Chiamami Jacopo,
Per te senza nome,
Da Zacinto attendo
Giunga Napoleone,
Che l'Italia, patria mia,
In mare in tempesta
È nave senza timone.
La mia condizione
È di confine
Tra sublime e rabbia,
Sono un viandante perso
Su un mare di nebbia,
In gabbia mi sento,
Per via di questo mondo
Che mal si concilia
Col mio sentire e sentimento.
Vivo d'impeto;
Seppur la ragione
Mi sussurri nel timpano,
È l'amor che mi conduce
E a lui questo soffrire imputo.
Esule, di passioni incorrisposte:
La mia amata ha già
Celebrato le sue nozze
E la terra mia
Ancora non è nazione
E placidamente dorme.
Cado dunque, senza aggancio,
In un perpetuo dolo
E metto fine
A questo soffrire
Con sublime volo,
In un solo slancio.
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La Sindrome di Van Gogh
PuisiIl significato di questa raccolta vi sarà oscuro fino alla mia morte e forse anche fino alla vostra.