•||La mia famiglia è lui 3||• Cameron Dallas

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Quanto è bello credere in qualcosa o magari in qualcuno. Quella cosa che magari noi abbiamo sempre voluto fin dall'inizio, quel qualcuno che magari abbiamo sempre desiderato appena l'abbiamo incontrato. Ti auto convinci che quella cosa o persona dovrà necessariamente essere tua, ma non accade, facciamo di tutto, ma niente, abbiamo solo sprecato tempo. Però proprio nel momento in cui ci arrenderemo, solo in quel momento infondo a quel tunnel riusciremo a vedere una briciola di speranza, di luce, e di conseguenza noi saremo quei mongoli che ci crederanno, che crederanno a quelle briciole, a quelle speranze, ma non è vero. Perchè forse quelle briciole, quella luce, erano solo per farci illudere. Arriverà quel momento in cui ci diremo 'forse c'è ancora una speranza, forse c'è ancora una speranza in mezzo a tutto questo buio' e proprio in quell'esatto momento, proprio in quel momento, qualcuno arriverà da noi, ci guarderà in faccia e ci dirà 'non ci sono più speranze, smettila di sperarci'. Ma tu continuerai, continuerai ad aspettare, ma non accadrà niente. Perchè tu aspetterai, ma quell'illusione diventa sempre più lontana. Tu non ci crederai, ma alla fine tutto sarà un'illusione. Tu spererai a quella 'speranza', tu lo farai, anche quando dopo mesi non arriverà niente, tu ci spererai e t'illuderai ancora e ancora.
Perchè è così un'illusione, una bugia, prima ti si avvicina, ma tu t'allontani, poi lui si avvicina ancora e tu rimani ferma, ti raggiunge, conquista la tua felicità e poi se ne va, corre via e tu rimani ferma, rimani ferma perchè speri che essa ritorni, che quell'illusione ritorni.
Perchè è così bello illudersi, è così fottutamente bello, ma allo stesso tempo ti butta giù come se un tir ti fosse passato di sopra.
Ecco cos'è un'illusione, una bella merda.

Una settimana dopo l'incontro con l'agente ricordo di aver avuto una chiamata da lui, una chiamata che avrei davvero voluto rifiutare.

"Signor Dallas? Sono io l'agente Docks, volevamo informarla che non abbiamo ricevuto molte testimonianze e che non tutti i vicini hanno visto la traccia di sangue, mi dispiace davvero, non volevo si facesse delle illusioni" disse l'agente dall'altro lato del telefono

"Okay, d'accordo" risposi piano

"Archivieremo il caso, mi dispiace" disse riattaccando

"Neanch'io non volevo illudermi, anche a me dispiace" sussurrai continuando a guardare un punto fisso con il cellulare ancora attaccato all'orecchio

Io lo sapevo che non dovevo sperarci troppo, lo sapevo che non dovevo illudermi, lo sapevo. Lo sapevo perchè io l'avevo vista, l'avevo vista mentre quelle dannate fiamme l'avvolgevano e la portavano via con esse, l'avevo vista e lo sapevo. Ma è così quando si è disperati, noh? Ci aggrapperemo fino alla fine anche ad una briciola di speranza, anche ad una minima, minuscola, briciola di speranza. Perchè si è disperati, perchè non riusciamo ad accettare la verità, quella fottuta verità che ti manda il cervello a puttane.

Io lo sapevo, sapevo che sarebbe finita in quel modo ma pretendevo comunque di non saperlo, di sperare comunque e magari di sperare e alla fine di dire 'ne è valsa la pena sperare ed aspettare', perchè è così, quando si spera, si pensa solo alla parte positiva, nel senso a cosa succederà quando, appunto, ne sarà valsa la pena aspettare, ma mai, mai pensiamo a come la prenderemo quando succede il contrario, quando aspettiamo, ma non arriva niente, quando speriamo, ma speriamo a vuoto. E se mai si pensa alla parte negativa, ci diciamo 'va bene, okay, fa niente'. Eppure non va bene per niente, non è okay niente e non è vero che fa niente, perchè la verità è che fa qualcosa, eccome se fa qualcosa. Perchè sentirsi illusi, fa male, ma non perchè si è stati illusi, ma perchè ci siamo fatti illudere e perchè noi speravamo con tutto noi stessi a quelle parole, a quelle speranze.

"Prenoto i biglietti per il ritorno?" chiese Steve mentre io continuavo a stare immobile sul mio letto ormai da una settimana

"Si, non riesco più a stare qui" dissi continuando a fissare il soffitto