malintesi

597 41 11
                                    

Lo guardo sorpresa per qualche istante, incantata dalle sue iridi nere.
"D-dimmi"
È l'unica parola che riesco a sputare.
"L'hai tenuto"
Dice lui indicando il mio ciondolo.
Io annuisco ma non dico nulla.
Ho paura di ciò che veramente deve comunicarmi.

"Perché?"

Continua lui.
Io rimango muta per ancora qualche secondo prima di aprire bocca.

"Tante cose"

Dico io stando sul vago.
Vedo il suo sguardo interrogativo e proseguo.

"Ci sono varie ragioni, in primis mi dava la speranza di un tuo ritorno"

Dico.
Lo sento sorridere alla parola "speranza".

"Inoltre immaginavo che questo oggetto ti stesse a cuore, non potevo non prendermene cura"

Gli sorrido.
I suoi occhi adesso sembrano coperti da un velo indecifrabile.. tristezza?"
Adesso non mi guarda più.
È impegnato a frugare nella sua sacca alla ricerca di chissà cosa.
Tira fuori una bottiglia d'acqua e ne prende un lungo sorso.
Alzo il viso facendomelo accarezzare dalla brezza della sera.
La mia pelle si fa baciare dagli ultimi raggi del sole,che oramai sta scomparendo tra le montagne, lasciandomi alla penombra.

"Di cosa volevi parlare quindi?"

Lo incoraggio io.
Lui esita un po'.

"Devo partire."

Mi si ferma il cuore.
Lo guardo con gli occhi sgranati .

"Q-quando?"

"Domani pomeriggio."

Rimango in silenzio cercando di trattenere le lacrime... ma è difficile.

"Capisco"

Cerco di mantenere un contegno ma un singhiozzo mi tradisce.
Mi alzo in fretta e raccatto alla bene e meglio le mie cose.

"S-scusami ma.. m-mi sono ricordata di avere un impegno con Ino"

"Sak.."

Non gli faccio terminare neanche il mio nome che sono già scappata tra i cespugli.

«STUPIDA, STUPIDA, STUPIDA!"

mi ripeto mentre corro.

"COME HO POTUTO SPERARCI"

Adesso sono libera di piangere, ma non mi fermo, anzi accelero la mia corsa.

"STUP.."

Nella foga del momento inciampo drammaticamente in una radice e
vengo catapultata contro il tronco di un albero. L'impatto mi toglie il fiato.

Annaspo alla ricerca di aria, ma l'insaccata è forte e le scosse del pianto non mi aiutano.
Mi accascio, stremata, nella pozza di fango in cui sono caduta.
«Dio, sono una ninja leggendaria e finisco in questo stato per colpa di una radice?
Sono davvero inutile.»
Concludo il mio pensiero con una risata nervosa mista spasmi.
Cerco di rialzarmi tenendomi ad un albero.
Muovo qualche passo e noto con piacere di non essermi fatta troppo male, solo qualche botta.
Prendo due grossi respiri, come se al posto di aria inalassi coraggio, e riprendo il mio cammino verso casa.
Ho la testa che mi scoppia di pensieri, gli abiti pieni di terra e gli occhi gonfi.
Sono sicura di sembrare una barbona.

Sono arrivata al mio appartamento ma senza accorgermene spingo un po'troppo la porta e la sfondo.
"FANCULO!"
Urlo dando un pugno all'altimo cardine che teneva in bilico la porta, facendola cadere definitivamente.
Alzo gli occhi al cielo e chiamo Naruto al cellulare.

Bip.bip.bip

"SAKURAAAA"
Mi ha appena perforato un timpano.
"Naruto... mi dai una mano a rimettere in piedi la porta?"
Dico frustrata.

"Ma come di nuovo?"

Mi fa lui con esasperazione.

"Già"

È l'unica cosa che riesco a dire.

"Beh dai arrivo tra un paio di ore"

E butta giù.
Mi dirigo in bagno e inizio a riempire la vasca.
Non me ne frega assolutamente nulla se entra qualcuno in casa, il bagno ha la chiave e io ho bisogno di lavarmi quella giornata di dosso.

Riempio l'acqua calda di bagnoschiuma alla vaniglia,il mio preferito, e aspetto che la superficie sia completamente coperta di bolle.
Apro la finestra e prendo due grosse boccate d'aria.
Torno al centro della stanza, mi spoglio e mi guardo allo specchio girandomi avanti e in dietro.
La mia schiena è quasi interamente coperta da un enorme livido viola.
Lo tocco trattengo un gridolino di dolore .

"Ma come ho fatto a non accorgermene ?"
Penso ad alta voce.
Guardo ancora qualche minuto la mia figura magra e minuta allo specchio soffermandomi però stavolta sui fianchi e i seni .
Li sfioro col dorso della mano , ne sento la delicatezza.
Torno alla vasca che è oramai piena e mi ci infilo dentro, facendo attenzione a non prendere altre botte.
Al contatto con l'acqua bollente il mio corpo si rilassa e la mia mente si libera.
Sento ogni cellula del mio corpo improvvisamente più leggera.
Immergo la testa per lavare via il fango dai miei lunghissimi capelli, che, dopo 5 minuti abbondanti di shampoo sono tornati del loro originale rosa pastello.
Mi alzo quando oramai l'acqua è diventata fredda e mi copro il corpo dai seni alle coscie con un' asciugamano.
Passo a frizionarmi i capelli con le mani e poi inizio a pettinarmeli.
Sono arrivata a metà opera che mi sento osservata.
Mi giro più volte scrutando attentamente ogni angolo della stanza.
Guardo la finestra e dallo spavento scaravento la spazzola in faccia a Sasuke, prendendolo in pieno.
Lo vedo sbilanciarsi e allora corro ad afferrarlo per un braccio per non farlo precipitare al piano terra.

"Sasuk.."
Ho fatto male,malissimo i calcoli perché sono scivolata sulla Pozza che avevano fatto i miei capelli per terra.
È successo tutto in un attimo.
Io col culo spiaccicato sul pavimento, lui in bilico sopra di me a mo'di giocoliere.
Avvampo brutalmente a sentirlo così tremendamente vicino a me, giuro di aver viso anche lui arrossire... o magari e il segno della spazzola.

"S-Sasuke kun.. mmmh.. cioè, si, scusa per averti colpito..."

Sbiascico.

Lui si alza di scatto e riprende le distanze tra i nostri corpi.
Mi rendo conto di essere mezza nuda  divento magicamente ancora più rossa di prima.

"Scusa me, ti ho spaventata."

Dice lui massaggiandosi il viso.
Non riesco più a reggere questo imbarazzo.

"Ti dispiacerebbe... "

Sussurro queste parole indicando la porta del bagno.
Lui notando il mio disagio sorride compiaciuto e mi prende tra le dita una ciocca di capelli.
È irresistibile, ma non riesco a muovermi.
Finalmente mi lascia e si dirige verso il soggiorno.
Corro a chiudere la porta e la finestra.
« ma che diavolo ci faceva appollaiato sul davanzale?»
« ODDIO MAGARI MI HA VISTA NUDA»
A quel pensiero mi irrigidisco dalla testa ai piedi.
Non è un eventualità così assurda.

Rimango bloccata per lunghi istanti stringendomi forte l'asciugamano sul petto.
Mi rendo conto di trattenere il fiato e tiro un lungo respiro.
Finisco di pettinarmi i capelli, mi vesto ed esco nel salotto.
Lo trovo in piedi accanto al bonsai che mi ha regalato la madre di Ino a contemplarne i boccioli che stanno sbocciando.
Prendo tutto il coraggio che ho e finalmente parlo.

"Comunque che ci fai qui?"

Gli chiedo avvicinandomi alla sua spalla.
Lui si gira con la sua solita lentezza da Huchiha e prende a fissarmi coi suoi occhi da falco.

"Non mi hai lasciato finire di parlare prima."

Dice secco.

"S-scusami"

Balletto io.

Mi fa il solito cenno con la mano e mi zittisce.

"Domani alle 14:00 ai cancelli di Konoha,prendi lo stretto necessario e arriva puntuale"

Mi liquida così, per poi uscire dal buco che ho lasciato al posto dell'ingresso.

in viaggioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora