Capitolo 16: another impasse

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angolo scrittrice:

ed ecco il capitolo supplementare, "un altro punto morto"...che cosa vorrà dire? Skye sbatterà la testa contro molti muri, che però riuscirà ad oltrepassare, ma a dimenticare? e dopo questo piccolo spoiler, ecco il sedicesimo capitolo, commentate e buona lettura.

Ad un certo punto qualcuno iniziò a dirmi: "brava! Complimenti!" non sapevo da chi provenisse la voce, ma non mi deconcentrai. Poi iniziò a darmi consigli come: "stai più bassa, sì, così. Contrattacca, riparati per pochi secondi, sì perfetto. Togli la tensione dalle spalle, usa quella forza nel getto, ecco brava" lo scontro finì, io e Leonard ci stringemmo la mano e finalmente mi girai per vedere chi fosse il mio aiutante misterioso. Era seduto vicino a Rain e quando vide che venivo nella loro direzione mi disse: "complimenti, ottima sfida" mi strinse la mano e io sorrisi, poi mi disse ancora: "secondo me sei troppo tesa, dovresti lasciarti un po' più andare"

"scusi, ma lei chi è?"

"io sono Peter, Peter Wilson, il padre di Rain"

"ah, piacere"

"volevo congratularmi con te, sei molto potente e si vede che hai la perfetta padronanza sui tuoi poteri"

"la ringrazio, anche per i suoi consigli"

"prego, ma toglimi una curiosità, mia figlia mi ha detto che hai due poteri"

"beh, vede io ho fuoco e aria ed entrambi sono allo stato puro"

"ah, quindi sei una classe alfa"

"non lo so, oggi faremo un accordo"

"ah, come immaginavo"

"perché? Sono lenti solitamente?"

"no, al contrario, si vede che dovranno ragionarci su" annuii e poi mi disse: "bene, io mi sono presentato, ma lui invece è rimasto a guardarti per tutto il tempo" lo disse indicando un signore che era appoggiato al muro vicino a James, era chiaramente suo padre: "buon giorno Skye, sono Edward Miller, il padre di James, felice di conoscerti"

"piacere mio, sono felice che siate qua...vedete non vorrei sembrare precipitosa, ma vorrei parlare in privato con voi"

"ah" disse Peter "va bene, se desideri possiamo andare direttamente adesso"

"vi ringrazio". Dopo essermi cambiata io, Peter ed Edward andammo in salotto. Iniziai a parlare: "allora, vedete io so che non vi conosco e che voi non conoscete me, ma purtroppo io non conosco neanche il mio passato e sono sulle tracce della mia famiglia, o meglio di quello che ne rimane. Voi conoscevate mio padre?" Peter divenne più serio, si vede che lo conosceva, e anche bene, ma che tirare fuori quell'argomento gli provocava molto dolore. Sorprendentemente però iniziò a parlare Edwin che fino a quel momento era rimasto in silenzio: "sì Skye, noi lo conoscevamo. Eravamo molto amici, ma quando lui ha tradito il nostro mondo, non abbiamo più avuto contatti con lui"

"non sapete dove si trovi in questo momento?"

"no, non abbiamo sue notizie da quando sei nata"

"ah" non ero sicura che dicesse la verità, e questa mia ipotesi era sostenuta anche dallo sguardo basso di Peter, cosa molto strana, infatti era stato il primo ad essere molto socievole e ad attaccare bottone. Così gli chiesi: "e tu Peter? Conoscevi mio padre?"

"sì, sì lo conoscevo"

"e? non sai dirmi niente di lui?"

"...no, non so niente di più di quello che ha detto Edward" non ci credevo

"ah, e quindi quando mio padre vi ha "traditi" come hai reagito?"

"beh...diciamo che non...ero felice, ecco, non me l'aspettavo"

"come mai? Sapevi di mio padre e di mia mamma Eleanor?" stava per rispondermi quando Edward si intromise: "Skye capisco che tu sia curiosa di scoprire il tuo passato, ma noi non possiamo aiutarti"

"ah, capisco" non mi volevano dire niente, e così feci un ultimo sforzo: "voi per caso conoscete qualcuno che conosceva mio padre?"

"no" risposta secca

"siete sicuri? Per favore, è molto importante per me"

"è meglio tornare dagli altri, continuerai l'allenamento" non capivo. Perché mi mentivano? È una cosa tanto sbagliata voler sapere le proprie origini? Evidentemente tutti volevano che io non sapessi niente: prima Amy e Brian, poi James, Rain e Leonard e adesso anche loro...volevo sapere solo una cosa: dov'è mio padre? Nonostante io lo considero l'assassino di mia madre, e lo detesto come nessuno prima d'ora avevo odiato, avevo deciso che non era giusto soffrire per qualcosa che non si conosceva, quindi pensai e ripensai durante le mie nottate passate in bianco a come avrei potuto tornare sulle tracce del mio passato che mi attirava sempre di più. Io credo che sia un diritto di ognuno sapere il suo passato, conoscere le proprie origini, e io non ne volevo essere privata. Purtroppo Amy e Brian mi avevano mentito per troppo tempo, ed era colpa loro se non conoscevo niente della mia famiglia. Non riuscivo a smettere di ricordare quell'orribile discorso che avevo fatto con loro che come contorno aggiuntivo di disperazione e sconsolamento assoluto aveva avuto la lettera di mia madre. Mi immaginavo la scena di lei che piangeva stringendomi sempre più forte per proteggermi e non lasciarmi andare. So che sarebbe stato difficile scoprire tutto, cercare le informazioni che mi servivano, e questa consapevolezza però era una minuscola briciola insignificante nel mio incomprensibile cervellino. Io volevo sapere, e magari Sarah sapeva qualcos'altro, e non mi sarei fermata. Leonard era perfettamente d'accordo con me, credeva anche lui che scoprire era meglio che scordare, dimenticare e non voler sapere ciò che mi ha fatto diventare quella che sono diventata...e quindi perché mi mentiva?

Dopo la chiacchierata con Peter e Edward era arrivata l'ora di prepararsi per il colloquio finale con il Gran Consiglio. Io e la mia stilista personale optammo per dei pantaloni grigi e una felpona verde che io adoravo. Come scarpe avevo degli anfibi neri e i capelli sciolti. Stavolta gli scalini non mi pesarono così tanto, era giusto un po' di jogging quotidiano! Alle 17:30 avrei avuto l'appuntamento, ma stavolta quei pochi minuti che mi separavano dall'entrare nella Sala furono infiniti per me. Sempre il solito signore che mi fece entrare ieri mi portò in un'altra sala: "la Sala Colloquiale Comunitaria del Gran Consiglio" ...chiamarla solo Sala Colloquiale evidentemente era troppo corto. Mi avevano detto di non parlare in confidenza con il Capo, per non "infastidirlo" ...che balla assurda! Lui poteva spiegarmi molto su mio padre e su cosa sia successo dopo che mi adottarono, ne ero sicura. Entrai nella Sala e stavolta ero più tranquilla, anche se sapevo che riaffrontare tutti i miei ricordi e far rivivere tutte le mie emozioni sarebbe stata una prova molto più dura.


la figlia del traditoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora