Quattordicesimo

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Gli piaceva così tanto che non poteva smettere di pensare al suo odore. Lo amava talmente incondizionatamente da canonizzare ogni suo pensiero o azione intima e cruda davanti a lui come qualcosa di normale. E allo stesso tempo lo odiava così tanto da quanto lo amava, perché lo tramortiva tutto, come il suo asma.
Steve amava Bucky, e la loro intimità faceva da legame indissolubile tra i nuovi sentieri della loro esperienza. Ne sentiva l'estremo bisogno, di tutto.
C'erano le carezze, e la morbidezza delle dita. Poi veniva la secchezza delle labbra rosse, e in diversi casi il dolce sapore pastoso della sua lingua. C'era il calore del suo viso contro la pelle, e il solleticare del suoi capelli bruni sul naso quando li annusava. Come poteva poi escludere il respiro sul collo, e l'ondata insormontabile della pienezza che sentiva dentro quando facevano l'amore, e Steve si muoveva in base all'impeto di Bucky.
Oh Dio, lo amava talmente tanto da prendere a morsi la sua stessa anima.
E il loro dodicesimo giorno di sesso Bucky scrisse una lettera a Steve, che dalle pareti si accasciò al pavimento.
Le tempere che Steve aveva usato per terminare il grande dipinto sul muro di lego inevitabilmente erano rimaste in quella casetta, quasi del tutto finite, ridotte a semplici colori primari, e un bel po' di tempera nera.
Bucky non sapeva usare un pennello, e nemmeno una giusta densità dei colori, oppure una fermezza particolare nel tracciare contorni e linee. Però sapeva scrivere, usava benissimo le parole.
E prima di iniziare a fare l'amore, visto che quel pomeriggio di tempo ne avevano a volontà, James venne investito dai pensieri, che niente di meglio gli fecero osare di scrivere sulle pareti, invece che su di un foglio.
Steve rimase a guardarlo sdraiato sul letto, con le gambe stirate e la schiena contro il muro. Strinse le mani sul ventre e aguzzò meglio la vista per leggere parola per parola la calligrafia grossolana e sbilenca di Bucky tingere il legno scuro della parete.
Iniziò con una grossa manciata di tempera nera sul pennello, che andò ad assottigliare via via le lettere successive.

In mezzo agli alberi,
che ci osservano,
e nel buio della notte
rivolgiamo il nostro sguardo alla Luna
con nuvole che la attraversano.
Sdraiati sull'erba umida
sembra che questa volta
siamo i fortunati.
La Luna ci sta benedendo.
Le foglie cadono coprendo il viso.
L'inverno ancora non è arrivato
ma ricorderemo per sempre
queste notti di fine estate.
Vorrei che questa la tenessi tu.1️⃣

Quando quella sezione di brevi righe composte come una poesia toccarono la fine della parete, Bucky non riuscì a fermarsi, e continuò a scrivere carponi sul pavimento, in una mano il pennello, nell'altra la ciotola con la tempera.

Quando c'è la luce del sole, brilleremo assieme.
Ti ho detto che sarò qui per sempre, ho detto che ti sarò sempre amico,
ho fatto un giuramento, lo manterrò fino alla fine.
Adesso che sta piovendo più che mai so che continueremo ad averci l'un l'altro.

Le parole brillarono sotto la lucida freschezza del colore nero, che imbrattava per terra, e cercava di mantenere una riga più o meno dritta ed una distanza ad occhio. Steve si sporse dai piedi del letto, per leggere anche quella parte di frasi che Bucky stava creando.
Sentì tutto il tremore delle viscere rapirgli un respiro flebile, per la meraviglia e lo stupore. Sarebbero ascesi, sarebbero diventati cenere un giorno, ma in quel posto l'arte di tutti e due avrebbe regnato per sempre, assieme a tutto quel sesso che imbrattava lo spazio.
Lo fecero anche quel giorno, tra parole e disegni a fissarli.
Molti si sarebbero chiesti come facesse la loro relazione ad andare avanti; dopotutto erano sempre stati soli ed esclusivi l'uno per l'altro, come si potevano realmente reputare esclusivamente attratti dallo stesso sesso senza nemmeno aver provato qualcos'altro?
Ebbene, si ci avvicina a ciò che piace, e a ciò che attrae. Loro poi si erano innamorati sin da piccoli, avevano imparato l'amore tutto in una volta ed era stato quasi doloroso, perché apprendere tutto ciò che c'è da sapere in così poco tempo scombussola ogni cosa.
Non sapevano molte cose su come funzionasse tra gli altri una relazione, però si sapevano baciare, Steve voleva essere bello per Bucky, e Bucky tremava tra i suoi battiti accelerati quando vedeva Steve. E la cosa migliore di tutte era che sapevano fare l'amore.
Divinamente, spropositatamente.
Iniziarono con una carezza, che si cucì sulle mani, movimenti continui di strette e bisogno caldi e affusolati.
Sopra di Steve, Bucky si sorresse sul letto con le ginocchia, facendosi coccolare l'addome con la mano libera del minore sdraiato sul letto.
Furono quasi del tutto nudi, l'unico ostacolo alla loro veloce eccitazione era solamente l'intimo.
In una tempesta di baci insonorizzati dai loro respiri forti si dondolarono in piedi, uno fra le braccia dell'altro, barcollando verso la parete con le mani ancora veloci, e i baci più fondati.
Infine fu Steve a fermarsi con la schiena contro il legno scuro, appena vicinissimo alle grosse parole scritte da Bucky, ancora lievemente umide.
Mentre baciò il più grande gli delineò con i polpastrelli la fronte, gli zigomi, il mento e poi, quando gli respirò sul naso, toccò le sue gonfie labbra lucide.
Perché la bocca di Steve era sua, i suoi occhi erano suoi, così come le mani. Ma lui non era suo, apparteneva solamente a Bucky.
Il biondo spinse il bacino tutto in avanti, tenendo solamente le spalle contro il muro; abbassò il mento verso il petto e si leccò le labbra, voglioso e malizioso, con lo sguardo a graffiare James. Questo si affrettò a palpargli l'erezione, e poi ad abbassargli le mutande con altrettanta serena dolcezza.
Gli si avvicinò nuovamente al viso, per baciarlo sempre, stavolta da nudo. Entrambi non si abituavano mai a quei baci, era una cosa molto più grande di loro. Sapevano come muovere le labbra, come premere la lingua, e come accarezzarsi, eppure ogni singola e numerosa volta, ci cascavano vinti in quel gesto. Gli annullava ogni senso, sopprimendo tutta la loro lucidità.
Si passarono le lingue tra le bocche, e poi si annusarono profondamente, con il visi a contatto stretto e caldo. Socchiusero gli occhi, e poi Bucky strinse dolcemente le braccia sottili di Steve. Gli fece compiere un mezzo giro che lo portò a sorreggersi con le mani sul muro, e a poggiare il capo contro di esso nell'impero di piacere donatogli da James nel toccarlo sul membro eretto.
Il moro spinse la propria eccitazione contro il sedere nudo di Steve, che sentì il calore di quella durezza attraverso l'intimo. Bucky simulò una qualche debole spinta, sorridendo nel sentire i gemiti del più piccolo.
Gli prese una delle due mani, contro il muro, così da stringerla delicatamente, ed accarezzarla con le dita.
«Che ne pensi della mia lettera per te?» gli domandò all'orecchio, ondeggiando provocatorio ancora su di lui.
«Ah!» Steve gli stritolò la mano, abbandonandosi all'impeto di quel copro dietro di lui, sentendo già la punta del sesso umida. «Credo di averla già imparata a memoria, tanto è bella.» sorrise, assecondando quella malizia, con la voce bassa e affaticata. Deviò il volto da un lato per accarezzare con una guancia il viso giovane del compagno.
James sorrise, baciandogli il collo, e iniziando a stuzzicare la stretta fessura tra le natiche del minore.
«Vorrei poter vivere per sempre qui dentro, con te.» fu un sussurro, la lingua del più grande inumidì la curva della spalla pallida e scarnita.
Steve usò la mano libera per stringergli i capelli scuri, e scompigliare quelle ciocche ribelli e setose.
«Anch'io.»
Le mani di Bucky si distaccarono per un solo istante. Subito dopo si videro costrette a stringere il bacino sporgente e bollente di Steve, che incurvò la schiena in dentro, trattenendo il respiro. James si inginocchiò dietro di lui, tenendosi in equilibrio con le punte dei piedi. Passò il proprio tatto tutto intorno a quel corpo, e poi strinse le natiche sode e magre, così da allargarle abbastanza da poterci affondare il viso.
La lingua inumidì l'interno di Steve, che urlò forse anche troppo forte per quella inebriante sensazione di gelo elettrico che gli smosse tutti i nervi.
La saliva fu talmente esagerata che Steve la sentì colare sottile ed umidiccia tra le cosce. Dopo quel nutrirsi ingordo da pare di Bucky, terminatosi abbastanza in ritardo, il maggiore gli prese il mento da dietro, facendogli spingere la testa contro il suo petto. Steve respirò affannosamente, con le labbra aperte e le mani a sorreggerlo in piedi contro il muro.
«Credi che sia abbastanza?» gli domandò il più grande, baciandogli delicatamente una guancia. Rogers si morse il labbro e corrugò la fronte.
«Diavolo, si, fai in fretta.»
Entrambi abbozzarono un sorriso sottile e caparbio, preparandosi al piacere enorme che nemmeno poteva paragonarsi a quel leggero assaggio.
Bucky si abbassò freneticamente l'intimo, tirando fuori l'erezione, che subito andò a spingersi contro Steve. Tutti e due risaltarono sul posto, strozzati da un forte gemito.
Il minore trasse un grosso respiro per cauterizzare la sua frenesia, poggiando il petto contro il muro, e spingendo il sedere in fuori, più attaccato a James.
La forza gentile e sicura del più grande sorresse e tenne fermo Steve, nel momento in cui lui vi entrò dentro. Quasi si spezzò il labbro a sangue a furia di morderlo per tenersi concentrato, proprio Steve, sul punto di esplodere, in un'altalena tra dolore intenso e piacere estremo.
Bucky fu tutto dentro, e rimase fermo. Fermo a far abituare il suo ragazzo, fermo per regolarizzare il proprio controllo, e soprattutto, per avere un momento di tregua in cui i loro corpi avrebbero avuto l'occasione di mescolarsi.
Succedeva sempre, che i cuori, i polmoni, i muscoli, e tutta la carne dei loro copri, si ingarbugliasse in un solo, grande, e unico ammasso di calore.
In piedi, forse avvinghiati quasi come animali, Steve e Bucky pronti per ondeggiare in preda al piacere impersonificando i disegni e le parole in quella stanza.
Bucky poi, grazie ad una forte stretta al dorso della mano da parte di Steve, capì di poter iniziare a muoversi. I suoi affondi decisi resero quell'immagine di loro due che facevano l'amore qualcosa di eroticamente romantico. Impetuoso e forte, lo scenario di due ragazzi che pompavano piacere nelle loro vene.
A Steve non servì nemmeno essere masturbato per godere abbastanza; la profondità delle spinte di Bucky lo toccavano proprio in quel punto che gli faceva ribollire tutto l'inguine. Poi la velocità che aumentava graduante, le mani di James a sorreggerlo perché altrimenti sarebbe caduto, troppo colpito da quel grandissimo piacere da resistere per molto in piedi.
A Steve tremavano le gambe, ad ogni spinta dentro di lui percepiva che se la sicurezza premurosa di Bucky non l'avesse tenuto si sarebbe ritrovato caduto in ginocchio.
Quello avanti urlò forte, aumentando la vocalità di quel suono quando Bucky gli venne dentro, sprizzando tutta la sua essenza fino al suo fondo, calda e gelida, indescrivibile. Fu grazie all'orgasmo di James che un secondo dopo anche Steve venne, urlando.
Ricaddero contro la parete, esausti, faticando immensamente a tenersi ancora in piedi.
Terminarono il loro fare l'amore tra dolci carezze sulla schiena, e leggere labbra sul viso. Talmente teneri e romantici da cancellare l'enorme erotismo di qualche minuto prima.
Bucky purtroppo non aveva forze per continuare a scrivere in quella stanza, e nemmeno per sussurrare ciò che aveva in mente all'orecchio di Steve.
Sei parte della mia entità, da qui all'eternità, quando è venuta la guerra.
Non era ancora esplosa quella bomba che li avrebbe divisi per sempre, e che avrebbe modificato drasticamente la loro storia, eppure Bucky lo sentiva. Lo sapevano entrambi, comunque.

Nota autrice; 1️⃣ il verso riportato nient'altro è che un reale messaggio scritto da un ragazzo per il mio migliore amico. Per motivi di privacy non starò qui a raccontare di loro, o del motivo di quelle parole, però con dolcezza e ammirazione sentivo di doverlo usare per questa storia.

That place in Brooklyn ||Stucky|| ✔Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora