Mini smut
Quella mattina i ragazzi si presentarono puntuali nella hall di un prestigioso hotel inglese.
Solito monotono copione recitato alla perfezione: firma sul quadernino posto dalla fan strillante, posa sexy, sorriso falso e anche quell'intervista era terminata.
Ormai i ragazzi non si riconoscevano più in quell'ambiente.
Erano solo modelli con una bella voce, non cantanti con un bel fisico. E questo era decisamente poco gratificante per loro.Tornarono nel loro camerino, Harry odiava quei posti in cui dovevano condividere la loro intimità, non che non fosse già successo ma beh, vedere Lou senza maglietta era veramente qualcosa di forte per il bel riccio che cercava di non far trapelare quanto lo considerasse sexy.
"Non guardarlo Harry, non guardarlo" continuava a ripetersi il bel riccio cercando di distoglere lo sguardo dai perfetti pettorali dell'amico.
Arrossiva velocemente Harold, ma nessuno in quella stanza sembrava intuire cosa stesse passando per la testa di quel ragazzo, ed andava decisamente bene così.
_Ragazzi mi accompagnate dallo stilista? devo provarmi il vestito.._ chiese nella tranquillità più assoluta Tommo.
Il vestito certo, per il grande giorno..quel giorno in cui avrebbe annucciato il suo amore eterno per la Calder ed Harry avrebbe fatto il suo testimone.
Non aveva niente da testimoniare se non la loro falsità, una coppia rovinata prima ancora che si formasse.
_A che ora vai Lou?_ chiese curioso Malik.
_17.30_ rispose l'amico mentre si infilava i jeans, era perfetto quel ragazzo. Decisamente troppo.
_Ok per me non ci sono problemi_ acconsentì Niall.
Liam e Zayn annuirono.
_Tu Harry?_ Gli domandò Louis.
Il riccio si voltò. Squadrò l'amico dall'alluce fino all'ultimo capello, venne a mancare un respiro, due, un battito, due, tre battiti.
Gli faceva uno strano effetto, mortale, devastante.
Louis si accorse dello sguardo perso del riccio, si vestì velocemente, imbarazzato come mai.
_Insomma Harry, tu vieni?_ domandò Zayn riportandolo alla realtà.
_Cos... ehm no mi dispiace ho un impegno!_
Il riccio si infilò le sue converse bianche, Louis alzò le spalle, si rivestirono velocemente ed uscirono.Erano le 17.40, Harry leggeva un libro, era quasi impossibile farlo.
I suoi pensieri divagavano nella sua mente come pesci nel mare, non riusciva proprio a rilassarsi.
In quel momento, mentre il riccio osservava il vuoto dell'aria cupa di Londra dalla sua finestra vicino il letto, l'amico era a provarsi il fatidico vestito, quello che poi avrebbe riposto nell'armadio per anni e magari dato al figlio per il suo grande giorno.
Un figlio nato dalla falsità e dall'ipocrisia di una madre finta e un padre succube.Erano passate due settimane dal giorno in cui i due amici si erano abbracciati e avevano firmato la loro tregua.
Sembrava esser tornato tutto come prima, adesso Lou rideva e scherzava, il gruppo era tornato unito ma, ma c'era qualcosa di strano nell'aria ed Harry se n'era accorto, era tutta un'impressione perchè mai, mai sarebbe stato tutto uguale.
Erano cambiate le personalità, i commenti, i punti di vista ed i ruoli.
Harry era la piccola vittima, l'innamorato non corrisposto, lo "strano".
Louis era era il finto gentleman, colui che non ha bisogno di chiedere e snobbava così l'amico, alla prima occasione.
Eleonor era il drago cattivo, la strega, la matrigna, l'antagonista di tutta quella storia. Non aveva sentimenti, solo un perspicace fiuto della fama, dei soldi e della vita facile. Era un evidente parassita del talento di Louis.
Ma quella favola aveva ben un altro finale dal "E vissero tutti felici e contenti", era destinato ad un banale "E vissero, come avevano scelto loro."
Nè felicità, nè gioia. La scelta in fondo era stata sua: Louis aveva deciso questo.
La piccola vittima, l'innamorato non corrisposto doveva solo arrendersi.Guardava il bordo della strada Harry, il libro in mano sempre fermo alla solita pagina ormai da mezz'ora.
Passavano auto, famiglie a passeggio e coppie felici. Un mondo etero, completamente sano, di cui lui non faceva parte.
Non aveva un impegno quel pomeriggio, voleva solo evitare di infliggersi tale pena e vedere l'amico che sempre più si avvicinava alla fine.
Almeno questa tortuta voleva risparmiarsela.Erano le 20.00 circa, Harry si alzò dal divano, andò in cucina, aprì il frigo: vuoto assoluto.
Da quando Marie, la colf, era andata a Parigi con la figlia, Harry era impazzito, andava avanti a pizze e ristorante cine sotto casa,
Chiuse schifato il frigorifero.
Si sdraiò nuovamente con fare assonnato sul divano, il campanello suonò, Harry sobbalzò, non aspettava visite!
_Ciao!_
Era Lou, aveva la voce fioca e teneva lo sgaurdo basso.
Era bagnato fradicio, fuori c'era il diluvio universale e il bello di Doncaster si era bagnato completamente.
_Lou! Entra dai!_ Harry lo accolse sorridente.
Lou entrò intimorito, sembrava alquanto strano, troppo forse.
Harry si allontanò, tornò da Lou con un paio di pantaloncini, una maglietta ed un asciugamano di spugna azzurro.
_Tieni Lou, cambiati_
L'amico gli sorrise. Iniziò a spogliarsi sotto lo sguardo imbarazzato e curioso del riccio.
I due si accomodarono sul divano.
_A cosa devo la tua visita?_
_Sono confuso, ho paura Harry!_ rispose cupo il maggiore.
_Tutti hanno paura poco tempo prima di sposarsi, lo sai come la penso ma sarai felice, hai riflettuto molto su questa scelta no?_
_No, cioè pensavo di esserne sicuro ma..ma mi hai confuso Harry, mi hai confuso cazzo_
Il volto di Harry si trasformò in una smorfia di confusione. _Cosa Lou?_
_Sai benissimo cosa!_ rispose retorico Tommo ma proprio Harry non riusciva a capire.
_No, non lo so._ rispose il riccio.
_Baciami Harry, devo sapere se la prima volta mi è piaciuto davvero o no!_
Harry restò sconvolto. Non avrebbe mai immaginato che all'amico potesse essersi interessato, mai.
Harry sorrise beffardemente alzandosi dal divano.
_No Lou, ami Eleonor._
Louis si alzò velocemente, con uno scatto repentino.
_Harry cazzo baciami, è un test...fallo perfavore._
Harry scosse la testa, Louis si avvicinò i loro occhi si fondevano in un unico colore, le pupille di Harold erano dilatate, il suo respiro si era fatto affannato, uno, due, tre battiti in meno.
_Dev..._
Louis si avvicinò sussurrando.. _Dev far..._ e non finì la frase, appoggiò le sue labbra su quelle del riccio, un contatto velocissimo.
Harry si scanzò.
_Non lo vuoi e io non sono il test di nessuno!_
Gli sarebbe davvero piaciuto, ma dentro di lui sentiva che non era ciò che voleva l'amico, era in sesto senso odioso.
Harry scostò la testa, gli occhi socchiusi, era quasi doloroso rifiutarlo.
Louis prese il suo volto fra le mani, lo guardò negli occhi. restò in silenzio.
E sfiorò la sua pelle, era così morbida...
Lasciò le sue labbra cadere tra quelle del riccio e lo baciò.
La pelle del riccio era diventata gelida. Aveva quasi paura, e non sapeva perchè.
La lingua di Louis sfiorò il palato di Harry, Il riccio sussultò.
Durò pochi decimi di secondo.
I due si staccarono, Louis osservò l'amico negli occhi: _Sono, nella merda._ Osservò l'amico.
Harry lo guardò stranito.
_Mi è piaciuto._
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That's Right [Larry Stylinson]
Fiksi PenggemarPerò lui è Harold Edward Styles, lui ama le donne, lui vive per le donne, lui deve frequentare le donne. Eppure non si autoconvince, non ci riesce. Non si può negare qualcosa di evidente. Eppure ci sono quegli occhi, quei muscoli, quel sorriso. Epp...