17. Il colpo (parte1) - Diabolik

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Non fu facile alzarsi dal letto quel giorno. Il nervosismo per il furto si fece sentire e la dipartita del nostro amato Buster, avvenuta il giorno prima, non migliorò la situazione. Adoravo quel cane, ci ero cresciuto insieme ed ero seriamente convinto che fosse davvero uno dei miei migliori amici. Quel giorno avrei preferito delegare a qualcun altro il compito per il quale, invece, mi ero preparato da così tanto tempo. Ma non potevo deludere gli altri. Dovevo rimanere concentrato.
Ore 19,24
Jessica Chastain apparve sul red carpet indossando un abito di De La Renta, al collo il famigerato diamante. I flash dei fotografi non si risparmiarono. La guardai intensamente in televisione dal divano della sala. Mi dispiaceva quasi crearle un simile problema.
Ore 20,30
Iniziò la cerimonia degli Oscar. Battute sul Governatore, battute sul Presidente, battute su Clooney, battute sul cibo, battute sul meteo...
Ore 22,25
- “Mamma! Io esco!”. Lo zaino con il necessario era già pronto dal giorno prima con tutto il necessario per entrare e per uscire, Mark e le ragazze erano venuti a prendermi a casa. Andavamo con un'auto solamente.
Ore 23,40
Raggiungemmo la villa in anticipo rispetto all'arrivo del diamante, ma le tempistiche erano giuste per evitare Alexis e i suoi ragazzi. Quando scesi dall'auto mi sembrò di essere tornato indietro nel tempo, alla sera dell sopralluogo. Era tutto dannatamente tranquillo e immutato. Io, Nicki e Mark scavalcammo la recinzione facendo attenzione al possibile arrivo del cane famelico. Non era amichevole come Buster. In caso gli avremmo dato dell'allettante cibo per cani imbottito di sonnifero. Fortunatamente non ce ne fu bisogno ed arrivammo all'ingresso senza problemi. Mark diede uno sguardo all'interno e vide la spia rossa dell'allarme. Questa volta era attivata. Deglutii. Volevo tornare indietro.
- “Ok ci siamo” disse Nicki “Il codice è 9315, lo sai”
- “Si si...”
- “Il sensore per la disattivazione è li dietro la pianta. Appena ci dai l'ok lo riattiviamo noi”
- “Ok...”
- “Poi saremo in macchina ad aspettarti in ogni caso”
- “Mh-mh”
- “Hai il telefono silenzioso? Controllalo sempre che ti scriviamo cosa succede qui fuori. E fai attenzione a scendere dopo perchè...”
Mark intervenne “Nicki! Gli stai solo mettendo ansia! Lascialo stare, lo sa cosa deve fare”
- “Ok...” mi baciò, era più nervosa di me. “Ti amo, a dopo”. Scostai la pianta indicatami e trovai la scatoletta con la tastiera. 9315. La serratura scattò è la porta si apri leggermente, sbirciai all'interno e vidi che il lumino era diventato verde. Mi feci coraggio ed entrai. Mi aiutai con il cellulare ad illuminare la zona ma mi ricordavo bene come raggiungere il piano superiore. Una volta di sopra cominciò la parte più noiosa: entrare nel gigante armadio nella camera padronale ed attendere. Scrissi a Nicki e lei riattivò il sistema dall'allarme. Dopo cinque minuti non riuscivo già più a stare fermo li dentro. Ho sempre avuto questo problema: in aula a lezione, in aereo, in macchina, sul divano... ovunque. Non riuscivo a mantenere la stessa posizione a lungo e iniziai a divincolarmi. Cercai una sistemazione più comoda che mi desse più sollievo per più tempo. Per fortuna non ero uno sprovveduto e avevo installato nel telefono “Piante vs Zombie”. A mezzanotte e dieci mi arrivò un messaggio da Nicki che mi avvertiva che avevano intravisto un'altra auto, probabilmente quella del gruppo della Neiers. Beh, in fondo a me non cambiava molto per il momento. La mia unica preoccupazione era piantare girasoli e sparasemi. Dieci minuti dopo un altro messaggio. Due tizi della sicurezza entravano con una valigetta. Chiusi l'applicazione e attesi. Sentii le voci in corridoio. Mi agitai ma continuai a pensare che non avrebbero mai aperto l'armadio, perchè mai avrebbero dovuto farlo se non gliene davo motivo? Dovevo stare immobile, un rumore ed ero fottuto. Entrarono in camera. Uno dei due si lamentava dell'orario, abitava fuori Los Angeles e ci avrebbe messo un'altra ora almeno prima di toccare il letto. Non resistetti, mi appoggiai con la schiena sul lato interno e strisciai verso l'alto. Appoggiai delicatamente una mano sull'anta dell'armadio e spinsi l'equivalente di un paio di millimetri. Vidi due figure. Spinsi ancora un po'. La tela con il dipinto astratto era sul letto, uno dei due uomini in giacca nera apriva la cassaforte piccola, l'altro aveva aperto la valigetta e teneva in mano qualcosa. Volevo vederlo quel dannato diamante ma non ci riuscii. Allentai la pressione sull'anta e questa si rischiuse dolcemente. Aver visto quale delle due cassaforti lo avrebbe contenuto era già più di quanto mi potessi aspettare. Volevo muovermi ma non lo feci. Solo quando senti scattare l'interruttore della luce e gli uomini allontanarsi tirai un sospiro di sollievo. Scrissi a Nicki:
Dimmi quando li vedi andare via in macchina”
Visualizzò subito. La risposta non si fece attendere.
“Andati”
Scattai fuori dall'armadio sempre con la torcia del cellulare accesa, levai la tela e tirai fuori la tastierina portatile. Rimasi un attimo perplesso. Cazzo... andava bene per la cassaforte grande, non quella piccola. Era misura standard.
- “Ma porca puttana...” E adesso? Preso dalla disperazione provai comunque a sovrapporla. Non combaciavano gli agganci. Però se la tenevo ferma in mano... feci un tentativo e la azionai facendo attenzione a non muoverla di un millimetro. Seguii la procedura che mi aveva insegnato Mark e funzionava! Iniziò ad elaborare i codici, ero di nuovo in una posizione scomoda ma cercai di resistere. Con la coda dell'occhio intravidi un nuovo messaggio di Nicki. Riuscii a leggere solo l'anteprima:
"Entrano ora Alexis, il messicano e...”
Merda! Non potevo ritrovarmeli qui! Ancora prima di iniziare a imprecare la cassaforte scattò. Deo Gratias. Il momento che attendevo da mesi! Feci il lavoro sporco, mi sentii il Diabolik della situazione. Richiusi la cassaforte e rimisi la tela. Aprii la portafinestra e uscii sul balconcino che dava sul giardino. Avevo una bella corda con moschettone automatico per calarmi ma non c'era tempo, gli altri stavano salendo. Notai un folto cespuglio qualche metro più giù.
- “Oddio di prego...” sospirai e... mi buttai di sotto. Sentii prima il rumore del tonfo e solo dopo il dolore al fianco. Mi alzai goffamente e mi nascosi dietro ad un albero per riprendermi. Da un primo check up verificai che non mi ero rotto niente per cui mi diressi, molto meno Diabolik, verso il perimetro della proprietà oltre qualche avevo lasciato i ragazzi.
Scavalcai la recinzione e appena raggiunsi la macchina aprì di scatto la portiera lanciando lo zaino e salendo altrettanto velocemente.
- “Dai andiamo, parti parti!”
- “L'hai preso?” chiese Mark.
- “No, la tastiera non era della misura giusta”. Evitai di incrociare i loro sguardi, sistemai lo zaino tra le mie gambe.
- “Cazzo... va be sei stato grande comunque”
Solo in quel momento me ne accorsi.
- “Dov'è Nicki?”
Mark sospirò, quasi rassegnato. “Non ti piacerà...”

The Bling Ring 2.2 - Make it twoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora