Mio capolavoro

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Sono tasselli ordinati di un domino,
i giorni bui di un'esistenza senza senso
con l'assenza di una luce che tu,
afferrandomi di spalle quella notte,
hai donato al mondo di fantasmi
e di sconfitte a cui appartengo.
E su quel livido ricordo di stelle fisse,
ho fissato un punto altissimo
che nessuno tranne noi potrà raggiungere;
l'ho dipinto in un istante con colori a tempera,
indelebile riflesso di un amore
puntellato con cento ristagli d'ovatta.
E l'ho strappato via dal nulla
perché il nulla è ciò che siamo,
dispersi come insetti alla ricerca di fiori,
di saporito nettare di polline 
tra le spire dei campi di grano.
E mai potrò scordare quegli affanni,
di quando i polsi da tempo corrosi
presero d'un tratto a tremare per osmosi,
e le paure di un solitario disperato,
danzarono per la stanza girandone le croci.
Non ho pretese di alcun tipo, lo dico:
non mi interessa questo mondo troppo schivo;
l'amore che ho per te è tutto ciò che so,
come vino sorseggiato in un balcone a Borderoux.
E dei miei passi pesanti non sento più il suono,
ci sono solo piume bianche che sfiorano il suolo,
autunno dalle valli ricoperte di foglie,
mi ha portato in dono il suo più grande capolavoro: tu.

Sono lì con teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora