Muri

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Ho vagato tante volte per casa. Mentre pensavo. Passavo accanto a mia madre, a mio padre pensando. Ascoltavo la musica. I muri erano mari, ed io camminavo su pavimenti di fiori, corri verso il pianoforte, tu, guardandomi lontano, da miglia e miglia di finta distanza sorridi e mi saluti ed io per qualche secondo vorrei essere lì con te, ma dopo mi accorgo che in questa poca distanza sono racchiuse così tante cose, che non so più come riuscire a raggiungerti. Mi saluti felice ma dopo tanto tempo ti vedo, col volto triste, che mi guardi e resti corrucciato dove sei, sconfitto da tutte le tue debolezze. Cosa posso fare io se non mi permetti di entrare nella tua bolla di sapone? Non posso distruggerla, non mi fai entrare nei tuoi panorami, nei tuoi fiori e nei tuoi mari, che a volte ci hanno diviso. Ti voglio ancora bene e te ne vorrò finché morirò. Sei una parte grandissima e non scomparirai mai da me. Sono fiera di ciò che sei e dei progressi che hai fatto... ma più ti guardo e più ti vedo con la tua corazza sempre più spessa. È stata mia colpa non provarci: non provare a capirti, guardare gli sconfinati deserti di imbarazzo e riservatezza che nascondi agli occhi altrui. Cosa mi sei diventato, piccolo lupo? Un mostro nella caverna, che respinge tutti e ha paura di essere apprezzato. Dovevo capire i tuoi silenzi, dettati dalla mia incomprensione, mea culpa, ragazzo dai capelli d'oro, se non ci ho provato e me ne vergogno. Come mai sei così sensibile da rifugiarti sempre e non volerti mettere a contatto con nessuno? Come mai non riesci più a parlarmi? Ci tenevo tanto sai... ancora mi crogiolo nei miei pensieri per eterni secondi, in camera mia, dove le pareti sono ormai dura roccia bianca e i pavimenti si trasformano in tetri baratri senza fine. Dimmi che un giorno riusciremo a toccare i nostri demoni e farli sparire, nell'aere notturno farli bruciare e tra tanti ulivi sederci e piangere in silenzio. Dimmi che riusciremo a ricordarci di ciò che siamo stati e non dimenticarci neanche un secondo delle nostre giornate. Dimmi, piccolo lupo, che non ti perderai tra quelli veri e dimmi che riuscirai a trovare qualcuno che sia in grado di capirti e regalarti ciò che io non ho saputo darti. Dimmi che starai bene, perché piangerei se non fosse così e dimmi che terrai sempre un filo del tuo cuore per me. Se ne avessi la possibilità ti abbraccerei, perdonandoti e piangendo, ridendo e cadendo a terra. Ti guarderei come una madre osserva suo figlio e ti prenderei le mani per volteggiare insieme, per mettere un megacerotto sulla nostra brutta fine sconvolgente e ti direi alla fine che va tutto bene.

...devi solo comparire davanti al pianoforte
...e salutarmi.

Ricamo nel cuor mio ciò che di te è rimasto. Della solitudine me ne sono fatta uno scudo e rimpiango i momenti senza di essa. Corri tra i fili colorati della trama e sparisci tra i bianchi volti che appaiono ovunque. Non riesco a riconoscerti, tra i lupi bianchi ti sei nascosco e nella neve ti confondi. Ricamo i ricordi di una vita che ai miei occhi è stata vissuta in modo futile e vorrei cambiare i punti, vorrei colorare i prati di viola ed i cieli di giallo e riuscire a farti volare e volare, volteggiando sopra le praterie infinite del tempo e intanto ricordarti che tanto tempo fa sei stato le mie giornate. Vorrei farti assaporare le mattine di inverno senza di te, mentre l'autobus viaggia nella nebbia e tra viali con mille alberi intorno. Vorrei farti odorare l'aria dopo la sera, nella notte rifugiarsi nel prato e tra le foglie di alti alberi pensare a cosa per me sei stato e freneticamente portare alla tua memoria ciò che è stato davvero importante. Speranze senza un mezzo che le esaudisca, i fili che sono stati intessuti sono stati anche laccati dall'avanzare del tempo. Ho il mal di testa e ti penso. Cosa sei diventato per me? Questa domanda mi folgora come una scarica di corrente che impercettibile e straniante passa, trafiggendomi l'anima e trascinandomi nel turbine di pensieri e voci e suoni e canti che urlano a te, figura umana che di spalle sta ferma e quasi non si muove per paura. La tempesta delle mie emozioni ha il sopravvento ed immagini fuggono dai miei ricordi, sensazioni asfissiano il cuore e non vedo che la disperazione per ciò che ho perso e al quale non mi consenti di mettere una fine.

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