Candido

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Il tempo scorre candido, come seta sulle mie mani, il tempo, candido come la neve.
Ne continuo a scorgere il crearsi: fili che si abbracciano e disegnano su questo velo figure indistinte.
Non è che a metà, il vestito che mi sta tessendo. Bianco, candido, riluce al buio della vita.
Sul pavimento, grigio e grezzo, appoggio i piedi.

Scorre, il tempo.

Inarrestabile.
Le cose succedono una dopo l'altra, si rincorrono, scappano, si sparpagliano, svonvolgono.

È candido il passare delle cose. Si serve dei ricordi per essere rivissuto e man mano che andiamo avanti, non ci sarà mai più un momento uguale ad un altro. Mai un momento uguale.
Beh certo, le situazioni possono differenziare ma mai si ripeterà un sigolo momento della nostra vita.

È candida la tristezza, che col passare del tempo resta e si trasforma in mille cose, com'è candido un urlo. Candido e sordido spicca tra le voci altrui ma non si sente, soffocato dalle risate di presenza, dalle apparenze che non dobbiamo infrangere, dalle parole, che candide, si sciolgono tra gli urli. Lentamente, tutto si abitua a tutto e nessuno mai si chiede perché le persone non siano più limpide e trasparenti, ma sporcate del grigio passato che si portano dietro.

Appoggio i piedi sul passato, scuro grigio di sbagli e insicurezze evapora come nebbia e densa si rarefà, sfumando fino alle caviglie.
Non mi vedo più i piedi. Sotterrati da pezzetti ancora disordinati e fili spezzati di questa vita misurata dallo scandire candido del tempo... ed è strano che ormai i cocci rotti del mio passato debbano restare lì a decorare il passato mentre devo stare ferma per farmi fare questo vestito bianco che mi ritrovo in parte già ad indossare. Costretta a guardare in basso o davanti, il cielo mi è proibito predire. Così mi ritrovo a guardare questi fili che pian piano si intrecciano copiosamente, succedendosi senza sosta. Non nego di aver dato qualche sbirciata anche al passato, che cerca sempre di coprirmi gli occhi per giocare un po' con me.

Ma ora mi metterò a riflettere su questo pavimento grigio ed indistinto che, pieno di ricordi, cerca sempre nuovi giochi per riportarmi da lui.
Come può essere candido il passato? Custode fedele degli sbagli e dei peccati commessi, assistente del Dio della Sorte e amico fidato al quale poter chiedere tutto, anche le cose più assurde che possiamo aver fatto in tutta la nostra vita.
Mentre provo questo vestito resto passiva, solo bianchi fili si muovono: il resto è in silenzio.

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