27 "The End and the beginning"

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Restarono immobili a fissarsi per un tempo che parve infinto, Neanche una parola uscì dalle loro labbra. neppure un suono o un minuscolo bisbiglio. Ad eccezione del lieve soffiare del vento fra le foglie dei faggi, non c'era alcun rumore a spezzare quel silenzio così puro e carico di significato.
Niente. se non i loro respiri leggermente accelerati mentre, a malapena a qualche metro di distanza, si nutrivano avidamente l'uno dell'immagine dell'altro,
del loro profumo mischiato a quello dei fiori e dei loro sguardi così goffi, che in quel momento sostituivano qualsiasi parola esistente.
Louis reimparò la sagoma di Harry a memoria, lasciando che i suoi occhi vagassero sul corpo del
Maggiore con minuziosa attenzione. Ne riconobbe ogni dettaglio: dal naso leggermente sporgente alle labbra carnose e rosee, dalla mascella tagliente e spigolosa alle dita affusolate e nodose che scorrevano fra i suoi ricci color cioccolato, adesso nettamente più corti. Harry aveva sempre avuto quel vizio: si sistemava i capelli in ogni occasione, soprattutto quando era nervoso e non voleva darlo a vedere. Fu osservando quel gesto così naturale che Louis capí che il riccio non era cambiato di una virgola. Ogni sua minuscola, meravigliosa sfaccettatura era ancora lì, ferma al proprio posto.

Quel ragazzo, ne convenne, era una vera opera d'arte. una di quelle che molti non si soffermano neppure a guardare, spaventati dalla sua immensa bellezza, E che solo lui era riuscito ad apprezzare veramente. Che solo lui era riuscito ad ammirare ed amare senza alcuna riserva.

Era la fine e l'inizio di tutto.

E se ne stava lì fermo, con una mano fra i capelli e gli occhi persi nei suoi azzurri, mentre il solito piccolo sorrisetto sfacciato si faceva lentamente spazio fra le sue labbra vermiglie.

Il più giovane fece un passo verso di lui.

Poi un altro

ed un'altro ancora.

Si fermò solo quando gli fu così vicino da percepire il suo respiro sulla pelle ed il suo profumo ad invadergli i polmoni. E fu allora, e solo allora, che con le lacrime agli occhi gli mollò un forte schiaffo sulla guancia, facendo ruotare immediatamente il suo viso perfetto verso destra.

Harry non disse assolutamente niente in seguito a quel gesto. Sapeva di meritarlo, e sapeva che sparire così brutalmente dalla vita del più giovane aveva contribuito a spezzarlo definitivamente. Così rimase immobile anche quando il liscio prese a colpire ripetutamente con i pugni il suo petto, mentre calde lacrime salate scorrevano a fiumi sulle sue guance leggermente incavate.

"Sei un bastardo!" Gli urlò contro mentre ancora colpiva il suo petto furiosamente, spingendolo con forza.

"Uno schifoso egoista del cazzo che mi ha rovinato la vita facendosi investire da una maledetta macchina!" Continuò a sbraitare fra le lacrime, spingendolo ancora ma non riuscendo a spostarlo minimamente.

"Non hai idea di cosa mi hai costretto a subire! Non hai la più pallida idea del dolore che ho dovuto sopportare ogni giorno, da quando te ne sei andato! E tutto questo per cosa?! Per un maledetto ragazzino biondo morto più di 5 anni fa!" In quel momento Harry lo guardò. Osservò il dolore e la delusione sul suo voto e sentì la sua anima morire un poco quando il piccolo ragazzo davanti a lui si accasciò sul suo petto esausto, con il respiro affannoso ed il corpo minuto scosso prepotentemente dai singhiozzi. Si morse forte il labbro inferiore, infinitamente dispiaciuto per tutte le sofferenze causate a quella dolce creatura, e lentamente avvolse le proprie braccia attorno alla sua schiena, stringendolo come non faceva da tempo e seppellendo il viso nell'incavo del suo collo, lasciando che i propri polmoni si riempissero del dolce profumo del ragazzo.

Anche Louis, Ben presto, ricambiò quell'abbraccio perché per quanto adesso lo odiasse, Non poteva fare a meno di continuare ad amarlo. Perché lui lo avrebbe sempre amato, con ogni fibra del suo corpo; con ogni battito del suo cuore distrutto. Harry per lui non era mai stato una semplice cotta adolescenziale: Harry era il sangue che gli scorreva nelle vene, la forza che gli permetteva di alzarsi la mattina e di affrontare un nuovo giorno. Harry era la sua canzone preferita suonata a momento giusto e per quanto male gli avesse fatto, continuava a restare tale.

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