Guarda che luna

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I piedi affondavano nella soffice sabbia e il vento spirava a momenti impetuoso e a momenti piacevole, un po' come Lorenzo che cercava di capire come comportarsi. Una serata perfetta per una coppia di innamorati. Anche il mare agitato aveva il suo fascino e subito Armida sembrò coglierlo. La vita è come il mare. Puoi scegliere come nuotare ma devi farlo se non vuoi annegare. A volte è calmo, altre agitato, raramente in tempesta. Ma tu ci sei sempre dentro; così come gli altri. Puoi nuotare in branco o da solo. Questo pensiero le riportò alla mente Sergio, gli aveva mentito. Una raffica di brividi le pervase il corpo quando lui le prese la mano e cominciò a correre sorridendo. "Vieni! Avevi ragione, è incredibile." "Si lo è" disse incantata e orgogliosa allo stesso tempo. Era stata pur sempre sua l'idea della luna. "Se ti va ho portato una coperta." Lui la guardò divertito in mille modi. Nella sua mente avevano cominciato a balenare un sacco di idee e solo ora Armida aveva capito di esserne stata la fautrice. Aveva frainteso le sue intenzioni o quantomeno i doppi sensi lo divertivano. "Per sederci e osservare la luna" precisò. "Ma certo" disse a metà tra lo scherzo e il serio. Poi una volta seduti lui continuò a fissare prima la luna poi Armida. Lei se ne accorse e sorrise. "Sono indeciso. Non so scegliere se guardare la luna o te" "Girati allora! Così non guarderai nessuna delle due e non dovrai scegliere." "No ho un'idea migliore" disse con voce rauca mentre la sollevava afferrandole il braccio. "Che stai facendo?" La portò proprio di fronte a lui e sotto la luna. "Ecco, così è perfetto. Posso contemplare entrambe." "Immagino che la luna sia una rivale temibile ma la distanza è a mio favore." "Mi gira sempre intorno. Credo di piacerle!" sussurrò come fosse un segreto. Le scappò una risata e un sospiro. "E a chi è che non piaci?" disse guardandolo negli occhi e percependo una distanza di anni luce. "A me non basta piacere. Non voglio piacerti." "E cosa vuoi allora?" "Tu cosa vuoi?" Nessuno dei due voleva esporsi ma entrambi erano ansiosi di scoprire i segreti dell'altro. Cosa nascondesse, cosa lo turbasse. Ognuno aveva la sue tesi questo è certo ma stavano cercando un modo per confermarle. Si percepì un silenzio carico di tensione. Ad un certo punto Lorenzo la baciò violentemente. Lei rispose. Poi le sue labbra le sfiorarono il mento, provocandole un brivido. Lei per ripagarlo gli posò una serie di baci lungo la mandibola,il collo. Vento,mare,sabbia,luna. Un momento perfetto, uno di quelli in cui ci si sente infinito. Quando Armida era stesa sulla sabbiae capirono di star andando oltre i due tornarono sulla coperta, luogo sacro su cui si poteva soltanto guardare la luna. Ma in quel momento entrambi felici anche se a livelli diversi guardarono insieme all'orizzonte e quasi gli sembrò di vedere in lontananza il loro bellissimo futuro insieme. Quanto mancava? In realtà era appena cominciato.

Appena risaliti in macchina lui accese la radio di sottofondo. "Una serata quasi magica. Chissà quando ci sarà di nuovo una luna del genere?" "25 Novembre 2034. L'ha detto il telegiornale." "Che memoria" affermò impressionato. Lei era molto più in gamba di quanto volesse far credere e lo sapeva. Era una sua strategia? "Non dirmi che per rivederti dovrò aspettare il 25 novembre 2034!" "Perché no.Sarebbe speciale. Rincontrasi tra 20 anni." "17. Tra 17 anni" Se lei nascondeva le sue capacità, lui invece le avrebbe messe in mostra in pieno." "Sappi che non ho intenzione di rivederti tra 17 anni. Voglio vederti domani e il giorno dopo. Voglio conoscerti e io ottengo quello che voglio. Non ti libererai di me." "Sarai tu a volerti liberare." "Lascialo decidere a me.Voglio esserci nel 2034 su questa spiaggia, a guardare ancora una volta la luna con te. Sarò un chirurgo importante ed impegnato ma ci sarò. Qualsiasi cosa succeda. Tu ci sarai?" "Non sai quello che dici." "Ma so quello che voglio." "Potresti farti male con me. Sono un lupo." "Un lupo?" "Si, è il mio animale. Quello che mi rispecchia." "Io penso di essere un leone." "Tu sei un drago. Non guardi Games of Thrones?" "Dovrei?" "Assolutamente." "Cos'altro dovrei fare poi?" "Tu leggi?" "Oh si. Manuali di anatomia, articoli di medici famosi, libri sulle nuove tecniche chirurgiche." Armida rise ma sentii amarezza. "Intendo romanzi. Opere che riguardano l'anima delle persone non il loro corpo." "A scuola mi assegnarono un libro su un uccello una volta..." disse cercando nella sua mente di ricordare quel noioso libro. "Il Gabbiano jonathan livingston". Armida scoppiò a ridere. Uno dei capolavori della letteratura era appena stato definito un libro su un uccello. Ma ad ogni modo questo non la ferì. Non era stato nodi quei libri che l'avevano segnata. "Se non ti piace leggere non hai trovato il libro giusto." "Chi lo dice?" "J.K.Rowling. La donna che ha reso magica la mia infanzia." "E tu ci credi?" "Ne ho avuto prova molte volte." "Quindi cosa mi consiglieresti per cominciare?" Lo scrutò un attimo, come se stesse per emettere una sentenza o dare una diagnosi. "Il Grande Gatsby di Fitzgerald. Una scelta azzardata ma potrebbe aprirti gli occhi su molte cose. Proverai un vortice di emozioni, imparerai tanto. Per quelli come noi è un obbligo leggerlo." "Quelli come noi?" "Quelli nati ricchi. Molto spesso l'unica cosa di rispettabile che abbiamo sono i soldi." Quando Armida parlava di libri il mondo sembrava fermarsi. "Lo comincerò ma non lo finirò se non mi piace." "C'è una biblioteca vicino la scuola elementare. Lì lo troverai di sicuro." Erano arrivati e lei stava per scendere. "Ci vai spesso? Saprò dove cercarti allora!" "Quando sono lì non ci sono per nessuno." ammise. Poi aprì lo sportello e una volta scesa disse:"Ci sarò su quella spiaggia, spiritualmente o fisicamente ma ci sarò. Grazie, mi sono divertita." Il legame era sancito. In fondo una promessa è una promessa. Salì le scale e infine arrivò nel suo ampio appartamento. Sembrava un po' più in ordine. Matilde doveva aver ripulito i casini di Sergio. "A. sei tu?" A. è il soprannome con cui Matilde la chiamava. Era una grande fan di 'Pretty Little Liars' e qualsiasi rifermento alla serie la faceva sentire emozionata. "Si." "Sei tornata presto per essere uscita con un ragazzo." "Beh diciamo che questo ragazzo è un po'diverso." "Diverso in che senso?" "Non è incasinato come me, ecco tutto." "Lui sa tutto. Sa cosa dire, sa cosa vuole, sa come lo vuole." disse agitandosi. "Io sono tutta domande,negazioni,incertezze e lui è tutto risposte,incitazioni." "Sembra affascinante. Com'è?" "Bellissimo,intelligente, affascinante." "Ha anche dei difetti?" "è ricco." "Anche tu!" "Ottiene sempre quello che vuole e ora credo voglia..." "voglia..." "me!" Matilde sorrise e rise di gusto. "Cosa hai fatto a quel poverino?" "Ci sono stata una volta. Lui dice due. Da allora mi segue, mi corteggia, si è invaghito credo." "Si è innamorato credo." "Che guaio. Manderò tutto all'aria me lo sento." "Non è un guaio, è una fortuna! So che non ci sei abituata ma..." "Cosa è una fortuna?" disse Sergio uscendo dal bagno. " Niente" dissero entrambe in coro.




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