10.

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È notte fonda, ed io, naturalmente, non riesco a chiudere occhio.
Ultimamente mi riesce davvero difficile, non perché abbia problemi di insonnia, non li ho, ma semplicemente perché mi lascio a troppi pensieri.  E questo è uno dei tanti.
Penso a Thomas, a tutto quello che sta accadendo in questi ultimi giorni ed alcuni suoi atteggiamenti che mi lasciano perplessa: ad esempio il fatto che quando gli abbia parlato di Harvey si sia irrigidito, il fatto che abbia parlato così tanto di me ad Alice oppure che abbia rotto i rapporti con una sua cara amica per il mio bene. Non sono mai riuscita a spiegarmi il perché di questa sua gentilezza, forse vuole solo recuperare i rapporti dopo molto tempo, come ovviamente lo voglio anche io. Ormai ci tengo troppo a Thomas.
Senza interrompere i miei pensieri, mi giro e rigiro sul letto cercando di recuperare sonno, invano. Questa notte avrò dormito sì e no mezz'ora. Invidio mio fratello, che sta russando e dormendo beatamente.
Prendo il telefono tra le mani e guardo l'orario: sono soltanto le 3:25.
Stando attenta a non far alcun tipo di rumore, mi alzo di nascosto e mi precipito all'uscita. Non ho intenzione di scappare o robe simili, soltanto fare una passeggiata e rimettere a posto i miei pensieri che mi torturano rigirando perpetuamente nella mia mente. Mi farà bene.
Prima di uscire, prendo una giacca lasciata appesa all'appendiabiti per poi indossarla, in caso di fresco.
Infine infilo le mie cuffiette nelle orecchie e chiudo la porta alle mie spalle, iniziando a camminare senza una meta, senza un luogo preciso. Soltanto pensieri e musica intorno a me.
Le cose continuano così, fino a quando, senza accorgermene, sbatto contro qualcuno finendo per terra.
Alzo lo sguardo impaurita: ed avevo ragione ad esserlo. Rossana.
Quella mi fa fuori.
Proprio quando cerco di alzarmi, lei mi tira un calcio, riponendomi stesa a terra senza forze.
"Dove credi di andare?" Mi urla dopo avermi strappato dalle orecchie le cuffie, permettendomi di sentire.
Ho paura, tanta. Resto in silenzio.
Sono sempre stata così e mi odio: non riesco a difendermi. Ovunque io vada, qualsiasi situazione, anche quando ho ragione, non riesco a rispondere, a reagire. Mi limito ad abbassare lo sguardo sperando che qualcuno mi salvi da lei.
Ecco che mi solleva dal colletto della giacca, facendomi quasi soffocare.
"Ora me la pagherai" Mi sussurra
all'orecchio, aumentando la stretta che mi procura un enorme nodo alla gola.
"Cosa ti ho fatto?" Balbetto, mentre qualche lacrima mi riga il volto.
"Cosa mi hai fatto? Cosa cazzo mi hai fatto?!" Urla nuovamente, lasciandomi cadere per terra. Il mio braccio sanguina.
"Da quando sei arrivata è tutto una merda! Thomas non è più mio amico per colpa tua! Troia!" Urla sempre più forte, tirandomi calci che si susseguono uno dopo l'altro. Le mie lacrime aumentano, non riesco a calmarmi.
"Ed è qui che ti sbagli! Non sono più tuo amico perché sei diventata una persona orrenda! Lascia stare Cris!" Una voce, quella voce, la mia preferita, si piazza davanti a me, tirando un pugno alla ragazza che poco prima, mi stava massacrando senza pietà.
"Va tutto bene, è finito" Si china al mio fianco, prendendo la mia testa tra le sue mani.
Thomas.. è arrivato.
Ancora una volta, mi ha salvata.
A distogliere il nostro contatto visivo è un rumore assordante, di.. sirene. Che altro sta succedendo?
"Stai tranquilla, porteranno via Rossana e non ti darà più fastidio" Mi precede Thomas come se mi avesse letto nel pensiero. Mi sento così bene, nonostante sia distrutta.
Lui mi solleva a mo di sposa, iniziando a camminare verso l'hotel: ma io mi dimeno costringendolo a fermarsi.
"Thomas, non possiamo. I miei non devono assolutamente sapere di questo" Lo supplico con lo sguardo di fare come dico.
"Quale sarebbe il tuo piano?" Chiede perplesso, rimettendomi delicatamente per terra, poggiando il suo braccio sulla mia vita.
"Diciamo che.. ehm.. sono caduta!" Lui annuisce poco convinto per poi continuare a camminare.
"Thomas.." Lo fermo nuovamente.
"Dimmi" Mi guarda invitandomi a parlare.
"Perché mi salvi sempre? Come facevi a sapere che ero in pericolo?" Sussurro abbassando la testa, attendendo una sua risposta.
"Ti salvo perché ti voglio bene, lo sai. E beh, ho sentito la vostra porta chiudersi prima, ed ho subito pensato che ad uscire fosse stata proprio la mia Cris. Così, sapendo che Rossana è il tipo da feste e che solitamente sta fuori fino a tardi, ho pensato di controllare, confermando le mie paure." Abbassa la testa anche lui, ma nell'esatto momento in cui entrambi rialziamo lo sguardo: i nostri occhi si incrociano. Rabbrividisco a quel contatto puntato su di me.
"Non so come ringraziarti" Sussurro a voce sempre più bassa, pensando che se non fosse stato per lui, adesso io sarei morta e sepolta.
"Non devi ringraziarmi" Risponde pronto, cogliendomi alla sprovvista: mi abbraccia. Un abbraccio forte, ma allo stesso tempo fragile, un abbraccio che sa esprimere sicurezza, certezza, la certezza che forse Thomas è destinato a rimanere per sempre al mio fianco.
"Adesso faremmo meglio ad andare, ho svegliato i tuoi prima di venirti a cercare ed adesso sono preoccupatissimi" Dice staccando i nostri corpi che sembravano combaciare perfettamente. Mi è dispiaciuto interrompere quell'abbraccio. Mi sento protetta quando le sue braccia mi avvolgono, ma sapendo che ha ragione, annuisco ed insieme iniziamo a camminare.

Io e Thomas facciamo il nostro ingresso in casa mia, dove ormai stanno anche Marina e Tullio, i genitori del ragazzo che mi ha salvato la vita, ancora.
"Tesoro oddio! Cosa è successo? Perché sei ridotta così?" Mi si piazza accanto mia madre facendo scansare Thomas, e subito mi abbraccia.
"Sono.. caduta." Dico pronta incrociando lo sguardo di Thomas che sembra star pensando a tutt'altro. Sperando che almeno, ci credano.
"Non è caduta, è stata picchiata." Interviene Thomas, frantumando ogni promessa che ci eravamo fatti prima di entrare.
"Da chi?" Un boato generale chiede spiegazioni, ed io, fulminando il ragazzo dai capelli corvini con lo sguardo, mi chiudo in camera lasciandomi ad un pianto liberatorio.
Perché lo ha fatto?! Prima mi salva e poi mi fa un torto simile? Lui sapeva benissimo che i miei l'avrebbero presa male peggiorando la situazione, ma ha voluto ugualmente intervenire! Io non lo capisco, quando si farà i cazzi suoi?
Preferivo morire uccisa da Rossana.
"Hei.." lui fa ingresso nella mia stanza, sedendosi accanto a me.
"Vattene." Dico fredda, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo.
"Lo so che adesso sei arrabbiata ma ci ho pensato ed era la cosa migliore dirglielo, non farei mai niente che ti possa mettere in pericolo, Cris" Mi supplica lui, costringendomi a guardarlo negli occhi.
Quegli occhi.
"Non mi importa! Thomas tu non conosci i miei! Hai dimenticato come sono!" Continuo a singhiozzare, afflitta.
"Mi dispiace io, io credevo che fosse la cosa giusta" Dice lui staccando il nostro contatto visivo.
"Non sei cambiato poi così tanto, le cose le dici ugualmente quando non dovresti, esattamente come facevi da piccolo." Lo liquido io, impassibile.
Per quanto gli debba tutto, in questo momento ha fatto qualcosa che non avrebbe dovuto fare.

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TANTANTAAAN

I thought about you. | Thomas BocchimpaniDove le storie prendono vita. Scoprilo ora