qualcosa o meno, ma in ogni caso non fece in tempo. Il suo migliore amico si era catapultato sugli spalti di fronte ad Evan con un po' troppa fretta. Il fiatone per l'allenamento mischiato al sudore e all'emozione per il nuovo componente della squadra lo facevano sembrare un cane in calore.
Mio fratello lo guardò negli occhi, sospirando. Si alzò riluttante e mi lanciò uno sguardo svogliato. Di rimando gli sorrisi, sotto gli occhi di tutti i presenti.
Mi ero preoccupata, prima, alla scenetta con il bullo. Ogni passo falso poteva farci scoprire e dovevamo prestare molta attenzione, anche se in quel momento avremmo dovuto essere al sicuro.
《Se vuoi la ragazza può venire con noi.》
Rusty mi sorrise in modo gentile. Evan scoppiò in una breve risata.
《Preferisco mia sorella di gran lunga qui con loro che con noi nell'ufficio del coach. Grazie lo stesso, biondino.》
Rusty spostò lo sguardo su di lui sempre sorridendo.
《Non c'è di che, spilungone. Ma ora dobbiamo andare, non vedo l'ora di sapere cosa dirà il coach.》
Ryder sembrava quasi saltare dalla felicità. Spinse giù dagli spalti mio fratello e si avviò veloce verso l'ufficio del coach, con il mio gemello al seguito. Mi guardai attorno e mi alzai vedendo Chiara chiamarmi con la mano. I gemelli si erano alzati e stavano andando anche loro verso la sorella. Mi aggiunsi al gruppo.
《Jessica, lui è Julian Brown. Julian, lei è Jessica...》
Chiara mi guardò. Forse non era ancora a conoscenza del mio cognome. Strinsi la mano a Julian con un sorriso.
《Parker. Jessica Parker.》

Ok, dietro questo cognome c'è una storia molto avvincente. Il primo giorno sulla Terra, io ed Evan ci sentivamo molto disorientati. Procedemmo sulla stradina dove eravamo sbucati, in mezzo a una specie di bosco. Una volta raggiunta la città adiacente, la prima cosa che saltò ai nostri occhi era un grosso cartellone pubblicitario con scritto 'Spiderman' e subito sotto 'Peter Parker, un ragazzo dalle mille ragnatele'. Da subito quel cognome piacque sia a me che ad Evan. Ed ecco perché ci chiamiamo come Spiderman. E, so che ve lo state chiedendo, il "bosco" in cui ci siamo materializzati era Central Park, a New York. A nostra discolpa, è davvero enorme.

《Molto piacere. Sei la sorella del nuovo arrivato?》
Julian mi squadrò con un sorriso amichevole.
《Si, si chiama Evan.》
Lo guardai sorridendo, poi guardai l'ora.
《Oh, è meglio che vada. Devo sistemare tutte le cose per la casa nuova. Domani ci dobbiamo trasferire.》
Sorrisi e tutti mi salutarono, sorridendo a loro volta. Mi allontanai per una decina di metri tenendo ancora lo sguardo sul gruppo, finché non scontrai qualcuno che evidentemente, come me, non stava guardando dove andava. Lo scontro era stato debole, quindi entrambi eravamo illesi e in piedi. Alzai lo sguardo e guardai il ragazzo che mi guardava, aveva uno sguardo freddo.
《Scusami, non ti ho visto...》
Cercai di scusarmi, ma il ragazzo rimase impassibile. Era alto, gli occhi e i capelli castani. I suoi vestiti erano tutti completamente neri, tranne per una maglietta rossa che spuntava da sotto la felpa. Mi guardava negli occhi senza spiccicare parola, fino a quando una terza persona pose fine al nostro gioco di sguardi.
《Jessica..em, ho il piacere, o dispiacere, di presentarti il mio amico Spencer Crick. Spencer, lei è Jessica Parker, per favore, non spaventarla.》
Julian stava guardando il suo amico sorridendo. Spencer gli lanciò uno sguardo. Con uno sbuffo mi superò, facendo attenzione a non sfiorarmi. Rimasi immobile e cercai lo sguardo di Julian per una spiegazione. Lui alzò le spalle.
《Scusalo, ha qualche problemino a socializzare con le persone. Vedrai, ci farai l'abitudine. Ci vediamo domani.》
Il ragazzo mi sorrise e si allontanò, seguendo il suo tenebroso amico.

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