Capitolo 12

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Ora sono uno scudo, sono più forte di quanto non lo sono mai stata. C'è una parte di me che non potrò mai riavere, non sono la stessa di prima. Ne sono consapevole, ma tu non potrai mai più farmi del male. Non devo avere paura di nulla, perchè ho il fuoco. Li lascerò bruciare. Metterò da parte i miei problemi e cercherò di salvare questa città dall'oscurità.

Come ho fatto a cambiare idea? Perchè prima pensavo di essere una vittima? 

Dopo essermi risvegliata, Theo era seduto accanto a me, in attesa del mio risveglio. Al centro dei miei pensieri c'era solo una domanda che incombeva: che cos'è l'amore?

Adesso l'ho capito, è un fiore incastrato nel cemento, una speranza di rinascita. Non mi sono mai accorta di tutto l'amore che avessi intorno fino a quando non sono svenuta una seconda volta. Quello che mi succede intorno non dipende da me, ma dalla cattiveria che ormai sovrasta il mondo. 

Gli svenimenti infatti, sono una cosa positiva, perchè il mio potere sta crescendo, seguito dalla stima di me stessa. 

Theo mi ha spiegato cos'è che sovrasta il nostro mondo... sì il nostro mondo. Fino a qualche ora fa non sapevo di vivere in realtà in un mondo parallelo.

Adesso devo escogitare un piano per distruggere quest'oscurità, che si nutre del dolore altrui come fossero caramelle.

Devo riuscire ad essere abbastanza forte per me e per Larne. Devo portare via il dolore e la sofferenza da questa città.
Tutti nascodono l'amarezza dietro una bugia, compresa me.
Una scelta corretta non ci sarà mai, ma la vita è fatta di gesti. Che siano sbagliati o corretti non importa.

È strabiliante come quest'oscurità riesca a sottomettere un'intera città al proprio volere. Mi chiedo chi abbia mai il coraggio di spargere tanta sofferenza.

<<Britte, come ti senti?>> mi sento chiedere da Nolan.

Alzo appena il volto, facendo un segno di assenso.
Lui sa, ed io ho finalmente capito.

In realtà noi Aktexiar non siamo altro che i protettori dell'umanità, ed il nostro obbiettivo è quello di rendere le persone meno infelici.
Esatto, meno infelici.
Perché dico così? Semplice.

La vita, come dicevo, è composta di gesti; ma non solo.
Ci sono anche attimi. Che siano felici o tristi non importa.
Sono attimi. Secondi.
E vanno vissuti.
Perché tutti in fondo sono infelici, sempre. 
Ma si prova comunque ad esserlo di meno.
Ci si accorge di qualcosa solo quando non c'è più.
E ci si rende conto che quel qualcosa ti manca.
In questo caso, Larne è talmente sopraffatta dal dolore e dall'agonia che non si rende conto di tutto ciò che le sta succedendo intorno.
Ma io c'è la farò. Riuscirò a riportare milioni di attimi di felicità agli abitanti di Larne. Sarà difficile, lo so già. Ma non ho nulla da perdere, e quando ho qualcosa in mente nessuno mi fa cambiare idea.

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Mi dispiace non aver aggiornato prima, ma eccomi qui!
Dal prossimo capitolo entreremo nel vivo della storia, quindi preparatevi.
Vi saluta la nostra Britte.

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