Obsession

24

Un'altra settimana è volata , nessuna notizia della mia bambina, e nessun nuovo indizio .
Sono in macchina , e sto raggiungendo mia madre in tribunale, Thomas mi ha fatto promettere di non dire nulla sul fatto di averla vista con suo padre , ha ingaggiato un investigatore privato, in questi giorni ci farà sapere qualcosa.

Quando arrivo , purtroppo vengo informata che mia madre è impegnata in una udienza, ne avrà ancora per molto .

Decido di aspettarla nel suo ufficio.
Le ore passano , e di lei nessuna traccia. 

Giro nel suo studio, osservando le tantissime foto  sparse in tutti i posti. 

Quando ne guardo una in particolare, mi vengono le lacrime agli occhi , era il mio ventesimo compleanno, lei e  papà , abbracciati come due innamorati. 
Possibile che mamma abbia finto per tutto questo tempo ?
Mi sembra quasi impossibile.

Mi siedo nella sedia girevole, e osservo lo schermo del suo computer.
Da qui lei ha l'accesso in tutti gli archivi del tribunale .

Digito velocemente quello che mi serve, ma non trovo nulla , o almeno non è qui. 
La porta si apre , Peter il suo segretario, mi chiede se voglio qualcosa da bere

《 non mi serve nulla Peter, grazie 
Ascolta posso chiederti una cosa ?  Sto lavorando ad una causa importante , mi servono dei documenti su delle udienze, per l'anno 2000 , ho guardato qui al computer, ma non ho trovato nulla 》

《 beh , non penso troverai nulla li, abbiamo iniziato a trascrivere tutto dal 2001 in poi . Posso sapere di cosa si tratta? 》

《 tu sai chi era il giudice in quel periodo? 》

《 c'era Dantoni, era lui che si occupava delle udienze civili , ma puoi chiedere a tua madre , alle volte lo affiancava, anzi a dire il vero alle volte se ne occupava lei personalmente 》

Tum tum tum tum

Il mio cuore batte all'impazzata, cosa c'entra mia madre in tutto questo ?
No non può essere , sto solo volando di fantasia.
Magari lei non sapeva cosa si nascondeva dietro tutto , certo deve essere così

《 Signorina Sara? 》

《 si scusami Peter , mi sono distratta un attimo .
Sai dirmi se in questo momento posso scendere giù , e dare un ' occhiata ? 》

《 ci vuole l'autorizzazione del giudice, in questo caso, sua  madre 》

《 si ma lei è troppo impegnata, non voglio disturbarla 》

《 se mi beccano, passerò i guai 》

《 ti prometto che nessuno saprà nulla 》 dico sorridendo 《 devo sistemare questa cosa il prima possibile 》

《 ok, ma si muova 》

Sorrido educatamente, e mi avvio verso l'archivio.
Il posto non è assolutamente ben messo, abbastanza inquietante , una piccola luce soffusa e pieno di polvere.

La serratura della porta , provoca un tonfo assurdo , tanto da farmi sobbalzare dalla paura.
Mi chiudo la porta alle spalle e guardo gli infiniti scaffali presenti all'interno.
Ok Sara, puoi farcela .

Correndo da una parte all'altra cerco quello che mi serve , dopo mezz'ora ho i documenti.
Li apro appoggiandoli sulla piccola scrivania.

Leggo tantissimi nomi , tutti parecchio illustri.
Hanno comprato case all'asta, in nero , cioè favoriti dalla banca, la banca di Thomas, ai tempi in nome di Richard Anderson.

Sono tutte aste illegali, di gente che ha  pagato regolarmente, ma poi per qualche intoppo legato a qualcosa, non è riuscito a riscattarsi

Dio santo!! Avevo ragione , Anderson è un figlio di puttana.
Cerco di leggere la firma del giudice che ha firmato le sentenze, ma all'improvviso sento il cigolio della porta
Guardo in fondo al corridoio , ma non vedo nessuno.

《 c'è qualcuno ? 》 chiedo, ma non ricevo nessuna risposta

Forse sarà Peter che viene a cercarmi .

Mi affretto a sistemare tutto, metto i documenti nella borsa, ma all'improvviso la luce va via .

Mi arresto sul posto , e deglutisco.
Sento dei passi farsi sempre più vicini.
Il panico prende il sopravvento.
Cerco con la mano il telefono, ma prima di trovarlo, il respiro di una persona, mi fa capire di non essere più sola .
Succede tutto in un attimo, sento un dolore allucinante alla testa , mi hanno colpita con qualcosa .

Cado a terra con un tonfo , porto la mano sul punto dolorante e sento la mano bagnata, è sangue.
La testa gira , il dolore è atroce, mi appoggio sconfitta , per poi perdere i sensi