CAPITOLO 13

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Quella mattina Harry sentiva uno strano nodo allo stomaco, qualcosa di non descrivibile a parole. Avrebbe dovuto incontrarlo ed era emozionato.
Harry si sentiva un po' come il nuovo giocattolo: quello che compri, usi e poi getti via perchè ti ha annoiato.
Harry era un po' questo per Louis: la voglio di trasgressione, il senso di proibito, la novità. Mai il maggiore avrebbe affrontato una relazione vera, mai, cosa che invece Harry da un po' di tempo sognava.
Decisero di non rivelare alcun tipo di dettaglio su quella notte, i management non gliela avrebbero mai perdonata e, a Louis andava bene così.
Quella mattina il riccio se svegliò svogliatamente, l'idea di incrociare i suoi occhi e resistere lo mandava in bestia. 
Infilò i suoi jeans beige, le sue amate converse bianche e si mise in viaggio. Si erano dati appuntamento da una delle maggiori esponenti di moda della Londra bene: la signora Petfire.
I due dovevano scegliere l'abito per il gran giorno, quella mattina in cui il riccio avrebbe testimoniato di fronte a milioni di persone un amore che di concreto e vero non aveva assolutamente niente.
Per il riccio era quasi una delusione vedere il suo amico cadere ai piedi di una fottuta voglia di banalità.

Harold si presentò puntuale davanti lo studio della signora Petfire. Di Louis neppure l'ombra.
Decise di entrare ed iniziare a provare quei completi che portavano via con sè metà dello stipendio.
Fu accompagnato in un immenso salone da una ragazza carina, molto carina.
Harry la squadrò da capo a piedi, sorrideva nel vedere il comportamento impacciato della tipa: aveva l'aria della classica verginella, beh, perfetta per una nottata di "vita" con il riccio.
_Ehy bella, come ti chiami?_ domandò Harry.
_Ch-ch-ch-Charlene._ rispose timida e impaurita lei, forse era una delle tante fan o forse una solamente estasiata da tale bellezza.
_Charlene? Bel nome._ rispose divertito lui. _Beh Charlene, cosa mi fai provare?_
_Questo. Tenga._ la rossa le porse un armani, classico, nero, elegante. Lo sguardo basso, le guancie rosse.
_Tenga? Non sono così vecchio!_ rise Harry. _Chiamami Harry, semplicemente Harry._
La rossa sorrise. Era quasi una bambola, i capelli le accarezzavano la pelle candida del volto lineare, gli occhi cielo avevano stregato il riccio.
Harry lasciò la porta del camerino socchiusa. La ragazza intravedeva i frutti di tutti quegli anni di palestra.
_Beh, come mi sta?_ Il riccio uscì: camicia aperta, addominali in bella vista.
_Le sta.._
_Ti sta.._ la corresse lui.
_Ti sta bene Harry, molto bene._ Finalmente gli occhi di lei incontrarono quelli del riccio, Harry ne rimase folgorato.
Si avvicinò con fare sensuale alla ragazza.
_Ti va se stasera ceniamo insieme?_ chiese sussurrandogli all'orecchio sinistro. Lei sussultò.
_Beh, io..io..non so.._ titubò Charlene.
_Ehy? Ci divertiremo!_ ammiccò Harry.
Charlene annuì sorridente. Il riccio le sfilò il cellulare dal taschino della maglia, sfiorò il seno e lei sorrise imbarazzata.
_Ecco, questo è il mio numero._ affermò soddisfatto lui.
Quella ragazza aveva una marcia in più, Harry ne era piacevolmente attratto.

_Buongio.._ e come sempre, doveva entrare lui, con tutta la sua perfezione e rovinarre tutto.
Louis si bloccò non appena vide i due vicini, fin troppo. Charlene rimase disorientata all'improvviso cambio d'umore del sexy Harry.
Il riccio filò in camerino, tornò vestito con i suoi amati abiti, porse il completo alla ragazza cosicchè potesse confezionarlo e affermò un glaciale:
_Io vado!_ 
_No aspetta!_ Lo bloccò Louis. _ Puoi lasciarci un secondo da soli?_ si rivolse alla ragazza che uscì velocemente.
_Che cazzo stai facendo Harry? Avevamo detto che sarebbe rimasto tutto come prima.._
Harry avrebbe voluto urlargli che mai sarebbe rimasto tutto come prima dopo quei baci, dopo quella notte in cui si erano posseduti.
_Infatti, è tutto ok._ rispose freddo il piccolino.
_Ma non dire cazzate, sei così distante.. e poi che intendi fare? Scopartela?_ fece segno alla porta, dove dietro c'era la rossa.
_Forse!_ rispose Harold.
Il maggiore alzò gli occhi al cielo. A quella reazione Harry esplose.
_Ma cosa pensi Louis, che passi la mia vita piangendo per un bastardo che non vuole ammettere niente a nessuno e niente a sè stesso?_
_Avevi detto che mi amavi, non ti ho mai illuso._
_E infatti, non ho mai preteso niente da te, ma non puoi scoparmi e poi far finta di niente._ gli urlò contro Harry.
_Mi ami?_ domandò sussurrando Louis, quasi sperassi in un "sì".
_Sì ti amo, sì. Ma non sarò mai succube di te, almeno non come tu lo sei di Eleonor._
Louis rimase immobile, sconcertato dalle parole dell'amico. Il riccio uscì sorrise alla ragazza sussurrandogli un ammiccante "A stasera.", lasciò l'amico solo, in quel salone a fare due conti con una verità che gli creava sempre enormi disagi.

Erano le 20.00, mancava esattemente un'ora all'appuntamento con Charlene, Harry stava riordinando casa.
Sobbalzò al suono assordante del campanello. Si affrettò ad aprire. Rimase immobile.
_Che ci fai qui?_
Louis entrò, senza permesso o preavviso. Chiuse la porta.
_Ho bisogno di te._ Louis si avvicinò ad Harry, lo baciò con frenesia contagiosa.
Harry non si scanzò, non ne aveva intenzione. Le loro lingue scintillavano incontrandosi insieme.
_Fammi tuo._ sussurrò Louis all'orecchio di Harry.
_No Boo, è meglio se non replichiamo._
_Shh._ Louis posò un dito sulla bocca del riccio, lo zittì. Harold non poteva resistergli.
Louis iniziò a baciare Harry, lasciava segni violacei sul collo candido del riccio.
Si spostarono sul divano, iniziò un gioco frenetico di mani, godevano i due, godevano tanto.
Louis muoveva velocemente quelle dita e rideva vedendo l'amico urlare e ansimare da piacere. I giochi si invertirono ed Harry ebbe la sua rivincita: mordeva, tastava, giocava; e Louis era vittima piacevole di quelle trasgressioni.
Non si spinsero oltre, esplosero di passione ma non continuarono.
_Perchè non continuiamo?_
_Charlene arriverà tra poco... l'assistente._ Rispose Harry rivestendosi deu suoi boxer Calvin Klein.
_Stai scherzando vero? Ho lasciato sola El per stare con te e te mi abbandoni?_ domandò retorico ed irritato Tommo.
Harold sorrise quasi incredulo. _Hai sempre fatto lo stesso con me, adesso è il mio turno._
Louis sospirò, quella verità era dolorosa, faceva male ma era così concreta..
Louis afferrò la giacca, si spostò vicino alla porta.
_Divertiti!_ affermò ghiaccio e sarcastico uscendo di casa.

Quella sera i due ragazzi si divertirono, parlarono e si baciarono. Quella Charlene era proprio qualcosa di speciale. Forse era solo quella stranezza che la portava a non aprire le gambe alla vista immediata del riccio, era molto in fondo che Harold non incontrava una ragazza così.
Non si spinse oltre il riccio, le concesse un bacio prima che la rossa andasse via, non gli sembrava il caso, in fondo quella ragazza l'attirava e doverci uscire ancora beh, avrebbe fatto solo piacere al riccio.
Harold stava per socchiudere gli occhi, l'iphone vibrò sul comodino.
 "Divertito? Scopata la bella rossa?
                            Louis xoxo."

Il riccio sapeva che c'era una forte vena di acidità, conosceva l'amico.
                "Ovvio, mi conosci no? 
                                Harry xxx"
In realtà non c'era stato niente più di un bacio, in realtà non avevano fatto sesso, ma scrivere quelle parole all'amico gli permetteva di addormentarsi orgoglioso.

That's Right [Larry Stylinson]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora