Illusione

3.6K 175 129
                                    

(T/n)'s pov

Eri sul tuo letto, felice di aver trascorso una giornata rilassante, in quanto per te avere giornate tranquille e rilassanti era davvero difficile. I tuoi compiti erano molteplici proprio perché tua mamma non poteva fare tutto a causa di un'intervento alla gamba avvenuto da poco. Il medico le aveva prescritto un mese di convalescenza e tu di conseguenza dovevi fare tutte le faccende di casa, anche se farle non ti dispiaceva. Tuo padre era tutto il giorno a lavorare per garantire una stabilità alla tua famiglia. Ti sei alzata dal letto sentendo tua mamma che ti chiamava, ti sei diretta in camera sua a passo svelto per controllare che tutto fosse a posto.

"(T/n) potresti portarmi un bicchiere d'acqua?" Ti chiedeva guardandoti con i suoi occhi pieni di compassione per te, visto che ogni volta che facevi qualcosa per lei continuava a scusarsi per la propria convalescenza ma tu la rassicuravi dicendole che lo facevo con gran piacere ed effettivamente era così in quanto si trattava di tua madre. Gli hai riservato un grande e radioso sorriso, annuendo per poi dirigerti alla cucina. Dopo aver versato una gran quantità di acqua nel bicchiere trasparente ti sei recata nella stanza di tua madre porgendogli il bicchiere. Essa ti ha accarezzato la guancia guardandoti con un'amore che solo le madri possono nutrire verso i propri figli. Beveva tutto il bicchiere per poi appoggiarlo sul comodino in legno alla sua destra.

"Tesoro potresti andare al mercatino sotto casa per comprare qualcosa da mangiare pre sta sera?" anche questa volta le hai riservato un sorriso pieno d'affetto verso i suoi confronti prendendo poi parola.

"Mamma stai tranquilla, mi piace sbrigare le commissioni per te" gli rispondevi per poi alzarti dal letto e dirigendoti nella tua stanza. Ti sedevi sul letto acchiappando il primo paio di scarpe che avevi a portata di mano, il tuo portafoglio e prendendo la tua felpa grigia dal grande armadio in legno antico. Ti sei poi avviata verso la porta di casa salutando frettolosamente tua madre e uscendo dalla casa. Percorrevi tutte le scalinate del palazzo in cui abitavi, sbuffando qualche volta al pensiero di doverle poi rifare a salire con la spesa. Hai aperto la porta del palazzo, girandoti per guardare tutte quelle scale che dovevi fare, in quanto abitavi al quarto piano. Ti sei messa la felpa e sei scesa in strada giocherellando con il tuo portafoglio e qualche volta adocchiando la strada immersa nella vegetazione. Il piccolo mercatino che avevi sotto casa era situato dopo il parco che stavi percorrendo e la strada più veloce era proprio quella. Il sole stava calano e i continui fruscii di quel parco non ti mettevano a tuo agio, al che hai aumentato il passo arrivando così al mercatino. Quando sei uscita con le tue buste della spesa il sole era completamente calato lasciando lo spazio al buio della sera, al mormorio delle cicale e il gracidare delle rane. Una sensazione ti permeo il corpo, quella di essere osservata. Hai iniziato a camminare allungando notevolmente la tua falcata e guardando i tuoi piedi non ti sei resa conto di un'ombra proprio davanti a te. Ti sei scontrata con l'ombra che ti veniva in contro molto rapidamente. Sei caduta a terra, come la tua spesa si è rovesciata sul marciapiedi a causa del grande impatto con il ragazzo dalla felpa bianca che teneva il cappuccio calato sul volto. Le macchie rosse che aveva su di essa attirarono la tua attenzione, come quelle presenti su i suoi jeans logori e sporchi.

"M-mi scusi... Non l'avevo vista" hai balbettato in imbarazzo e inquietudine, girandoti per rimettere tutta la spesa a posto. Un rumore di metallo tirato fuori dalla stoffa ti ha fatto fermare dal fare rimettere a posto il tutto.

"No, no, no! Non è educato dare le spalle alla gente" quella voce seguita da quella risata così demoniaca ti ha fatto gelare il sangue nelle vene. Ti sei girata lentamente con il terrore negli occhi e deglutendo il più silenziosamente possibile.

"Scusi?" Sei riuscita a chiedere senza che la voce ti tremasse ma era chiaramente leggibile in essa la paura. Il ragazzo dalla felpa bianca di tolse il cappuccio dalla testa rivelando il suo volto. Un'orribile cicatrice lo segnava dagli angoli della bocca fino a metà guance. Il sorriso innaturale che si estendeva facendo aprire quella ferita ancora fresca, mentre rivoli di sangue uscivano come torrenti da essa. La sua pelle di un bianco innaturale facevano vedere le vede che si celavano sotto di essa. Lo riconoscevi come il famoso Jeff the Killer. Un urlo tentò di uscire dalla tua gola ma una mano la serrò prima che succedesse. Non riuscivi a respirare in quanto le sue mani stringevano sempre di più. Scalciavi e ti dimenavi sotto la sua presa finché non sei riuscita a calciarlo nelle costole liberandoti dalla sua presa e incominciando a corre verso la tua casa, verso la tua salvezza. Dei passi dietro di te ti facevano aumentare la tua corsa fino a non aver più fiato.

"Puttana! Aspetta di essere di nuovo nelle mie mani e poi mi pregherai di morire!" La sua voce si faceva sempre più vicina come le sue risate e i suoi passi. Arrivavi davanti la porta del tuo palazzo, eri quasi salva ti mancava poco per aprire la porta che un forte colpo alla testa ti fece cadere sul duro asfalto facendoti perdere i sensi e perdendo così anche l'illusione di poterti salvare.

Spazio autrice:
Cosa ne pensate dell'inizio ? Cosa ne pensate della psicologia per ora vostra? Fatemelo sapere nei commenti e preparate al prossimo, in cui ci saranno molte scene di violenza.
Da Lively_Spirit è tutto.

Psychopathic || Jeff the Killer [Dark story]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora