Capitolo VIX

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Sparire per tanti anni e poi eccola lì,mia madre ora è la madre di Lucy,ero tra l'incazzato e la voglia di piangere,tornai a casa e nel frattempo mi accorsi che non c'era nemmeno una macchina in giro,guardai l'orologio e segnava mezzanotte,wow camminare mi ha fatto perdere la cognizione del tempo.

Mi vibrò il telefono,lo presi in mano e lo guardai,un messaggio di Lucy

"Amore dove sei","Ti prego rispondimi non mi fare preoccupare"

No,non volevo sentire nessuno,ma qualcosa,anzi,qualcuno,voleva fare sentire me <<Ti prego Tyler,svegliati,fallo per me>> Steven? ne ero sicuro quella era la sua voce,significava che stavo dormendo?

Mi voltai e vidi mia madre <<che vuoi,non ho sofferto già abbastanza?>>

<<mi spiace averti abbandonato così presto ma ora vuoi deciderti a svegliarti figliolo?vuoi continuare a sentirlo soffrire?>>

<<prima rispondi ad una domanda,se questo è un sogno significa che io e Lucy non stiamo insieme?>>

<<no,mi dispiace,hai avuto un'incidente a causa sua...>>

<<capisco,ma perchè non cammino normalmente?>> lei mi si avvicinò e mi abbracciò,mi mancava quel calore che solo lei mi aveva dato <<qualunque cosa accada devi essere forte>>

La vidi scomparire pian piano fino a non vederla più,aprì gli occhi e la prima cosa che vidi era la Tv accesa sullo sport e Steven che fissava la Tv imbambolato <<vuoi deciderti una buona volta a smettere di guardare lo sport?non ti ho mai sopportato>>

<<solo quando tu smetterai di...TYLER,ALLORA SEI SVEGLIO!!!>> lo vidi voltarsi di scatto ed abbracciarmi <<ehi,così mi ammazzi sul serio però>>

<<scusa,scusa>>

<<quanto>>

<<quasi un anno...>>

<<danni?>>

<<non potrai più camminare,mi spiace>>

<<io intendevo la moto idiota>>

<<nah,la moto è come nuova,aveva solo...ok era distrutta,sai non è stata fatta per finire contro un suv>>

<<non ricordo un tubo di quello che è accaduto>>

<<Ricordi Abby?>>

<<S...si,mi ricordo che mi ha scaricato>>

<<ecco,ti sei ubriacato e mentre tornavi a casa sei andato a finire contro un Suv,sei arrivato in condizioni critiche>>

<<va bene,ora ti chiedo solo una cosa,firma i fogli per le mie dimissioni,voglio tornare a scuola>>

<<ma l'anno è quasi finito>>

<<recupererò,d'altronde non sono un Nerd?>>

<<ben tornato>>

Ero felice di essermi svegliato,la vita vera,ecco cos'era,non un sogno dove sto con una bella ragazza e sono felice,ma la dura e triste vita.

Una volta a casa guardai che giorno era,Domenica...bene,andai a letto ed il giorno dopo mi feci accompagnare a scuola.

Avevo tutti gli occhi puntati addosso,soprattutto quelli di Lucy Cauldfield che mi guardava con pietà,la fissai qualche secondo poi filai in classe,mi sentivo un'estraneo ormai,non ero più il secchione che sà tutto ma l'handicappato che sà tutto.

Durante l'ora di pranzo mi sedetti da solo,non poteva mancare Trevis Maddox,nel mio sogno era gentile ma quì era un bastardo coi controcazzi <<Ehi Mitchell,vedo che sei tornato con le tue "gambe">> alzai lo sguardo per rispondergli ma notai che abbracciata a lui c'era Lucy così tornai a mangiare,ma a lui piace istigare così mi spinse perterra il vassoio <<cosa c'è handicappato,non mi rispondi? dov'è finita la tua spavalderia di un tempo?>>

<<bello prendersela con me vero? Ti credi intelligente non è così? Ti sbagli,intelligente è chi non reagisce alla provocazione di un gorilla come te>> a quell'affermazione tutti si misero intorno a noi aspettando che ci alzassimo le mani a vicenda ma invece lui mi buttò giù dalla carrozzina e mi assestò qualche calcio nello stomaco,tutti tornarono al loro posto tranne una persona,Lucy.

<<amore vieni?>>

<<io non stò con chi se la prende coi più deboli,sei cambiato Trevis,ti lascio...>> stava per tirarle uno schiaffo ma il preside lo fermo <<Maddox,vieni immediatamente in presidenza>>

Lucy mi aiutò ad alzarmi <<tutto bene?>> non le risposi,nemmeno la guardai in faccia <<vuoi che ti lascio in pace?>> nemmeno lì risposi così lei si incamminò verso l'entrata della scuola,ma che diavolo stavo facendo,aveva scaricato Maddox perchè ha picchiato me,presi il cellulare e composi il suo numero,il telefono squillò <<pronto chi è?>>

<<Requievit corpus sanitatis>>

<<chi parla?>>

<<se ti volti lo capisci>> le si voltò e mi guardò in faccia tornando verso di me <<come sai il mio numero?>>

<<beh,luuuuunga storia,se vuoi te la racconto a cena,venerdì alle otto?>>

<<in realtà?>>

<<non voglio scuse>> andai verso l'entrata della scuola ma mi fermai voltandomi <<ah,vedi di portare un'amica,ci sarà anche mio fratello>> dopodichè andai in classe,forse potevo fare in modo di conquistarla,ovviamente tralasciando il discordo che eravamo fidanzati e del suo coma.

La mia casa sei tuDove le storie prendono vita. Scoprilo ora