Per qualche momento ho avuto l'impressione che il mio disturbo depressivo fosse stato messo in discussione da un'impercettibile voglia di vivere che sembrava stesse per rinascere, come Cristo dopo la scesa negli inferi, ma la terapia di Angela, se così può essere chiamata, mi sta lacerando il cervello, mi sta squarciando lo stomaco come se stessi inghiottendo pietre equivalenti al macigno della morte che mi tiene rinchiuso nel burrone dell'abbattimento, nell'abisso della prostrazione, nell'oscurità dell'ipocondria.
Da qualche giorno a questa parte io ed Angela stiamo parlando di tutti i momenti peggiori che abbiamo vissuto e cercato di superare insieme. Non capisco come sia possibile ritenere necessario raccontare della mia lite con Simone, dell'aggressione che ha ricevuto Angela da quel mostro stupratore.
Non mi sono mai rivolto irosamente ad Angela, ma stavolta sarò costretto a fare un'eccezione, sono ridotto ad alzare i miei toni, non voglio correre il rischio di peggiorare la mia situazione, mi ritrovo già in pessime condizioni.
"Ti avverto Angela, non chiedermi di raccontarti altre reminiscenze del genere, non mi stai aiutando. Sto rischiando di impazzire."
"Perché credi che questo non possa aiutarti?"
"Ho bisogno di star bene, Angela." - la mia metà sta per ammirare per l'ennesima volta l'orripilante spettacolo dei miei occhi che perdono lacrime, come se fossero nuvole natalizie cariche di fiocchi di neve.
"Io adesso non sto bene. Vorrei soltanto cancellare tutto quello che è successo, vorrei tanto eliminare dalla mia mente tutto ciò che mi ha portato a questo. Vorrei resettare la mia scatola dei ricordi, vorrei estinguere quel maledetto giorno o semplicemente vorrei conviverci come si convive con un comune trauma dell'adolescenza."
"È impossibile fare tutto questo, Isa. Me l'hai insegnato tu, il tempo non aiuta a dimenticare. E quello non potrebbe mai essere un comune trauma." - se non fosse per quei suoi occhi abbaglianti, per quelle sue labbra monumentali, per quelle sue mani avvolgenti e per quei suoi capelli rilucenti avrei già preso la decisione di lasciarla andare; per alcuni lassi di tempo ho pensare seriamente di farlo, però abbandonare Angela in questo momento sarebbe stato peggio di abbandonare me stesso, peggio di lasciarmi andare tra le braccia di uno spirito malvagio, lasciarmi giostrare da una creatura infernale come una marionetta.
"Angela, come devo fare? Aiutami."
"Isaia..." - quando mi chiama con il mio nome per esteso vuol dire che il discorso che sta per intraprendere sarà tremendamente serio - "Mi devi parlare dell'incidente."
"No Angela! No! Non dovevi nominare quella parola! Vai via, lasciami in pace! Questo continuo ricordare non serve a niente, mi sta solo distruggendo!"
Angela in silenzio, senza rispondermi, esce dalla mia stanza e mi lascia solo, avvolto ormai dalle immagini di quel giorno maledetto, quel giorno che mi ha deteriorato l'esistenza.
Era un sabato sera, io ed Angela stavamo ritornando a casa col solito scooter di ultima categoria, la mia bici a motore si potrebbe definire, dopo una serata trascorsa prevalentemente a chiacchierare del più e del meno, a provocarci con baci e morsi, a sorridere per cose che facevano sorridere solo noi, poiché tutti coloro che vivevano al di fuori della nostra sfera romantica non riuscivano a comprendere il nostro modo di vedere le cose.
Fu una serata tranquilla fino a quel momento, ma all'improvviso un'auto cominciò a pedinarci, noi cercammo di prendere le strade più sconosciute e meno trafficate del paese, ma quelle quattro ruote ci inseguirono dappertutto. Angela si voltò per cercare di capire chi stesse alla guida; quella notte la sicurezza di qualche ospedale psichiatrico era stata infranta. Pietro aveva trovato Angela.
Lei mi incitò continuamente a scappare, ricordo ancora come gridò a squarciagola: "Isa, corri! Isa, accelera!"
Se chiudo gli occhi sento ancora quelle urla. Dopo chilometri asfissianti, Pietro ci colpì.
Dopo quell'incidente quella bestia finì in prigione, ma quella notte, nonostante gli sforzi dei soccorsi, riuscirono a salvare solo me.
Angela morì poco dopo.

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Teoria della felicità
General FictionIsaia è un ragazzo ventunenne afflitto da un disturbo depressivo a causa di un evento inizialmente sconosciuto, il quale sarà svelato pagina dopo pagina. Il giovane sarà aiutato dalla sua fidanzata Angela, affinché possa riuscire a ristabilirsi; il...