XXIII

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23 dicembre, Sabato.

-Hyung, mi chiedevo se ricevessi ancora i bigliettini da jk.- Jimin sorrise guardandolo di sottecchi.
-Sì Gukie, li ricevo quotidianamente, perché? Sei geloso?- Disse ridacchiando mentre il moro si affrettava a ribattere.
-No no! Assolutamente no! Perché dovrei?-
-Certo, non avrebbe senso.- Sussurrò il più grande sfregandosi le mani cercando di riscaldarle.
Anche quel giorno fu il buio della notte ad accompagnare le parole dei ragazzi. I pallidi raggi della luna piena illuminava di poco i loro volti e risplendevano sulla piatta superficie nera del mare.
-Hyung, hyung, l'orsa maggiore!- Esclamò il più piccolo indicandola, entusiasta.
-E lì c'è l'orsa minore, la vedi?- Jimin si avvicinò all'altro e puntò il dito nel punto in cui si presentava la costellazione, cercando di direzionare il suo sguardo.
-Sì, eccola! Wow, di solito non si vedono mai.- Sussurrò stupito Jeongguk, a cui sembrava di essere tornato bambino. Il grigio, si girò a guardare l'altro.
-Gukie, mi sono stancato di fingere di non saperlo.- Esclamò senza giri di parole.
-Cosa?- Chiese il nominato, incuriosito.
-Lo sai anche tu.-
-No hyung, non credo.- Disse guardandolo negli occhi con sincerità. Si scrutarono entrambi per qualche secondo, poi Jimin si avvicinò a lui con rapidità e si lanciò letteralmente sul petto del più piccolo, che venne colto di sorpresa e che quindi rimase pietrificato, con gli occhi spalancati, con il cuore che batteva per la vicinanza con Jimin, per il modo in cui lo guardava e con il fiato corto.
-Jeon Jeongguk, basta fingere con me.- Le braccia del grigio erano sistemate attorno al collo dell'altro che con una mano gli solleticava i capelli. Rimasero immobili ad osservarsi, in un silenzio non molto imbarazzante. Non riuscivano a distinguere accuratamente i tratti dei loro volti, ma questo non impedì al più grande di sentire il cuore palpitante di Jeongguk contro al suo. Jimin spostò una mano sulla sua guancia e gliel'accarezzò per qualche secondo con il pollice, osservando -per quanto possibile alla luce della luna- ogni piccolo dettaglio del suo viso, passando dagli occhi ancora spalancati e lucidi, al naso fine e a finire sulle labbra sottili. Ridusse la distanza tra loro con un bacio lento e dolce, finalmente grato di non dover più fingere di non provare niente per lui. Terminò il bacio che Jeongguk non ricambiò immediatamente a causa della trance in cui era entrato, e tornò a sedersi esattamente al suo fianco, con le braccia incrociate e lo sguardo dritto davanti a sé con un sorriso trattenuto poco riuscito.
-Lo so che sei jk, mi sono stancato di tenerlo nascosto.- Jeongguk riuscì finalmente a smuoversi e a parlare.
-D-da tanto?- Balbettò arrossendo.
-Oh ma che importa da quanto lo so,- sbottò. -vieni qui.- E con rapidità intrecciò le braccia dietro al collo del piccolo e, ridendo, lo baciò ancora.

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