twenty-two.

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Cammino per le vie del quartiere guardandomi intorno.

Sfilo il telefono dalla tasca e controllo l'orario.

22:00pm.

Alzo gli occhi al cielo nascondendo le mani nella felpa.

Sono due ore che cerco Leon per tutta la città.

Appoggio l'estremità del tessuto sul naso cercando di riscaldarlo.

Sophie mi ha mandato per messaggio l'elenco di alcuni posti che il moro frequenta sempre.

Sto per andare sulla parte più alta di Monaco, l'ultimo posto segnato sulla lista.

Sbuffo sonoramente e allungo il passo per arrivare il più presto possibile.

Non so cosa gli dirò.

Mi importa solo sapere che lui sta bene.

Questo posto è deserto e completamente buio.

In pochi vengono qui la sera.

Mi blocco notando un ragazzo seduto qualche metro più avanti di me.

Riconosco i capelli sbarazzini di Goretzka e sorrido.

Mi avvicino lentamente cercando di non disturbarlo ma calpesto un ramo secco che provoca abbastanza rumore.

"Io lo sapevo che non posso stare solo e tranquillo nemmeno per un po'".
Ridacchia il moro senza muovere un muscolo

"Io...emh...scusa è che ero preoccupata, ho saputo cosa ha fatto quella tro... Fee e pensavo stessi male".

Respiro profondamente cercando di non balbettare ma è inevitabile.

"Riuscirai mai a parlare con me senza avere paura di dire le cose?".

Prendo coraggio e mi siedo accanto a lui.

Un ondata di gelo mi colpisce le parti del mio corpo scoperte.

"Non capisco perché tu sia qui".

Il ragazzo indossa solo una maglia a maniche corte ma il freddo non sembra turbarlo.

"Sono qui e basta".
Ribatto portando le ginocchia verso il petto

"Ho detto di non volerti più parlare".

La sua voce rauca e senza sentimenti mi graffia il cuore ogni singola volta.

"Eppure lo stai facendo".
Rispondo con tono ovvio

Il moro si limita a sorride lievemente senza togliere lo sguardo dalla vista spettacolare su tutta la città.

"Mi spiace per quello-".

"È andata così, si va avanti".

Mi volto verso di lui guardandogli il viso ancora sanguinante.

"Ma tu ti sfoghi mai? Non dirmi che ti tieni tutto dentro".

Il ragazzo serra la mascella e stringe i pugni.

"Perché dovrei raccontare i miei sentimenti in giro quando posso tenerli per me".

Poso la testa sulle ginocchia.

"Non fa bene tenersi tutto dentro, devi pur parlarne con qualche tuo amico o-".

"Non ci riesco, e non ce la farò mai".

Mi chino lasciando toccare la schiena sull'erba congelata.

"Io ti credevo con tanta autostima".
Mormoro guardando le stelle

Il ragazzo si sdraia accanto a me facendo toccare le nostre spalle.

"È difficile trovare qualcuno che mi capisca veramente".

Faccio sfiorare le nostre gambe per sbaglio ma il moro non si sposta e le fa incrociare.

"Non sei un ragazzo complicato".
Ribatto con tono irritato

"Tutti invece dicono il contrario".

"Tutti non sono io, e a me piacciono i casi complicati".

Scoppio a ridere seguita da Leon che, preso dalle risate, appoggia la fronte sulla mia spalla.

"Vuoi davvero provare a sciogliermi?".

"Si".

[...]

23.06.17
E ci sono quelle sere.
Quelle sere in cui ti lasci andare.
Quelle sere dove ti lasci andare nel freddo e sprofondi.
Non sei debole, solo stanco.
E domani tornerai come prima.
Freddo, spento.
Ma per quella sera ti sei lasciato andare.
Sei crollato e sei stato sdraiato a terra, inerme.

loose ice// Leon GoretzkaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora