CAPITOLO CINQUE-SECONDA PARTE (revisionato)

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Ormai era passata più di una settimana dall'incendio, e molto di più dalle precedenti morti, ma la tensione si aggirava per le strade di Kindleck: nessuno credeva più alla teoria degli sfortunati incidenti e tutti avevano paura di uscire, per le strade non c'era anima viva.

Quando qualcuno camminava davanti alle case, la maggior parte delle persone si affacciava furtivamente dalla finestra, lasciando intravedere solamente il volto preoccupato e teso, nella speranza di non essere la prossima vittima.

La polizia passava per le vie cittadine con le sirene spente, ma controllando che nessuno avesse strane intenzioni.

Nonostante ciò, Liam ed Helen erano d'accordo nel pensare che chiunque fosse stato l'assassino, non sarebbe certo andato in giro per le strade come se nulla fosse dopo aver ucciso una dozzina di persone in circa due o tre settimane. Chi avrebbe potuto fare una cattiveria del genere senza avere rimorsi?

Helen e Liam non riuscivano a trovare collegamenti tra le vittime: avevano avuto amici in comune, certo, ma quasi tutti ne avevano.

Non erano parenti e nessuno di loro era mai stato arrestato o aveva fatto qualcosa per cui qualcuno avrebbe potuto desiderare vendetta.

Quella sera i due ragazzi avevano deciso di tornare nel rifugio anti-tempesta per trovare qualche indizio che potesse collegare l'assassino a chiunque li avesse chiusi dentro l'ultima volta che vi erano stati.

Avevano paura di rivivere l'esperienza di restare chiusi dentro a quella stanza, ma dovevano rischiare tutto pur di riuscire a liberare la città da chi terrorizzava tutti gli abitanti.

Questa era la missione di cui si erano fatti carico, si dissero mentre camminavano velocemente sul marciapiede rovinato sul lato sinistro della strada, mentre il cielo cominciava a diventare violaceo e dopo poco sarebbero spuntate le prime stelle.

La polizia era passata da poco nella zona, circa dieci minuti prima che loro si incontrassero, così nessuno avrebbe potuto vederli. Avevano calcolato tutto alla perfezione.

Arrivati dietro alla scuola, aprire la porta fu molto più semplice della prima volta, anche senza la chiave. Poi, per evitare di ripetere l'esperienza della volta precedente, usarono una grossa pietra umida davanti alla porta dopo averla aperta, in modo che non potesse richiudersi. Da sola, almeno...

Quando accesero le loro torce, non credettero ai loro occhi: la stanza era sottosopra rispetto a come l'avevano lasciata la volta precedente.

Il tavolo era rovesciato sul pavimento con gli scatoloni ammucchiati sopra; l'armadio, dove inizialmente erano nascosti i documenti, era appoggiato alla parete opposta rispetto a quella dove era inizialmente ed alcuni pennarelli erano sparsi per tutto il pavimento. Sembrava che qualcuno avesse cercato qualcosa e per farlo avesse messo tutto a soqquadro senza preoccuparsi del fatto che avrebbe potuto essere scoperto.

E se lo avesse fatto volontariamente, per cercare di mandare i due ragazzi su una pista falsa? Una delle cose più strane era che in alcuni punti c'era una polverina bianca e sottile.

«Liam, vieni a dare un'occhiata. Sono sicura di aver già visto questa polverina, ma non mi ricordo dove. Devo sforzarmi di ricordare.» Così dicendo, la ragazza si incamminò verso la porta seguita da Liam che cercava di farle ricordare qualcosa.

«La polverina l'hai vista prima o dopo esserti trasferita?» Lei scosse la testa mormorando qualcosa, ma il ragazzo non riuscì a capire ciò che aveva detto.

«Non ricordo Liam, scusa, forse era solo una sensazione, ma non riesco a collegarla a nulla, magari mi verrà in mente quando non ci penserò.» Lui annuì e si richiusero la porta alle spalle, sicuri di aver trovato un indizio importante.


Secondo voi che cos'è quella polverina bianca?

Chi è entrato nel rifugio anti-tempesta?

E soprattutto, saranno Helen e Liam le prossime vittime?

The Dolls (vincitrice Wattys 2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora