twenty-seven.

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Entro nello stadio seguita da Erika e Sophie.

Kuntz ci ha dato la possibilità di vedere la partita dalle panchine dei ragazzi.

L'ansia è nell'aria ed è davvero pesante da sopportare.

Mi aggiusto la felpa della nazionale e mi dirigo verso il campo.

I ragazzi si stanno scaldando e le curve sono piene zeppe di persone.

Saluto Kuntz che mi fa segno di avvicinarmi a lui.

Mi incammino verso l'uomo mentre le ragazze si siedono a parlare con Werner e mio fratello.

"Agitata?".
Mi domanda accarezzandomi la schiena

"Di sicuro i ragazzi più di me".

Mi cade l'occhio su Leon che sta palleggiando e parlando animatamente con Meyer

Ha le guance rosse e il resto del corpo color latte.

"Che ne dici di andare a parlare con i ragazzi?".

A quella domanda annuisco e mi avvicino a loro.

"Discorso?".
Domanda Ter Stegen mettendomi una mano intorno alla spalla

"Ascoltatemi attentamente".

Facciamo un piccolo cerchio stringendoci l'uno tra le braccia dell'altro.

Una sensazione di protezione mi scorre per la schiena facendomi sorridere.

"È inutile dire che c'è da sudare stasera, la Spagna è un grande avversario ma questo lo sapete più di me.
Bisogna entrare a testa alta e iniziare subito con il piede giusto cercando di non lasciare il pallino del gioco in mano agli spagnoli.
Comunque vada dovete combattere fino all'ultimo respiro e credere nelle vostre capacità.
Ora liberate la testa da tutte le paranoie che vi siete e state facendo e facciamo vedere di che pasta siamo fatti".

Un paio di applausi e fischi di incoraggiamento ed i ragazzi ricominciamo a scaldarsi.

[...]

La partita è iniziata da qualche minuto ed entrambe le squadre stanno spingendo al massimo.

Al buon approccio della Spagna risponde Weiser che al 7' minuto ha colpito il palo con un colpo di testa.

Il primo tempo scorre velocemente e sembra un monologo tedesco.
Prima Arnold di testa poi Gnabry, fino al 40'.

Weiser, con uno splendido colpo di testa in avvitamento anticipando tutta la difesa spagnola ha portato in vantaggio la Germania.

Salto in piedi correndo insieme agli altri da lui.

Lo abbraccio e gli lascio alcune pacche sulla schiena per poi tornare a posto.
Più tranquilla.

Nella ripresa si è notata invece la netta reazione della Spagna ma con la possibilità del raddoppio da parte nostra.

Al 72' il mancato pareggio da parte di un sinistro di Ceballos che ha fatto sussultare tutta la curva Tedesca.

Guardo il tabellone e sospiro.
Mancano pochi minuti e la vittoria è nostra.

Mi torturo le mani e guardo gli ultimi possessi palla da parte nostra per poi sentire il doppio fischio dell'arbitro.

Butto la testa all'indietro con le lacrime agli occhi.

I ragazzi corrono in campo e si abbracciano tra di loro.

La curva sta impazzendo.

"Complimenti ragazzi".
Urlo abbracciando ognuno di loro

"Grazie del supporto".

Ter Stegen corre verso Erika e la stringe a se prendendo per mano Adam.

Sorrido istintivamente godendomi la scena.

Stacco lo sguardo e torno in me incrociando lo sguardo con quello di Goretzka che ammicca un sorriso per poi tornare a parlare con Meyer.

Inarco il sopracciglio e noto Marco in lontananza.

"Mi spiace Asensio".
Esclamo abbracciando il moro che mi stringe a se

"Succede, ve la siete cavata, la prossima volta vi speliamo vivi".

Rido e lui ricambia staccandosi dall'abbraccio.

"Girano voci che sei tornata con l'italiano".

Lo guardo corrugando la fronte.

"Da chi l'hai sentito?".
Domando infilando le mani nelle tasche della felpa bianca

"Internet sta esplodendo e prima Goretzka ne parlava".
Risponde il moro mettendosi a posto il ciuffo bagnato

"No, non sono tornata con Bernardeschi e non lo farò mai".
Rispondo secca

"Bene perché da come ne parlava il crucco sembrava abbastanza geloso".
Ridacchia Marco giocando con la maglia fradicia

"In realtà l'altra sera si è incazzato-".

"Se gli piaci davvero vedrai che risolverete".
Mi schiocca un bacio sulla guancia e se ne va

[...]

Finite le premiazioni io, Sophie ed Erika accompagniamo i ragazzi negli spogliatoi.

Mi siedo accanto a Kimmich occupando il posto di uno dei ragazzi fregandomene.

Leon si avvicina a noi e mi inizia a fissare.

"Dovrei cambiarmi".
Sbotta poi facendomi cenno di alzarmi

"Si scusami".
Mi alzo velocemente ma lui mi prende per il polso

"Dobbiamo parlare".
Sussurra al mio orecchio senza farsi sentire dai ragazzi

Un brivido mi percorre tutto il corpo.

"Quando vuoi".

"Domani, qui dietro allo stadio".

Annuisco e il moro mi molla allontanandomi da lui.

loose ice// Leon GoretzkaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora