Capitolo VIII

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E passato un mese dal suo risveglio e finalmente i dottori l'avevano dimessa,ogni tanto andavo in ospedale,un pò per trovarla,un pò perchè ancora non mi muovevo,a quanto pare il mio corpo si rifiutava di guarire,se non ci riuscivo entro due settimane era sicuro,non avrei mai più potuto camminare.

"Dovresti andare da un professionista,i medici si sbagliano amore,tu riprenderai a camminare"

"Non credo si sbaglino invece,anche mettendomi d'impegno non ci riesco,dovrò arrendermi al fatto di non poter più camminare"

"Fai come vuoi ma io ti amerò lo stesso,comunque mia madre chiede se domani vuoi venire a cena da noi"

"Domani?Ma lo sai che domani dovevamo andare in quel posto..."

"Era domani?Cavolo me lo ero scordata,beh possiamo fare anche adesso"

"Come adesso,il tempo che tu ti prepari ed arrivi si fà tardi"

"Invece di continuare a scrivermi muoviti e vieni"

"Certe volte odio queste sorprese <3"

Presi il portafoglio ed uscì di casa,lei era lì col suo splendido sorriso,indossava un vestito azzurro tipo quello di cenerentola <<come mai sei vestita così?>>

<<hanno deciso di mangiare fuori ed ho messo la prima cosa che ho trovato perchè,non ti piace?>>

<<al contrario amore,sei uno schianto,ma guardaci,tu un tempo eri una gotica paurosa ed io un nerd,ora siamo la coppia che fà invidia al mondo stesso>>

<<già,ora muoviamoci,mio padre ci sta aspettando>> suo padre...ecco il diavolo in persona,quando mi aveva ringraziato per aver pagato l'operazione di Lucy pensavo di essermi guadagnato il suo rispetto ma in realtà non mi perdona il fatto che lei fosse in quell'ospedale.

Salimmo in macchina e durante il tragitto non volò nemmeno una mosca fino al ristorante,se vi chiedete come mai non ho parlato della carrozzina è perchè durante le uscite usavo le stampelle,non potevo camminare questo è vero ma le gambe potevo muoverle.

Una volta entrati nel ristorante ci accomodammo al tavolo già occupato dalla matrigna di Lucy,cercai di non chiamarla mamma per via della famosa somiglianza <<ciao Tyler>>

<<salve signora Cauldfield>>

<<chiamami Mary perfavore>>

<<va bene...Mary>> altra cosa in comune,il nome,qualcosa mi puzzava ma non ci pensai molto.

Ordinammo io un piatto di lasagna come Lucy,mentre i suoi genitori gli spaghetti <<allora Tyler,visto che a breve riprenderà la scuola tu cosa vuoi fare?>>

<<beh...ho intenzione di mollare la scuola per lavorare,il mio vecchio datore di lavoro mi ha licenziato,non sono andato per mesi quindi...ma ho già trovato un'altro lavoro come barista>>

<<non me lo avevi detto amore...>>

<<volevo farti una sorpresa anzi due sorprese>>

<<due?>> mi girai verso di lei e le presi la mano <<in teoria volevo aspettare domani per darti il regalo per il nostro primo mesiversario ma visto che ci sono anche i tuoi genitori,mi sembra perfetto>> frugai nella tasca e presi un cofanetto,lo aprì e c'era un'anello d'oro <<Lucy Caulfield,vuoi essere ufficialmente la mia ragazza?>>

<<ovvio scemo>> detto ciò gli misi l'anello al dito e ci baciammo sotto gli applausi delle persone che stavano mangiando ed è qualche secondo dopo che sentì la gente dire cose del tipo "ma perchè non si è inginocchiato?" "come fà quella ragazza a stare con un'handicappato,non riesce nemmeno a stare in piedi da solo",Lucy se ne accorse e mi guardò,presi le stampelle e mi alzai <<v-vado a prendere una boccata d'aria>> detto ciò uscì.

Dopo pochi secondi vidi anche il padre di Lucy uscire per poi mettersi una sigaretta in bocca <<ne vuoi una?>>

<<no grazie...quel giorno io...>>

<<lo sò,non c'è lo con te ma con me stesso,avrei dovuto essere un buon padre>>

<<lei è un buon padre,se non lo fosse stato non sarebbe corso in ospedale quel giorno>>

<<forse...hai ragione,comunque non abbatterti per quello che dicono gli altri,mia moglie mi dice sempre che l'importante non è quello che pensano di te gli altri ma...>>

<<quello che pensi tu di te stesso...>> ora ne ero sicuro.

Rientrai ed andai davanti a Mary <<sei tu,non è vero?>>

<<cosa intendi scusa? non capisco>>

<<la canzone,lo stesso nome e pure le stesse frasi che dicevi,non ti sei nemmeno fatta furba>> lei stette zitta un'attimo <<io non...>> lo stava ammettendo <<dieci anni,per dieci cazzo di anni ti ho creduta morta>> Lucy mi guardò con uno sguardo di chi non stava capendo nulla <<mi spieghi che succede?>>

<<Torno a casa a piedi,non voglio stare in macchina con questa persona>>

<<mi spieghi il perchè?>>

<<lo vuoi sapere davvero?>> guardai Mary con uno sguardo pieno di odio <<amore non c'è bisogno di andare sulla tomba di mia madre>>

<<perchè?>>

<<semplicemente perchè...ti presento...mia madre>> indicai Mary dopodichè me ne uscì dal ristorante,aveva finto di morire e questo mi faceva infuriare.

La mia casa sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora