THOMAS.
Avevo ormai preso una decisione, quella decisione che avrebbe segnato il resto della mia vita. Sarebbe stata quella giusta? Non lo sapevo. Ma per certo ero cosciente che mi avrebbe portato da Cris, e questo mi bastava per convincermi sempre più a farlo.
Stavo chiudendo a fatica l'ultima valigia, picchiettando sui vestiti per facilitare l'impresa. Una volta riuscito, la sollevai e la buttai accanto al mio zainetto nero contenente il mio libro preferito. Mi alzai in piedi e mi chiesi cosa potessi aver dimenticato. Feci una lista mentale: cellulare, c'era. Chitarra, c'era. Vestiti, c'erano. Cris, non c'era. Non ancora.
Chissà come avrebbe preso il mio ritorno. Mi avrebbe voluto? Mi avrebbe aperto le braccia? Sarebbe stata contenta? Triste? Non sapevo niente. E forse non volevo saperlo. In qualunque modo sarebbe andata, ero convinto di poterla aspettare. Anche per sempre.
Infondo, sto rinunciando al mio mondo, quello che ero convinto fosse adatto a me, il mondo che mi ero sempre sognato fin da bambino e quello che desideravo: la musica.
La stavo abbandonando per lei, per la ragazza che amavo più della mia stessa vita. Lo avrebbe apprezzato? Speravo con tutto il mio cuore di si.
A distogliere i miei pensieri fu il bussare frequente della porta. Chi poteva essere? I miei genitori non sapevano nulla ed erano entrambi in spiaggia, li avrei avvisati per messaggio. A saperlo, mai mi avrebbero lasciato andare. I miei amici? Alice lo sapeva. Chi, quindi? Mi chiesi.
La curiosità era troppa, e il rumore assordante aumentava ogni istante di più. Di sicuro, doveva essere arrabbiato. Chiunque esso sia.
"È aperto" borbottai.
Non mi piaceva essere disturbato.
Alla mia vista l'unica figura umana che mai avrei voluto vedere, quella che, in un certo senso, mi aveva rovinato la vita: la mia manager. Cosa ci faceva qui?
Sospirai disperatamente "Posso aiutarti?" dissi.
"Certo che puoi aiutarmi, Thomas. Disfa quelle valigie e non azzardarti a fare pazzie".
Io, non dovevo azzardarmi a fare pazzie? Forse l'aveva capito. Ma come? Chi, sarebbe stato così crudele da informarla del mio viaggio? L'avrei scoperto. Ma non ora, non adesso.
"Lasciami solo" Chinai la testa.
Era inutile, Maria. Tutto inutile. Ogni tuo sforzo, ogni tua minaccia, non mi avrebbe fatto compiere lo stesso errore due volte. Poteva scordarselo. Io ero determinato, determinato come non mai a riavere Cris. E nessuno, proprio nessuno, me l'avrebbe impedito.
Sospirò "Senti Thomas, lo capisco che ultimamente senti la mancanza di quella ragazza. Ma stai tranquillo! Passerà. Hai me, la tua carriera, i tuoi soldi! Sai quante altre ragazze puoi avere?" Mi sorrise.
Mi stava davvero parlando in quel modo? Pensava veramente che le cose andassero così? Era pazza, non c'era dubbio. Il suo atteggiamento mi stancava. Ne ero stufo. Non mi importava nulla dei soldi, nè dei dischi, nè delle altre ragazze. Io volevo Cris. Volevo soltanto lei.
Alzai la testa con disprezzo "Scusa, il taxi mi aspetta".
Era inutile persino cercare di farmi ascoltare, da gente come lei. Sapevo che nella sua mente girava il desiderio di soldi, di ricchezza, di avidità. E nient'altro. Come potevo, dipendere da una persona così spregevole? Mi chiesi in quel momento se mai, nella sua vita, anche Maria avesse provato un sentimento tanto bello quanto l'amore. Forse no, forse mai. Poiché, se lo avesse provato, saprebbe cosa provo io in questo momento.
Sollevai le mie ultime cose e uscii dalla porta della mia camera, lasciando la mia presunta manager lì dentro, completamente stupita dalla mia reazione. Cosa si aspettava? Che ci sarei cascato di nuovo? No, Maria. Ti sei sempre sbagliata.
Iniziai a camminare a passo svelto verso il piano terra, dove mi attendeva il taxi che mi avrebbe portato all'aeroporto. Non sapevo se quella velocità fosse dovuta all'eccitazione, o all'urto appena inflitto da Maria. Forse entrambe, pensai.
Proprio mentre valcai la soglia del parcheggio, quella dannatissima voce che mai mi sarei augurato di risentire echeggiò alle mie orecchie.
"Thomas! Fermati!" Mi urlò.
Ah, non stavolta.
Mi voltai "Cosa cazzo vuoi ancora? Mi sembrava di essere stato abbastanza chiaro".
"Se entri in quella macchina, hai chiuso con la tua carriera" Mi sfidò.
Crede davvero che questo, mi farà cambiare idea? Ti sbagli ancora, cara manager. Ho già scelto tra la mia carriera e Cris da tempo, e penso sia chiaro a tutti quale sia stata la mia scelta.
Mi voltai e continuai a camminare, sopraffatto dalla rabbia che rapidamente prendeva possesso del mio corpo.
"Stai scegliendo!" Ritentò non appena mi vide aprire la portiera dell'auto.
"Vai a fanculo, te e i soldi" Conclusi, mentre lentamente, l'auto si allontanava.SPAZIO AUTRICE
ED ECCOLO IL NOSTRO THOMAS!
Davvero orgogliosa! Chissà come l'avrà presa quell'arpia di Maria. Vi siete chiesti chi potrebbe essere stato a spifferare di questo viaggio alla manager? Mh, fatemi sapere giù chi pensate che sia!
Baci.🌷
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I thought about you. | Thomas Bocchimpani
FanfictionChe cosa succederebbe se, dopo anni passati separati, due amici d'infanzia si rincontrassero in una spiaggia, totalmente per caso? "Non ho mai smesso di pensarti."