13.

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"Sei seria, o mi stai prendendo in giro?" Dice Alice quasi sconvolta, mentre sorseggia indisturbata la tazza di thè caldo che avevamo ordinato poco prima al bar.
Stavo davvero dicendo sul serio? Ultimamente non ci stavo capendo niente. Cosa stava davvero accadendo, nella mia vita? Solo dubbi, dubbi infiniti che mi tormentavano.
So solo che, da quella mattinata in spiaggia, non ho più rivisto Harvey. Non so più cosa faccia, dove sia, ho perso completamente i rapporti con lui e forse è meglio così. Non volevo dargli false speranze, illuderlo, io non ricambiavo assolutamente ciò che lui sentiva nei miei confronti.
Probabilmente gli serviva tempo, tempo per accumulare, e magari riuscire a comprendermi. Lo capisco se, al momento, preferisce mantenere le distanze, è una cosa che voglio anche io.
Thomas non fa altro che suonare la sua chitarra dalla mattina alla sera, non capisco più  cos'abbia: a dire il vero, non capisco più niente nella mia vita.
Sto allontanando tutti? Possibile? Alice, che ormai era diventata la mia migliore amica, mi ha sempre capita e sostenuta, malgrado tutti i miei problemi che insistevo nel raccontarle.
Nonostante questo, però, Thomas mi manca. Non so perché sia cambiato, perché preferisca starsene per i fatti suoi, forse, come sempre, avevo sbagliato qualcosa.
Sembrava così protettivo nei miei confronti, e adesso devo riuscire a percepire se un minimo ci tiene ancora.
"Allora? Vuoi rimanere lì impalata tutto il giorno, o mi spieghi meglio cosa ti è successo?" Ed ecco che la biondina di fronte a me, mi riporta alla realtà con la sua vocina squillante. Come non volerle bene?
Presi un respiro profondo e le raccontai tutto ciò che accadde quella calda mattina di inizio Luglio, stando attenta a precisare tutti i minimi dettagli: tranne i miei riscontri con Thomas prima di trovare Harvey. Non so, potrebbe arrivare a conclusioni troppo affrettate e non voglio, anche perché, tra me e lui non c'è proprio nulla.
Alla fine del mio lunghissimo discorso, un'espressione di stupore mischiato a "Stai dicendo sul serio?" si fa spazio sul suo viso, facendomi quasi ridere. Come non capirla, anche io, avrei reagito così, se fosse capitato qualcosa di simile a lei.
"OHH, che cosa tenera, Cris!" Esclama alla fine, lasciandomi spiazzata.
Le racconto di questo grandissimo dramma che mi perseguita per giorni, e lei lo trova tenero? Ma finirà mai di stupirmi, questa ragazza?
"Il mio amico Thommy si è preso una cotta, finalmente!" Continua.
Resto ancora più perplessa: a cosa avrà mai pensato?
Cioè, è normale che mi abbia protetta, è mio amico fin da quando eravamo bambini!
Mi vuole molto bene ed io ne voglio a lui, siamo solamente amici. Qualcuno a questo mondo, lo capirà mai?
"Ti stai sbagliando!", sospiro. "Io e lui siamo soltanto amici."
Ed ecco che nell'esatto momento in cui pronuncio queste parole, il diretto interessato si presenta alle nostre spalle come se niente fosse. Che tempismo perfetto, Thomas.
Stranamente ha anche un sorrisino stampato in faccia, quando magari pochi minuti fa era chiuso in camera sua con la chitarra a suonare canzoni malinconiche. Chi lo capisce è bravo.
"Ciao ragazze, tutto bene?" Improvvisa facendosi spazio accanto a me.
"Oh, noi si. E tu, Thomas? Mi sembra che non hai passato esattamente un bel periodo." A questa mia affermazione abbassa improvvisamente la testa, come se gli avessi ricordato qualcosa di brutto. Vorrei soltanto sapere che cosa.
Devo ammettere che, fa male vederlo in questo stato, Thomas mi ha sempre trasmesso tanta serenità e armonia, è un ragazzo solare e divertente: quelle poche volta che è triste, ti fa davvero un brutto effetto.
"Vedi, Cris, qualche giorno fa è morta la nonna di Thomas, a cui era tanto affezionato.." Lascia la frase in sospeso Alice, intervenendo per lui che sembra non aver avuto la forza per parlarmene. Quindi lei lo sapeva, e non me lo ha detto?
Adesso capisco perché era tanto per i fatti suoi, che stupida che sono stata. Avrei dovuto chiederlo a lui invece di lasciar perdere complessando la mia esistenza.
"Thomas, io non.."
"Va tutto bene." Mi precede prima che possa terminare la mia frase, come se avesse capito.
Lentamente ci fa cenno con la mano per poi allontanarsi silenziosamente.
Ma cosa ho fatto? Riesco mai a farne una giusta? Adesso sta di nuovo male per colpa mia. Una cosa sola era in mio dovere: esserci per lui, nell'esatto modo in cui lui c'è stato per me.
Chiedo permesso ad Alice di andarmene, sperando di non farla rimanere male. L'unica cosa che percepisco è un "Va da lui" sussurrato, accompagnato da un sorriso. È per questo che la adoro, mi capisce sempre.
Ricambio il suo sorriso e scappo fuori, sperando di trovarlo.
Esco dal bar e per un momento l'aria frizzantina di una giornata che minacciava tutto tranne che caldo, mi scompiglia i capelli. Mi guardo intorno, fino a quando per mia fortuna, quel ciuffo corvino tanto maestoso si fa spazio tra le panchine di un parchetto.
Quel parco è abbandonato, non ci passa più tempo nessuno ormai, le giostre sono totalmente distrutte, il luogo è abbastanza sporco, perfetto per chi vuole rimanere da solo. Adesso ne hanno costruito un altro dalla parte opposta del villaggio, molto più nuovo e rinnovato, molti bambini ci passano i pomeriggi.
Faccio un lungo respiro e poi mi convinco che devo farlo, per lui.
Mi avvicino silenziosamente e mi siedo accanto a lui, che con le cuffiette nelle orecchie e la testa perennemente puntata verso il basso, non si è neanche accorto della mia presenza.
"Cosa stai ascoltando?" Mi invento, per fargli capire che ero lì, con lui. Pronta ad aiutarlo.
"Versace on the floor, di Bruno Mars", risponde sussurrando, probabilmente non sa che mi sono accorta che ha staccato la musica per sentire ciò che avevo da dirgli.
Decido di non farlo notare, e mi lascio andare.
"Avresti dovuto parlarmi di questo fatto, Thomas."
"Tu non me lo hai mai chiesto", risponde a tono ancora più basso di prima, forse non voleva che sentissi, ma l'ho fatto.
"Perdonami, pensavo avessi bisogno dei tuoi spazi.."
"O forse, avevo solo bisogno di te, Cris" puntualizza, puntando quei suoi occhi verdastri improvvisamente spenti, tristi, nei miei.
"Ti giuro che io, sono davvero senza parole. Non mi aspettavo fossi in lutto, che ti stesse capitando ciò, i miei non mi hanno detto nulla, tu neanche e neppure Alice. Volevo solamente darti tempo, per mettere in chiaro le idee. Credimi, io non voglio lasciarti da solo in un momento così, voglio esserci, voglio aiutarti e consolarti. Sai, Thomas, anche io ho affrontato molte perdite, non sono state affatto facili! Ma le ho superate, si va avanti, no? Lei non ti ha mai lasciato, Thomas. È sempre qui, nel tuo cuoricino, che ti ascolta, ti guarda e c'è per te come sempre è stato. Vuole soltanto una cosa adesso, che tu sia felice. Fallo per lei, per tua nonna."
I suoi occhi luccicano, sta per scoppiare a piangere, ma non vuole darlo a vedere. Ha forse dimenticato che io, lo conosco da una vita?
"Thomas, sfogati.." Gli sussurro, ed è lì che si precipita tra le mie braccia con le lacrime che gli rigano il volto inconsciamente.
Quanto è brutto vederlo così..
"Grazie" Dice asciugandosi con un fazzoletto ripescato dalla tasca del suo giubbotto, mentre mi sorride lievemente.
"Non ho fatto nulla, anzi, ho sbagliato, perché mi ringrazi?" Chiedo.
"Non hai fatto nulla? Ascoltandoti ho sentito al cuore una scintilla, ho sentito di poter star nuovamente bene, sai Cris, è da giorni che ci penso, che sto male e piango, ma oggi, tu, mi hai fatto sentire meglio. Molto meglio."
"Ne sono felice, Thomas. A che servono gli amici?" Gli sorrido.
"Si, certo. Gli amici.." Dice fievolmente, a tonalità bassissima, quasi impossibile da percepire.
Non riesco davvero più a capire, forse gli serve tempo.

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Ah Cris, proprio non capisci eh?😌
Arriverà Thomas a farti capire, allora.

I thought about you. | Thomas BocchimpaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora