Teoria della felicità

VIII

È stato angosciante entrare nel passato oscuro di Angela, è stato difficile rimanere in equilibrio davanti ad un evento così aspro da digerire. Essere ormai consapevole che un uomo depravato, una maniaca carogna, un diavolo perverso  era entrato senza permesso nell'intimità della mia ragazza fu l'ostacolo più grande da superare, l'unico intoppo su cui ho rischiato davvero di inciampare.
Com'è concepibile tutto questo? Come può essere soltanto pensabile che un uomo provi attrazione per una bambina, per una creatura innocente?
Quando accadde ciò Angela era ancora una piccola principessa che stava attraversando la fase della purezza infantile, fase durante la quale non è possibile concepire le manie, i turbamenti e i vizi degli squilibrati liberi nel mondo, folli che dovrebbero essere lasciati in isolamento, con mani e piedi incatenati al buio.
Gli eventi della vita, quando sono orribili e atroci, spesso spingono la vittima dell'accaduto a diventare una persona più buona di come magari era prima, poiché chi prova sulla propria pelle il male più crudo non è in grado di affrontarlo o addirittura di metterlo in atto, neanche se indossasse i panni del carnefice; per questo Angela non ha mai chiesto vendetta, ma sempre giustizia.
Malauguratamente, ad Angela non venne concessa neanche quest'ultima; al suo patrigno Pietro venne diagnosticato un disturbo schizofreniforme, malattia mentale simile al disturbo schizofrenico, ma con la differenza che i sintomi durano molto meno, però 2 malati su 3 sono statisticamente destinati a far evolvere il loro disturbo verso la schizofrenia vera e propria. Secondo il giudice, Pietro, durante l'atto che ha distrutto la purezza di una bambina, durante il gesto che infranse lo scrigno che ogni vera donna cerca di tenere custodito fino al momento in cui sarà giusto infrangerlo, non era "capace di intendere e di volere"; Pietro non è mai stato condannato, fu rinchiuso in un ospedale psichiatrico e la paura di rivederlo libero da un momento all'altro incombeva nella mente di Angela ogni santissimo giorno.
"Riparlare di queste cose fa male sia a me che a te , Isa, ma ci serve."
"Se lo dici tu... ma ti prego amore, adesso cambiamo discorso."
"Va bene. Parliamo di quella volta che cercammo di diventato tutto ad un tratto grandi." - ora dovrò ricordare una delle situazioni più imbarazzanti della mia vita, ma allo stesso tempo, una delle situazioni durante la quale dimostrai di essere abbastanza maturo.
Eravamo fidanzati quasi da un anno io ed Angela e secondo il nostro modo di pensare, pensare nella maniera che il mondo ci stava imponendo, la nostra storia d'amore necessitava di oltrepassare il limite, inizialmente credevamo che fosse indispensabile macchiarci lo spirito.
Così ci ritrovammo a casa sua, nella sua camera, nel suo letto, nelle sue lenzuola, ancora vestiti, vestiti soprattutto di dubbi, paure e batticuori; contemplai Angela nuda, era un'opera magnifica come "Madama Butterfly", un panorama mozzafiato come quello di Positano, era uno spettacolo sorprendente come il concerto di Michael Jackson a Wembley nel 1988, una melodia dolce come "The Crisis" di Ennio Morricone. Stavo per compiere quello che non doveva essere compiuto, ero a meno di un passo da ciò che probabilmente desideravo tanto.
Mi fermai, mi rivestii e andammo via da lì; Angela capì, non volevo interrompere nuovamente la sua purezza solo perché la prassi così ci ordinava di fare.
Presi il mio scooter, chiusi il casco ad Angela come ho sempre fatto e siamo andati a guardare il mare. Di notte è molto più incantevole.
Il nostro bisogno di carne accese come un fuoco nel nostro corpo, per cui avevamo bisogno di quella immensa tavola d'acqua per spegnerlo.
L'amore non trae energia dal sesso; l'amore ha bisogno di silenzi, di sguardi, di protezione, di conferme precedute costantemente da un "nonostante tutto".
Quella sera facemmo una grossa scorta di energia.