Capitolo 23 - Regali di Natale

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Ormai da qualche giorno si respira aria natalizia da ogni parte. Luci e alberi addobbati sono protagoniste in tutte le vie della città. Ho sempre amato questo periodo dell'anno quando ci si ritrova con tutte le persone care intorno e ogni problema o preoccupazione svaniscono magicamente. Una tavola imbandita, il fuoco che arde, dolci note in sottofondo, la famiglia riunita e tante tante risate. Questo è il Natale per me, pieno di magia e amore eppure quest'anno c'è qualcosa di diverso. Non è il fatto di essere in una città diversa perchè in fin dei conti la mia famiglia è vicino a me ed è questo quello che conta, ma sento che manca comunque qualcosa.

Sono successe tante cose in questa ultima settimana. 
Carolin ha finalmente dato alla luce il bambino più bello che io abbia mai visto. Si chiama Nathan e l'amore che ho provato la prima volta che mi ha guardato negli occhi è stato qualcosa di indescrivibile. I suoi occhioni scuri mi hanno conquistato subito e ho sentito dentro quell'amore incondizionato, puro che si prova poche volte nella vita. 
E' arrivato come un'uragano nelle nostre vite travolgendole completamente. Il fatto che ci fossero anche i miei genitori ha aiutato tanto Carolin. Lei ha perso i genitori quando era piccola ed è cresciuta con i suoi nonni materni. Ma quando anche loro se ne sono andati si è ritrovata sola ad affrontare tutto e ora vedendola con il suo bambino posso solo immaginare quanto le possa mancare sua madre. Di notte è difficile dormire ma a turno ci occupiamo di lui e anche se la mattina la stanchezza si fa sentire basta un suo piccolo sorriso per far passare tutto. 
Nathan non è l'unico nuovo arrivato nella mia vita.
Ho passato un po' di tempo con Andres e tra una chiacchiera e l'altra si è instaurato un bellissimo rapporto. Vado a trovarlo ogni sera e quando nel locale non c'è tantissima gente usciamo a cena o andiamo al cinema. Parliamo di qualsiasi cosa senza imbarazzo. Mi trovo bene con lui ed è come se lo conoscessi da sempre.
Ho scoperto che è di origini portoricane e si è trasferito qui in California dopo che i suoi genitori si sono separati quando aveva 16 anni. Non mi ha raccontato molto di quel periodo forse parlarne gli riporta alla mente brutti ricordi e io non ho insisito più di tanto, come del resto lui ha fatto con me. Quando sono arrivati qui non è stato facile per loro. Sua madre lavorava qua e là e vivevano in condizioni precarie. E' stato facile per lui percorrere strade pericolose con le compagnie sbagliate ma quando hanno rischiato di perdere tutto si è rimesso in riga e ha trovato una piccola occupazione al Wall. Il vecchio proprietario si è preso cura di lui come un figlio e gli ha insegnato tutto quello che sa. Lo ha tolto dalla strada dandogli un'opportunità migliore. Si è impegnato nel suo lavoro e ha voltato pagina. Ora dice di essere una persona diversa e ha riscoperto i valori che aveva perso. E' una persona vera e sincera ed è una cosa che apprezzo molto in lui. 
Mi sento finalmente bene in questi giorni. Il dolore è passato quasi del tutto, solo qualche volta mi è capitato di pensare a Tyler e fa male solo un po'.

《Ciao Em! 》La voce di Andres mi riporta alla realtà. 
《Ciao!》 lo saluto calorosamente. 《Sempre in ritardo eh? 》dico facendo la finta arrabianta.
《Come posso farmi perdonare?! 》
《Comprarmi una porzione gigante di popcorn. 》rispondo senza pensarci troppo.
《Ci avrei giurato. 》Ride.
Dopo aver preso cibo e bevande ci facciamo strada nel cinema affollato per vedere un film uscito una settimana fa. Nella nostra sala non c'è tantissima gente per fortuna e così raggiungiamo i nostri posti tranquillamente.

《Di cosa parta questo film?》 Mi chiede rubandomi una manciata di popcorn.
Gli racconto un po' la trama di questo thriller. Amo le storie intriganti pieni di colpi di scena  Mi guarda con aria perplessa e capisco che non sia proprio il suo genere preferito.
Durante il film mi volto qualche volta verso di lui per controllare che non stia dormendo per poi scoprire che in realtà segue con attenzione il film.

Quando usciamo dal cinema l'aria fredda mi colpisce in faccia facendomi rabbrividire. 
《Ti va di bere qualcosa? 》gli chiedo. 
《Volentieri. Conosco un posto qui vicino. Non è distante, possiamo andarci a piedi se vuoi. 》
《Ok. 》Nonostante sia qui da quattro mesi non conosco molti posti. 
Ci incamminiamo e cerco di stringermi più che posso per proteggermi dal freddo.
Camminando accanto a lui è impossibile non notare lo sguardo delle altre ragazze appena lo vedono. Gli si illuminano gli occhi e lo squadrano dalla testa ai piedi ma quando notano la mia presenza rimangono molto deluse. Ogni volta cerco di trattenermi ma le loro faccia mi fanno sempre morire dal ridere.

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