18.

135 18 1
                                    

CRIS.

E lo sapevo, credimi Thomas, lo sapevo che anche tu, prima o poi, in un modo o nell'altro, mi avresti buttata a terra. Chi non lo fa? Chi, in questo universo, tiene davvero alla mia felicità? Chi, mi rispetta? Nessuno, Thomas. Proprio nessuno.
Sai, ho sempre cercato una persona leale, una persona capace di rendere bene tutto ciò che c'è di male, una persona fedele, una persona capace di starti accanto malgrado il tuo orrido carattere. Cercavo quella persona bella. Bella sia dentro, che fuori. Bella da morire. Così bella, da trasformare il tuo brutto in qualcosa di carino, di felice.
Sai, credevo fossi tu. Intendo, quella persona.
Perché, Thomas? Perché hai preferito prendermi in giro, usarmi, illudermi? Stavo così bene con te. Quasi, mi sembrava irreale tanta felicità in una persona, nella MIA persona. Infatti, Thomas, non è durata. Non poteva durare. Sono destinata a soffrire, a star male. Nessuno, potrà mai capirmi, comprendermi, riuscire a starmi accanto. Nemmeno tu, Thomas. Come ho potuto pensare di passare una vita felice, al tuo fianco? Insomma, tu sei bello, simpatico, una volta credevo fossi anche onesto. Io non sono niente, ma sappi che, nel mio niente, non ti avrei mai fatto questo.
Sai, Thomas, oggi ha chiamato mamma.
Mi ha detto che zia è morta, mi ha detto che torneranno a breve per prendermi, e poi, magari, sparirò dalla tua vita.
Sono stata così male ultimamente, sia per te, che da quella discussione non hai avuto nemmeno il disturbo di cercarmi mezza volta, sia per mia zia, per la mia famiglia, che sta affrontando un lutto pesante. Forse me lo merito. Merito questa vita, che ormai non può nemmeno definirsi tale.
Mi chiedo perché non sei qui, a chiedermi cos'ho, ad abbracciarmi, a consolarmi. Mi chiedo perché mi manchi, nonostante tutto ciò che mi hai fatto. Forse non ci stai pensando, non mi stai pensando, poiché, probabilmente, starai con quella ragazza che tanto amavi più di me. Vero, Thomas?
In questo momento sto piangendo, sai Thomas, è l'unico modo che ho per potermi sfogare. Piangere mi libera, mi libera da tutto ciò che sento dentro e che purtroppo, non posso spiegare. Mi libera da un vuoto, da un buco che lentamente mi distrugge. Forse, mi libera da te, che mi perseguiti come un brutto ricordo. Ma tu, sei davvero un brutto ricordo per me, ormai? Forse si, Thomas. Forse lo sei, forse vorrò dimenticarti, odiarti. Ma ora, non ne sono capace. Ora, ti desidero più che mai.
Sei diventato la mia debolezza, il mio male. Adesso mi manchi, Thomas. Te l'ho già detto, ma non sarà mai abbastanza. Mi manca il tuo sorriso che metteva di buon umore anche me. Mi mancano i tuoi capelli sempre perfettamente sparati in aria. Mi manca il tuo essere stupido, ma divertente. Mi manca svegliarmi con il tuo respiro sul mio collo, mentre dormendo, mi stringi. Mi mancano i tuoi occhi, che sapevano darmi tanta forza e carica, quegli occhi in cui mi piaceva perdermi, ammirarli per ore ed ore senza fine. Mi manchi tu, che ora, sei così lontano. Non ci hai messo molto a trovare qualcuna migliore di me, malgrado stessi con me. Ma cosa posso dirti, Thomas? Io sono un disastro. È normale riuscire a sostituirmi, ad allontanarmi.
Mi sento così sola, così triste, così niente, da quando tu non ci sei.
Chissà come stai tu. Male, bene, chissà? Probabilmente bene. Bene perché, non ti starò più tra i piedi.
Forse adesso sto commettendo un altro sbaglio. Cercarti. Ti sto inviando questa lettera nella speranza che tu capisca cosa mi sta succedendo, cosa mi hai fatto. Per carità, so che non cambierà niente, ma io ho bisogno di dirtelo. Sei la mia dipendenza, Thomas. Continuo a pensarti. Ogni istante della mia vita.
Mi hai distrutta, eppure io, ti amo lo stesso.

  Lettera recapitata.

I thought about you. | Thomas BocchimpaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora